Partimmo per i mondiali. Makkachin II ci avrebbe seguiti, sarebbe stato meglio per tutti. Non so il motivo, ma appena uscii di casa, prima di chiudere la porta, diedi un ultimo sguardo all'interno. Buio, intravedevo i mobili, il divano. Avevo tutt'intorno una strana sensazione.
Chiusi a chiave tutto.
Partimmo verso l'aeroporto, prima ci sarebbero state delle qualificazioni a Mosca.
Chris non partecipava più da due anni, ma in compenso ha un allievo, che sicuramente porterà ai mondiali. Arrivano pattinatori da tutto il mondo.
L'aria nella capitale é gioiosa ed in festa continua. Sono tutti presenti, da casa, o negli spalti nello stadio.
Il Crowne Plaza dove soggiorneremo per i prossimi giorni é molto accogliente, abbiamo una stanza larga e la vista sul fiume.
Qui la notte non usciamo più, é decisamente meglio dormire, prima delle gare. Altrimenti usciremo per bere, oppure staremo fuori troppo tempo.
Insomma, l'unico divertimento a noi concesso é quello sul letto, e non solo sul letto.
Il secondo giorno infatti, dopo una bella giornata in palestra, che ovviamente si trovava nell'Hotel, Yuri entró con me nella doccia ed incominció di sua spontanea volontà a farlo.
É stato magnifico.
Peró a parte ciò, il posto é veramente fantastico. Approfitteremo anche di una sala conferenze per delle interviste con gli altri pattinatori che si trovano qui.
Quanto alle gare, incominceranno domani.
<<Yuri, perché non dormi?>>
<<Non ho sonno>>
<<Prova a dormire...>>
<<Non ci riesco, Viktor>>
<<Tieni>> gli porsi una pastiglia <<la usavo io solitamente la notte prima di una gara, ti rilasserà>>
<<Grazie mille...>>
Ultimamente Yuri dorme poco, la notte. Fatica a prendere sonno, e la mattina dorme anche troppo. Io, al contrario, ho fin troppo sonno la sera e verso la mattina tendo ad alzarmi prima dell'alba.
Può capitare di essere agitati, ma esserlo per troppo tempo impedendoti di dormire non va affatto bene.
<<Domani, dopo la gara, andiamo fuori a mangiare>> gli dissi.
<<Dove?>> mi chiese.
<<In un bel posto>>
Gli baciai la fronte e lo guardai negli occhi, per poi avvolgerlo tra le mie braccia. Sentivo il suo freddore che si riversava sul mio petto, mentre le sue mani si appoggiavano nelle mie scapole e le sue dita tambureggiavano poco sotto le mie spalle, giocando con qualche capello troppo lungo.
Ci addormentammo.
Makkachin II ai nostri piedi.
Quella notte sognai il buio.
Quando mi svegliai, trovai il visino imbambolato e addormentato di Yuri sul mio petto. Allungai la mia mano al telefono, erano le 4.47 del mattino.
Lasciai il telefono e mi misi ad accarezzare il volto di Yuri. Era così morbido, così setoso. Le sopracciglia erano a loro volta morbide, come le sue pieghe sugli occhi, e il suo naso, ma le parti più morbide erano le labbra. Piccole, sottili, la mia voglia di divorarle era immane. Però erano fin troppo carine e, soprattuto, mie.
Lo scossi appena e lui aprí un occhio.
<<Dormi pure, é presto>>
Non penso abbia capito cosa io gli abbia detto, era appena uscito da una crisi cervicale traumatica, il risveglio al mattino. Gli serviva un po' di tempo per collegare tutti i neuroni.
<<abbraccio...>>
<<Mh?>>
<<voglio un abbraccio, Viktor>>
Era così tenero, un mio sclero interno non poteva mancare. Le mie mani si allungarono lungo la sua schiena, la sua testa.
Sentivo la sua spina dorsale muoversi, la testa innalzarsi per i profondi respiri.
Quando fu l'ora, allungai le mie labbra verso le sue, svegliandolo dolcemente.
<<Yuri, dobbiamo andare a prepararci, ci sarà la gara>>
Si scostò solamente per immergersi ancora di più tra le mie braccia.
<<Yuri...>>
<<ancora cinque minuti...>>
<<quei cinque minuti diventeranno tre ore se stiamo ai tuoi tempi>>
Obbligandolo ad alzarsi, ci rivestimmo. Nella sala da pranzo imbastita per la colazione c'era già tanta gente. Yurio ci guardó col suo solito occhio da incazzato perenne.
<<Yurio!>>
<<NON MI CHIAMO YURIO CAZZO>>
<<CI SEDIAMO CON TE~>>
<<NON CI PR->>
Parlai finalmente con Otabek in modo tranquillo, perché si, era sullo stesso tavolo.
Dopo che ci soddisfanno a piacere, raggiungemmo uno per uno una palestra di pattinaggio sul ghiaccio, ma non era quella dove si sarebbe disputata la gara.
Makkachin II dormiva beato nella cuccia che ci eravamo portati da casa, Yuri si allenava sui soliti salti disastrosi e io lo guardavo, nulla di nuovo.
---
Passarono i mesi, le gare proseguivano senza intoppi. Yuri si classificava man mano che andava avanti, in completa competizione con Yurio.
Durante la gara dell' "amico" di quest'ultimo, peró, il pattinatore scivoló in modo catastrofico, fratturando due vertebre.
Le gare furono posticipate di qualche settimana. Yurio ne era distrutto.
Non si presentò quasi mai al palazzetto, standosene tutto il tempo in ospedale con Altin. Passammo pure noi, per due giorni, tenendo loro compagnia.
Otabek non era in grado di proseguire, e dei pattinatori furono avvantaggiati. Anche se per poco, perché la furia omicida della Fata della Russia gli stese uno dopo l'altro.
Lui era più carico che mai, Yuri incominciava ad esitare. Era uno dei periodi in cui la sera faceva finta di addormentarsi per non parlare, per poi stare tutta la notte sul telefono.
Una sera decisi di farla finita.
<<Andrò a dormire in un'altra stanza>>
Mi guardò esterrefatto.
<<P-Perché?>>
<<Non mi piace il fatto che la sera non mi parli. Appoggi la testa sul cuscino e ti addormenti magicamente, non é da te. Poi ti svegli la notte, e usi il telefono>>
Guardó in basso. Se ne andó. Eravamo nel sottopalco.
Andai poi a recuperare Makkachin II, che era dalle ragazze. Passai per gli spogliatoi, e mi apparve davanti Yuri, con un pugno serrato.
<<Queste...>> aprí la mano, lentamente, vidi sette, o otto delle pastiglie che gli avevo mostrato tempo prima, per dormire.
<<Dove le hai prese?>>
<<Ho chiesto a Yakov, sapeva quali prendevi>>
Lo guardai con degli occhi vuoti.
<<Quante ne prendi, prima di dormire?>>
<<Quattro, o cinque>>
<<Ma sei impazzito?!>>
<<Scusami...>>
<<Ma scusami un corno... sai che con queste puoi morire, eh?>>
<<Lo so>>
<<Perché lo fai diamine?!>>
<<Perché tu la sera sei stanco>>
<<E che c'entra?>>
<<Se tu rimanessi troppo sveglio per parlare con me, poi staresti male>>
<<È quello che sta succedendo a te ora, Yuri>>
Abbassammo entrambi lo sguardo. Gli presi le mani.
<<Non le devi più usare, capito?>>
<<Si...>>
<<Se non ti fanno effetto, possiamo sempre trovare altro, intesi? Insieme.>>
<<Si>>
Lo abbracciai. Che potevo dire? Un bel niente. La vita era sua, ma io... che avrei potuto fare, senza di lui?
É ovvio che mi preoccupi, Dio. Ci credo che é sciupato.
Inizió a piangere, di poco. Gli faceva solo che bene piangere. É uno sfogo che tutti possono permettersi, ma solo con le persone che si ritengono speciali.
Quella sera, dopo un bel po' di tempo, tornammo a far l'amore.
Si fece più violento e passionale delle altre volte.
Avevi bisogno di una ricarica, eh?
<<Cambierai...>> mi chiese << ...davvero la stanza?>>
Risi. Era troppo tenero.
<<No, non lo farò>>
Nei luoghi dove eravamo ora per le gare era piuttosto caldo, era quasi estate. Saremmo presto tornati a casa, in Russia.Angolino
Ragazzuoli salve~
Scusatemi per questa assenza, ma la scuola non vuole che io pubblichi fanfictions (viva l'ammasso di verifiche ed interrogazioni a fine anno YEEE)
Riprenderò a pubblicare più regolarmente, almeno spero (salvo inconvenienti)
Vi avviso che, per questa storia... mi odierete.
Mi odierete tantissimo.
Ma detto questo, spero che fin'ora non vi abbia annoiati troppo (in questo caso potete linciarmi)
Buon proseguimento di vita a tutti~
STAI LEGGENDO
I colori che urlano
FanfictionSono ormai passati quattro anni dal Grand Prix. Viktor ha terminato la sua carriera e vive a San Pietroburgo con Yuri, intenzionato invece a continuare la propria. La loro nuova vita è segnata tuttavia da numerose turbolenze, che aggravano la loro v...