Capitolo 14

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Robin, non potendo quindi stare con Stella ,aveva deciso di passare la notte fuori dalla stanza d’ospedale;voleva restare con le donne che amava. Anche Corvina non se la sentiva di lasciare l’amica e restò a dormire in sala d’aspetto insieme a Robin.
Solo Cyborg e BB tornarono alla torre a tarda sera.
Robin rimase a lungo a vegliare sulle sue ragazze, ma nonostante l’eccitazione infine anche lui si addormentò, accanto a Corvina già assopita da un pezzo.
Verso le due del mattino un urlo disumano riecheggiò in tutto l’ospedale.
Robin e Corvina si precipitarono nella stanza da cui era provenuto il grido, il cuore di Robin batteva all’impazzata, era la stanza di Stella, l’angoscia si fece largo nel suo cuore.
Quando entrarono trovarono Stella che piangeva disperata, gridando di dolore, le mani davanti al viso da cui colavano lacrime giganti.
-Cos’è successo?- chiese Corvina preoccupata, indicando la finestra spalancata Stella rispose tra i singhiozzi
– Lui è venuto mentre dormivamo, e...e…l’ha portata via! Ha rapito la mia piccola Mar’i!!! Me l’ha strappata dalle braccia nonostante lo implorassi di non farlo ed è fuggito…-
-CHI??!??! Chi è stato?!!-insisté Robin.
-Non lo so…- gemette Stella, piangendo- Era vestito scuro, nero su nero, ho visto solo il volto, era un mezzo teschio…-
- Un mezzo teschio...pensi si tratti di X, Robin?-Chiese Corvina angosciata, ricordava bene l’ossessione del criminale per Stella Rubia.
-No!!! Luii non lo farebbe mai!!!- disse tra le lacrime Stella.
-Non ne ho idea, ma ha commesso un grosso errore. Corvina chiama subito gli altri!!! Stella non preoccuparti salverò nostra figlia, dicci da che parte è andato-
Stella riuscì solo a pronunciare – il grattacielo della E.X.P.O….-
Robin si rivolse a Corvina, Stella era troppo sconvolta per reagire- Aspetta Cyborg e BB poi raggiungetemi, io vado al grattacielo- detto ciò si slanciò fuori dalla finestra, nel cielo notturno di Jump city.
 
<Come ho potuto essere così idiota?>pensò Robin tormentandosi la mente, preda dell’angoscia più nera. Saltando di tetto in tetto, il leader dei Teen Titans si dirigeva a tutta velocità, verso la sede centrale della E.X.P.O. l’unico indizio che avesse.
<Era così ovvio!!! Certamente qualcuno avrebbe approfittato della situazione per vendicarsi!!! Ma che c***o!! È solo una bambina di appena un giorno!!! Chi può essere così crudele??! Un mezzo teschio…uhmm… potrebbe trattarsi di Slade! Forse Stella ha visto male, la maschera di Slade ricorda un po’ un cranio…no! Ma che dico Slade, è morto!!! E Stella non si sarebbe mai sbagliata sul suo conto, poco ma sicuro…allora forse Red X è il responsabile...magari non sopporta l’idea che ora io e Stella siamo legati da un figlio, lui l’ha sempre amata…ma allora perché farla soffrire in questo modo? Non è da lui… tuttavia l’amore può far  fare follie e io lo so bene, ma chiunque sia passerà un brutto quarto d’ora appena lo trovo!!! Nessuno deve prendersela con la piccola Mar’i, se vogliono vendetta io sono pronto, ma non devono toccare la mia famiglia!!>
 
<Come ho potuto essere così idiota? Ho passato decine di notti insonni, e proprio quando avrei dovuto vegliarle mi sono addormentata! Stupida! Ma chi può aver commesso un atto così spregevole, chi può odiarci fino a questo punto? E perché avverto una presenza familiare? Qualcosa di freddo, che non sentivo più da molto tempo…se solo ricordassi dove l’ho già sentita... ma che vado a pensare!!! Hanno rapito Mar’i e io mi perdo in questi ricordi, Oh sol che vengano Cyborg e BB...>
 
Così si struggeva Corvina, cercando, invano, di consolare, l’amica disperata, troppo debole per cercare la figlia rapita, sfogava tutta la sua rabbia, ansia e frustrazione in un pianto isterico, aveva scacciato a colpi di laser tutti i medici, permetteva solo a Corvina di starle vicino.
-Tranquilla,vedrai la ritroveremo, conosci Robin, non permetterebbe a nessuno di farle del male, neanche se si trattasse del Joker in persona!!!- Cercava di sdrammatizzare la giovane maga, ma tutto era inutile; Stella aveva di gran lunga superato l’orlo della disperazione e la situazione era gravissima.
Chiunque avesse in mano la piccola, aveva in pugno i Teen Titans…potevano solo pregare che il responsabile non lo sapesse.
-Cosa succede!?- urlò Cyborg irrompendo nella stanza seguito a ruota da BB.
Davanti a loro videro Stella in lacrime e Corvina al suo fianco che l’abbracciava.
Staccandosi dall’aliena ,Corvina si coprì il volto col cappuccio disse solo- Qualcuno ha rapito Mar’i, non c’è tempo per spiegare, tra l’altro non ne sappiamo molto tranne che il rapitore ha un mezzo teschio sul volto ed è fuggito sul grattacielo della E.X.P.O. Robin ci aspetta là dobbiamo raggiungerlo subito!!! ANDIAMO!!- detto ciò si slanciò dalla finestra volando verso l’immensa costruzione, seconda solo alla T-Tower, seguita a ruota da uno pterodattilo verde reggente tra gli artigli il mezzo robot.
Stella si ritrovò completamente sola…di nuovo, ma stavolta non era abbandonata, non stavolta, il suo uomo e i suoi amici erano alla ricerca della persona a cui teneva di più, sua figlia Mar’i.
 
Robin era giunto sul tetto del grattacielo, la gigantesca scritta luminosa “E.X.P.O.” illuminava fiocamente l’ambiente ,lasciandolo nella penombra.
Non aveva idea di cosa cercare, il grattacielo era al centro della città. Da lì si poteva andare dovunque, un crocevia senza indizi...Robin realizzò l’idea che lì non avrebbe trovato nulla. Si sedette sul parapetto con il volto tra le mani, piangendo rumorosamente, dando sfogo ai suoi sentimenti.
-Sono un idiota, sono solo un bastardo!!! Coglione…-
una voce lo interruppe.
-Zitto, così sveglierai la piccola...non dovresti usare certi termini con lei, ormai pensavo non arrivassi più- una voce lo interruppe, Robin si drizzò in piedi, un alta e snella figura vestita di grigio si erigeva a pochi metri da lui, almeno non si trattava di Red X.
Due lunghe katane gli pendevano sulla schiena, nella cintura era ancorate due enormi pistole in bella vista, al petto portava un corpetto di pelle con 6 coltelli balistici, l’eroe fu colpito dalle mani:una coperta da un guanto nero, circondato dalle canne di una mitragliatrice a mo’ di bracciale, l’altra, quella in cui reggeva qualcosa avvolto in fasce era nuda e il dorso era ricoperto da una peluria argentea, lunghe unghie ricurve sporgevano dalle dita, anzi artigli.
Robin non aveva ancora realizzato chi aveva davanti, fu solo quando il suo sguardo si posò sul volto dell’uomo che capì tutto…quello che stringeva in mano era la piccola Mar’i!
Robin lo fissò in volto...il volto coperto da una maschera nera, su di essa era raffigurato un mezzo teschio stilizzato con un sorriso beffardo stampato sopra non lasciava trasparire alcuna emozione, una lunga coda di capelli candidi era l’unica cosa che si vedesse della testa dell’uomo.
- Chi sei tu!?- chiese Robin con lo sguardo iniettato di sangue.
- Scommetto che vorresti saperlo eh? Provaci. Ma fino ad allora puoi chiamarmi…Ghostface-
 
 
 
 
Il capitolo è un po’ corto ma introduce un nuovo personaggio che metterà un po’ di pepe nella storia troppo melensa, spinto da una cieca vanità lo ho fatto un po’ simile a me stesso, è lui che dá anche il nome alla storia, ma un oscuro mistero avvolge il Ghostface legandolo ai Titans ,un mistero che dovrà essere svelato…
Per quanto riguarda il comportamento di Ghostface…beh ricordate che l’apparenza spesso inganna.          Ghostface
 

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