Capitolo 19

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"Perché piangi piccola? Non ti piace stare con me?"- disse Ghostface dolcemente guardando la bambina che piangeva nella culla.
-"Sai, non ho ancora imparato il tuo nome…in effetti sarebbe più giusto se fossi io a dartelo, come hanno fatto con me. A proposito, io mi chiamo Ion’atan, anche se da quando sono qui mi chiamano tutti Jonathan, sentirai a lungo parlare di me.
Mi piace più del mio vero nome, sai? Ion’atan significa “Chera Bianca” è un nome maledetto, anch’io sono maledetto…un reietto per così dire, neanche la Chera di morte mi ha voluto"-
La piccola Mar’i continuava a strillare nella culla.
-"Ti manca tanto la mamma, vero? Beh, io e lei siamo molto legati, ma immagino che questo non ti consoli… Bene. Credo sia arrivato il momento di far una visita a Stellina…"-
 
-"Mi terrai sotto tiro ancora per molto?"- domandò Red X.
-Non mi fido di te- rispose Robin guardandolo male.
-Perché vuoi aiutarci?-
-Se vuoi me ne vado, non rischierò la pelle contro Ghostface se neanche mi considerate un alleato.
Quello fa sul serio, non si fermerà certo perché sei un ragazzo/padre-
-Smettetela voi due e continuate a cercare- li rimproverò Stella.
I tre erano intenti a fissare gli schermi difensivi della Torre, da lì potevano esaminare tutta la città; quella notte era novilunio, una notte senza luna…
Perfetta per uno come Ghostface, probabilmente avrebbe attaccato col favore dell’oscurità.
Cyborg raggiunse i tre nella Ops Main Room.
-Ci sono novità?-
-Abbiamo lavorato tutta notte ma ci siamo riusciti!!!- disse Cyborg solennemente mostrando a Robin una pistola azzurra.
-Credi che un proiettile lo fermerà?- rispose Robin scettico.
-Questa pistola spara proiettili contengono una micro dose di azoto liquido condensato e pressurizzato, appena gli spareremo, l’azoto entrerà in circolazione nel sangue e ogni volta che proverà a evaporare congelerà le sue molecole impedendogli di assumere una forma gassosa, non potrà più scappare! L’abbiamo già pestato una volta e se non potrà dissolversi nell’aria riusciremo a sconfiggerlo-
-Sei sicuro che funzioni?- domandò Red X senza togliere lo sguardo dal computer.
-Non al cento per cento, ma in teoria seguendo i processi scientifici dovrebbe funzionare-
-Secondo processi scientifici lui potrebbe anche evaporare tranquillamente e l’azoto liquido restare dov’è senza fondersi a lui, e in teoria un uomo non potrebbe evaporare- rispose Red X.
Cyborg non ci aveva pensato, ma preferì sorvolare.
-Per la sua rigenerazione?-
-Non abbiamo trovato nulla che possa annullarla, quella resta-
-Non importa, se davvero non riuscirà più a evaporare sarà completamente in nostro potere!-
-Non cantare vittoria Robin, è abile e astuto e non è detto che funzioni- fece Corvina.
-A costo della vita, oggi ti riporterò Mar’i, Stella. Te lo prometto- rispose Robin rivolgendosi alla ragazza che sembrava diventata una statua priva di emozioni.
 
Passarono le ore, finalmente all’una di notte i sensori rilevarono qualcosa…
 
-È sul tetto!Rilevo due battiti cardiaci!-
-Mar’i è con lui!-
Tutti e cinque i Titans assieme a Red X si precipitarono, chi volando, chi salendo le scale, sul tetto…ma il posto era deserto.
-Dov’è?-
-Sicuro di non esserti sbagliato, Cyborg?-
-Eppure rivelo tutt’ora due battiti cardiaci in più ai nostri…-
-Nel caso non te ne fossi accorto non c’è nessuno su questo tetto a parte noi!!!- urlò Robin che non ne poteva più di indovinelli e giochetti di mistero.
-Avverto una presenza!- esclamò Corvina.
 
-Testa di latta non sta sbagliando, cocco. Io sono qui-
Un fulmine rischiarò il cielo notturno, rivelando la sagoma scura di Ghostface che si stagliava contro il cielo.
Il suo viso era scoperto, solo gli occhiali scuri coprivano il suo sguardo insostenibile.
-Ma come…-
-Penso che tu conosca bene quanto me le tecniche dell’occultamento, Robin.
Red X…non ti aspettavo, bel costume. Chissà da chi hai copiato-
-Cosa ci fai qui?- ringhiò BB.
Era evidente che era lì per qualcosa.
-Sono qui per Stella-
-Dovrai passare sul mio cadavere!!!- gridò Robin lanciandosi all’attacco assieme agli altri.
-Titans, ve lo dirò una sola volta, lasciatemi con lei e…- una delle x taglienti di Red X lo colpì al braccio conficcandosi nell’osso.
-Io non sono un Titans!- esclamò Red X lanciando altri dei suoi X-rang.
Spostandosi di pochissimo Ghostface riuscì ad evitarle tutte.
-Ok, bimbi. Volete giocare? Allora giochiamo!- ringhiò sfoderando le katane.
 
Le lunghe e sottili lame baluginavano illuminate delle folgori che squarciavano il cielo, la pioggia infradiciava i lunghi capelli candidi di Ghostface.
Il pazzo rimase immobile mentre un toro verde lo caricava, non si spostò di un centimetro fino all’ultimo, fu solo quando BB fu a pochi centimetri da lui che Ghostface si dissolse nell’etere.
BB fece appena in tempo a frenare la sua corsa prima di precipitare dal tetto.
-Wow…c’è mancato poco!- commentò appena tornato ragazzo.
-Sbagliato, non c’è mancato niente!- Ghostface riapparve tirando un calcio dritto in faccia al mutaforma, che tramortito precipitò dalla Torre.
Ma Ghostface non potè nemmeno rallegrarsi della sua azione che un aquila verde gli si avventò contro.
Mentre il vecchio era intento a proteggersi il viso dagli artigli del rapace, le tubature interne, avvolte dall’oscuro potere di Corvina gli serrarono le gambe in una morsa ferrea.
-Presto Cyborg!- disse la maga sforzandosi di restare concentrata mentre il vento e la pioggia le sferzavano il viso perlaceo.
Il mezzo robot impugnò la pistola all’azoto, sparò senza esitazione contro il vecchio, ma Ghostface era reduce da molte battaglie, sapeva come sfruttare le armi dei suoi avversari contro i loro, si dissolse nel nulla non appena udì gli spari, così fu il mutaforma a trovarsi nella traiettoria dei proiettili congelanti.
Purtroppo BB non fu pronto di riflessi quanto Ghostface, si scansò, ma non abbastanza in fretta, un proiettile lo colpì di striscio, il colpo non lo uccise, ma BB fece appena in tempo a mutarsi in ragazzo per gridare –Aiut…- che l’azoto lo congelò.
-BB!!!- esclamò Cyborg sconvolto per quello che aveva fatto.
-Bel giocattolo, cocco- sorrise Ghostface.
Evitando prontamente i boomerang di Robin, i raggi ustori di Red X e tutti gli oggetti che Corvina gli tirava addosso, Ghostface raggiunse il metà-robot.
Cyborg tentò di colpirlo col suo cannone, ma lo mancò, quando gli fu davanti non potè nemmeno sollevare il pugno che una delle sottili e affilatissime katane gli aveva tagliato la mano.
L’altra sibilò nella notte immediatamente dopo, staccandogli il braccio-cannone fino alla spalla.
Ghostface gli balzò sulla schiena, con un rapido gesto a forbice delle spade taglio via anche le gambe del ragazzo scuro, Cyborg rovinò a terra ridotto a un troco senza arti.
Ghostface era ancora sopra di lui, premendolo al suolo col suo peso.
-Cyborg!- esclamò Robin, il ragazzo meraviglia si slanciò pronto a colpire il vecchio, ma ancora una volta quello svanì e il colpo andò a vuoto.
 
-Azarath Metrion zinthos!!-
Era come se Ghostface giocasse con Corvina, gli danzava davanti sfuggendole sempre di pochissimo, la sfiorava appena con le lame delle sue spade.
La maga ce la metteva tutta per cercare di colpirlo, ma lui era troppo svelto per le magie di Corvina.
Ghostface riuscì ad arrivarle alle spalle, afferrandole saldamente i polsi, la immobilizzò.
-Hai davvero un potere fantastico, bambolina- le sussurrò malevolo all’orecchio.
-Non osare mai più chiamarmi “bambolina”!!!- ringhiò lei tramutandosi in una macchia di oscurità sul tetto della Torre, sgusciando via dalla presa di Ghostface per poi ricomporsi diversi metri più in là.
-Non sei l’unico a saper svicolare, Ghostface- ribattè la maga.
-Né a saper menar le mani!- aggiunse Red X colpendolo di sorpresa con un violento calcio sulla mandibola.
Robin fu pronto a dare il cambio a Red X;il vecchio non ebbe neppure il tempo di reagire che venne nuovamente colpito in faccia da Robin.
Ma quando il ragazzo meraviglia tentò di ripetere la manovra, Ghostface si abbassò di colpo e Robin rovinò a terra, prima che potesse rialzarsi Ghostface gli tirò un violentissimo calcio rotante, un colpo rapido e preciso che colse Robin in pieno volto, rompendogli il naso.
Ghostface allora strinse la stretta intorno all’elsa delle spade, pronto a piantare una lama nel petto a Robin, ancora stordito dal colpo ricevuto, quando una x rotante lo disarmò in un sol colpo di entrambe le spade.
Red X si avventò su Ghostface, il ragazzo fulmineo come sempre riuscì a sfilare gli occhiali di dosso al pazzo e prima che lui potesse capire cosa stava accadendo,Red X gli strappò uno dei suoi occhi di ghiaccio.
-AARG!!- urlò Ghostface per il dolore.
-Tu inizi veramente a scocciarmi!!!- ringhiò, afferrando la gola di Red X tra gli artigli della mano sinistra, lo sollevò come niente da terra tenendolo per aria, avvicinandolo a sé.
Il vecchio non si curò nemmeno dell’emorragia all’occhio.
-Che centri tu con loro?!-
-Potrei farti la stesa domanda…- rispose Red X che iniziava a sentire la mancanza d’ossigeno.
-Ho i miei motivi, ragazzino-
L’unico occhio rimasto buono a Ghostface guardò in quelli del ragazzo…la maschera non bastò a impedire che l’occhio vitreo lo scrutasse nell’anima.
-Tu ami Stella- mormorò Ghostface con una voce amareggiata e aggressiva allo stesso tempo.
-Tu no? È per lei che sei qui, giusto?- ribattè quello.
-Non potrai mai amarla nel mio modo- rispose il vecchio.
-Libera…coff…Mar’i- disse Red X che stava soffocando.
Con l’altra mano Ghostface si tolse dal collo una piccola chiave nera.
-La vedi? Questa chiave apre la serratura della gabbia dove ho rinchiuso la bambina, ma bisogna fare in fretta, assieme a lei c’è anche un mio piccolo regalino, una bomba a orologeria, dopotutto è con una bomba che è iniziata questa storia e con una bomba deve finire- sorrise malvagio.
-Dov’è Mar’i…?-
-Va bene, te lo dirò…si trova nella Ops Main Room della Torre, la ho teletrasportata lì mentre sono evaporato… che resti tra noi, eh?- sussurrò beffardo Ghostface.
-Dammi la chiave…- biascicò Red X con più fiato.
-Ma certo…se salvi Mar’i, Stella ti amerà, sarà tua…sai, mi piaci, hai stile e voglio aiutarti a conquistarla…- ghignò malvagio.
-Vedi questa chiave, oltre alla gabbia, è in grado di aprire anche il cuore di Stella Rubia…- iniziò con un espressione da psicopatico – E pure il tuo!- con un gesto di estrema crudeltà piantò la chiave nel petto del ragazzo, il metallo penetrò attraverso la carne e le ossa,Red X non riuscì neanche a gridare…
Ghostface mollò la presa e il ragazzo cadde sul tetto.
-Stella…ti amo…ti s-supplico…scopri …se coff coff…sono il padre di Mar’i …fallo per me…- mormorò Red X senza più forza nè respiro.
Robin aveva ascoltato ogni singola sillaba…non credeva alle sue orecchie.
Ghostface avanzò lentamente verso Stella, ma prima che potesse allontanarsi troppo con la sola forza della disperazione e dell’amore, Red X gli afferrò una caviglia e gli piantò una delle sue x lamate nel piede.
-Sei duro a morire!- ringhiò il vecchio senza mostrare dolore, afferrò il ragazzo per la gola e lo scaraventò  verso il bordo. La pioggia aveva reso il tetto pericolosamente scivoloso.
-È così che sei nato…nell’ombra di qualcuno ed è così che morirai, solo e senza amore…come me- disse impassibile Ghostface prima di tirare un calcio al corpo esanime di Red X, buttandolo giù dalla Torre.
Red X cadde nel vuoto…sprofondando nel mare oscuro della notte.
-NOOOOOOOO!!-Strillò Stella con quanto fiato aveva in gola mentre le lacrime solcavano le guance, quando vide il ragazzo sprofondare negli abissi.
-Peccato, la chiave è andata- commentò Ghostface rimettendosi gli occhiali sul viso.
 
Corvina si slanciò cercando di recuperare Red X, ma Ghostface la afferrò fulmineo per il mantello tirandola a sé, la strinse forte tra le braccia.
I due si trovavano faccia a faccia.
-Non ci provare, vacchetta- fece freddo il vecchio stritolandola nelle sue braccia muscolose, Corvina strillò di dolore mentre sentiva le costole inclinarsi sotto la forza del pazzo.
-Ssshh…. Che bisogno c’è di urlare?- sorrise lui appiccicando le sue labbra sul viso stravolto di Corvina, la stava baciando, un bacio forte, freddo e violento.
Corvina si dimenò come un anguilla riuscendo a liberarsi dalla presa di Ghostface, arretrò di alcuni passi sputando a terra con disgusto, ma senza mai staccare gli occhi di dosso al vecchio.
Gli occhi della mezzo demone brillarono di un rosso infernale.
-Rimpiangerai di avermi sfidato!!!- urlò la maga avventandosi in preda a un delirio infernale contro Ghostface, mentre le sue mani erano avvolte da artigli di una tenebra tale da squarciare l’anima.
-Rimpiangerai di avermi lasciato avvicinare tanto- ribattè Ghostface.
Schivando di pochissimo gli artigli della giovane maga, prima le tirò un violento pugno nello stomaco che la fece accasciare in ginocchio sputando sangue e poi, prima che Corvina potesse capire cosa accadeva, le premette un punto di pressione sulla spalla, mandandola fuori gioco.
La giovane strega stramazzò al suolo priva di sensi.
Ghostface si voltò verso Robin e Stella, un sorriso sottile e crudele gli colorava le labbra.
-Ora un attimo di attenzione, prego- iniziò rivolto a Stella, finora rimasta in disparte e a Robin che si premeva il naso rotto e sanguinate.
-Sul tavolo della vostra Main Room c’è vostra figlia, assieme a lei c’è un ordigno a orologeria che esploderà esattamente tra tre minuti.
Purtroppo la chiave per liberarla è finita nel mare con quel che resta del vostro amico Red X...questa signori diventa una lotta contro il tempo- e detto questo si slanciò fulmineo verso le scale.
-Stella, pensa a Mar’i! Io lo trattengo!!!-
Robin balzò addosso a Ghostface facendolo cadere lungo disteso, intanto la giovane tamaraniana si fiondò come un proiettile contro la vetrata della Ops Main Rooms, sfondandola. All’interno della sala trovò la gabbia con la neonata…e la bomba.
 
Robin e Ghostface rotolarono avvinghiati l’uno sull’altro quasi fino al bordo della Torre;i due si stavano scazzottando di santa ragione, senza escussione di colpi, infine, mentre combattevano, Ghostface riuscì a impugnare uno dei suoi pugnali dalla cintura e con un unico colpo lo conficcò fino all’elsa nel fianco di Robin.
-AAAAAAAA!!!!!-
Assieme al sangue da Robin fluirono via anche le forze.
Ghostface si risollevò e tirando un ultimo pugno sul viso tumefatto del ragazzo commentò sprezzante:
-Sei solo un acrobata sopravvalutato-
 Poi evaporando nell’aria, riapparve nella Ops Main Rooms mentre Stella cercava di fondere il metallo della gabbia coi suoi starbolts.
Stella si avventò contro Ghostface, ma ogni suo colpo andava parato o a vuoto, chiunque fosse sapeva le tecniche guerriere tamaraniane e le arti marziali terrestri ma soprattutto la conosceva a fondo.
Con un giro di mani Stella venne rispedita dall’altro lato del tetto, la sua stessa forza era usata contro di lei.
La sua forza, i suoi starbolts, la sua rabbia, la sua disperazione…tutto era inutile.
Stava per cedere…
Ghostface si avvicinò alla gabbia, con un unico gesto del pugnale scardinò la serratura, recise il cavo dell’esplosivo appena cinque secondi prima che esplodesse e prese Mar’i tra le braccia.
Si fermò davanti a Stella, i due si fissarono immobili.
-Perché l’hai fatto…- disse lei piangendo.
-Sono pazzo…- rispose il vecchio con calma e tristezza nella voce, si capiva che stava mentendo.
-Hai vinto. Ci hai sconfitti…ci hai spezzato, mi hai spezzato…ma ti prego ti scongiuro- disse Stella gettandosi supplice ai piedi di Ghosface.
-Lascia almeno che io la riveda, almeno una volta, lascia che l’allatti perché non muoia di fame, ti imploro…abbi pietà di una povera madre a cui hai strappato la figlia...a cui hai tolto tutto-
Inaspettatamente Ghostface s’inginocchiò davanti a lei, rialzò delicatamente la faccia di Stella, una lacrima sembrava solcare il viso spettrale, ma la vista dell’aliena annebbiata…non ne fu certa.
Il respiro del vecchio si fece pesante, tremava davanti alla piccola aliena, qualcosa lo scuoteva da dentro…qualcosa di più forte della vendetta, dell’odio, della pazzia, più forte persino della morte.
-Non farò del male, né a te né a tua figlia…ero venuto a riportartela…- disse porgendogli la piccola bambina avvolta in una coperta.
Stella la strinse a sé come solo una madre poteva farlo.
Iniziò a singhiozzare rumorosamente.
Mar’i si svegliò e imitò la madre.
-Hai…hai ucciso Red X…-
-Forse, la chiave potrebbe non aver raggiunto il cuore... Ho fatto molte cose orribili-
Ghostface si calò lentamente gli occhiali, finalmente Stella poté fissarlo liberamente negli occhi di ghiaccio…lo riconobbe.
L’aliena restò senza fiato, il respiro le moriva il gola e il cuore batteva a cento all’ora.
-Ti chiedo perdono, paìtis 
In tutta la sua vita Stella non era mai stata chiamata con quel nomignolo affettivo se non da una persona, gli si strinse il cuore, ormai non capiva più nulla…
- Nonno…- mormorò sconvolta.
-Mi hai scoperto, fiorellino- sorrise triste Ghostface.
-Ma…perché farmi questo…-
-Non sempre tutto si può spiegare facilmente…- entrambi si rialzarono senza mai smettere di fissarsi.
 -Io ti ho ridato tua figlia, ma voglio che ora tu venga con me- Ghostface appoggiò la mano sulla tempia pulsante di Stella Rubia.
-Dirai addio ai Titans per sempre, questo è il prezzo per la piccola Mar’i-
-Io…Io…-
Uno sparo.
La schiena di Ghostface si tinse di rosso sangue, riuscì appena a voltarsi verso Robin, calatosi dentro al buco fatto da Stella nella Ops Main Rooms grazie a uno dei suoi arpioni, che l’aveva colpito col proiettile all’azoto liquido.
Fortunatamente Cyborg aveva pensato di fornirne una pistola a ogni membro della squadra.
Robin sparò di nuovo, continuò fino a scaricare l’intero caricatore.
Ghostface rimase impassibile, soffocando il dolore, stringendo i denti fino allo spasimo.
Afferrò il polso di Stella.
-È tempo che ce ne andiamo- disse sbuffando per il dolore,
ma quando cercò di teletrasportare sé stesso, Stella e Mar’i…non accadde nulla.
Ghostface si voltò furibondo verso Robin.
-TU!! Che cosa mi hai fatto!!??-
-Hai finito di fuggire Ghostface…- iniziò Stella alle sue spalle.
-Ed è tempo che tu te ne vada!!!- aggiunse ringhiando mentre i suoi occhi brillavano di un verde acceso carico di collera.
Con un unico pugno, Stella spedì Ghostface sull’orlo della voragine da lei causata dove prima c’era la vetrata della Ops Main Rooms.
Ghostface rimase appeso solo per le dita, mentre penzolava nel vuoto.
-Non finisce qui! Mi vendicherò!- urlò con quanto fiato aveva in gola.
Ma Stella Rubia era tutt’altro che intimidita.
Furente lasciò Mar’i in braccio a Robin, ancora gravemente ferito, sollevò la pesante gabbia di metallo sopra la sua testa e con quella colpì Ghostface mentre cercava di tirarsi su dal vuoto, spedendolo diversi metri più in là, sul mare scuro della notte.
Tramortito dall’urto Ghostface volteggio nel vuoto assieme alla gabbia come un pupazzo inanimato, in un groviglio di ferro e carne, ma prima che potesse toccare l’acqua, Stella lanciò un enorme e potentissimo starbolts verso di lui.
Il raggio colpì la bomba all’interno della gabbia, facendo esplodere il tritolo all’interno…e Ghostface con quello.
Dopotutto l’aveva detto anche lui.
“con una bomba è iniziato e con una bomba deve finire!”
Il Volto del Fantasma fu spazzato via dall’esplosione.
Non avevano idea se Ghostface fosse morto o se avrebbero rivisto quei suoi occhi da morto.
Ma in ogni caso aveva perso la sua dote più letale.
E lo sapeva molto bene.
Robin si risollevò a fatica, andando ad abbracciare la sua amata Stella Rubia.
Era gravemente ferito, tutti lo erano, solo Stella non aveva neanche un graffio, così come Mar’i, si era preso cura della piccola per tutto il tempo, ma Mar’i era ancor più gracile di quando era nata, si vedeva che aveva un disperato bisogno del latte materno…
Robin aveva la faccia ridotta una maschera di sangue.
-È finita?-
-Sì Robin…è finita- rispose Stella guardando il faccino sorridente di Mar’i che finalmente poteva tornare con sua madre.  

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