Capitolo Sei.

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"Andiamo via per sempre,
ma insieme."

La mattina dopo era domenica, mi svegliai un po' frastornata ma con dei bellissimi cornetti accanto al letto.
Sorrisi spontaneamente alla vista di quella colazione tanto invitante e mi misi a sedere.
Anche quella mattina avevo la faccia leggermente appiccicosa ma non m'importava.
Accesi la TV e misi su Real Time tanto per cambiare, adoravo quel canale e guardavo tutti i giorni gli stessi programmi.
Come tutte le mattine mi arrivò il messaggio del buongiorno di Jeremy e sorrisi come sempre.
Mentre mangiavo il cornetto e bevevo un dolcissimo succo di frutta mia madre bussò alla porta e mi chiese di entrare.
Esclamai un "sì" ed entrò con un sorrisone.
-Alice, ieri avevo capito benissimo che non andava per niente bene comunque.
Ora come stai?- mi colse di sorpresa con quelle parole e sorrisi cercando di sembrare il più credibile possibile.
-Va tutto bene ora mamma, davvero.-
Lei sorrise e poi continuò il suo discorso.
-Devo darti una notizia.- si sedette sul bordo del letto accanto a me.
-Alex aveva un amico d'infanzia che viveva qui e in seguito si trasferì in Provincia di Vicenza.
Ora è nuovamente qui e oggi andiamo a pranzare da lui.- disse tutta contenta, non avevo mai sentito parlare di un amico che viveva lontano da qui.
Boh.
Io annuii non sapendo cosa rispondere, almeno mi svagavo un po'.
-Ah ha anche un figlio quindi è meglio se ti vesti bene e non con il solito abbigliamento jeans e maglietta.- mi strizza l'occhio e chiude la porta alle sue spalle non lasciandomi controbattere.
Mi alzai contro voglia e mi andai a lavare.
Aprii l'armadio scrutando tutti i vestiti accuratamente, finché il mio sguardo non si posò su un vestitino semplice nero, che lasciava scoperti gli omeri.
Lo provai e mi stava a pennello, metteva in risalto le mie curve e mi faceva sembrare più slanciata.
Anche se avevo il vestito con le calzamaglie presi delle converse che di abbinavano perfettamente.
Non potevo mettere di certo i tacchi, già li odiavo.
Aggiustai i capelli che mi ricaddero sempre boccolosi sulle spalle e misi il mascara e l'eye-liner in viso.
Mio padre tornò da lavoro e ci vide già pronti, così partimmo.
Mia sorella era vestita elegantissima, la guardavo come fosse un alieno in macchina.
Intanto mi accorsi di parecchie notifiche non lette, non calcolavo proprio il telefono in genere.
Nella barra messaggi:

Jeremy❤️:
Nana che combini? Non rispondi mai ai messaggi eh

Olly💙:
Ehi cuginetta ti devo raccontare un casino di cose, quand'è che ci vediamo quindi?

Elisa Mia❤️:
Sei completamente sparita, quando ti farai viva mi avviserai.
Non mi avevi neanche detto che stavi con Jeremy, l'hai detto persino a Thomas ieri.
Bah

Sbuffai alla vista di tutti quei messaggi e li ignorai ancora una volta, non mi andava proprio di rispondere.
Senza neanche accorgermene eravamo arrivati.
Scesi dalla macchina un po' ansiosa, dopotutto non conoscevo queste persone.
Saliti su l'amico di mio padre ci accolse con grande affetto ed io sorrisi.
La moglie era ai fornelli e si sentiva un profumino gradevole, ma non vedevo il ragazzo.
-Scusatemi se mio figlio non è qui, è in camera sua, in questi giorni è sempre per i fatti suoi e poi abbiamo "ospiti".- disse mimando le virgolette.
-Senti ti va di andarlo a chiamare? Se non ti dispiace.- mi chiese sempre lui, io sgranai gli occhi e mi indicò una delle camera al piano di sopra.
Il pavimento era tutto in parquet e la casa era ben arredata, molto confortevole insomma, anche abbastanza grande.
Senza neanche pensarci abbassai la maniglia della stanza e me ne pentii subito dopo.
Avevo davanti a me lo spettacolo più brutto che avessi mai visto.
-Scusate non volevo...interrompervi.- dissi con il solito groppo in gola che oramai mi accompagnava ogni singolo momento.
Thomas ed Elisa mi guardarono con gli occhi sbarrati e lui divenne tutto rosso.

Thomas POV'S
Ero diventato sicuramente un peperone vivente, ma era normale date le circostanze in cui ci trovavamo.
Era entrata Alice mentre io ed Elisa ci stavamo baciando.
Non riuscivo a rispondere alle sue scuse, le parole mi morivano in gola ogni volta che provavo a pronunciarle.
Mi rimisi la maglietta ed Elisa scese dalle mie gambe alzandosi e sistemandosi imbarazzata.
Alice era dannatamente bella, con un vestitino che lasciava scoperte le spalle e il suo viso roseo che mi faceva impazzire ogni volta.
Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso e speravo che Elisa non lo notasse.
-Scusaci Alice, ma che ci fai qui?- le domandò Elisa con fare provocatorio.
-A quanto pare i miei genitori conoscono quelli di Thomas e suo padre mi ha detto di venirlo a chiamare perché è pronta la cena.- sembrava costantemente arrabbiata con Elisa, si scambiavano sguardi torbidi ma erano migliori amiche.
Alice si scusò ancora una volta e ripeté che era pronta la cena e chiuse la porta alle sue spalle andandosene.
Io ed Elisa rimanemmo soli per qualche minuto.
-Tu lo sapevi?- mi domandò con le mani sui fianchi.
-Cosa?- aggrottai le sopracciglia non capendo a cosa si stesse riferendo la mora.
-Che i vostri genitori erano amici, che doveva venire stasera.-
-No, sapevo solo che c'erano degli amici di mio padre ospiti a cena, ma pensavo i soliti senza figli e noiosi.- dissi alzando le spalle e aprii la porta incitandola a scendere.
Non vedevo l'ora di vedere il dolce viso di Alice arrivato a tavola, solo che stava male e si vedeva.
Seduti a tavola ci presentarono, io feci finta di non conoscerla e lei lo stesso.
Mentre mangiavamo e chiacchieravano i nostri genitori ci scambiavamo degli sguardi.
Elisa probabilmente se ne accorse perché mi prese per mano da sotto il tavolo, io strinsi la sua mano ma continuai inevitabilmente a guardare Alice.
Ad un certo punto la vidi guardare il telefono e alzarsi andando verso il bagno, mi alzai con la scusa di dover prendere il mio telefono di sopra che squillava.
La raggiunsi davanti alla porta del bagno e mi vide sorridendo mentre parlava con il suo ragazzo suppongo.
Chiuse la chiamata con una serie di scuse e si girò completamente verso di me.
-Non fa niente per prima eh...- dissi riferendomi all'entrata improvvisata di mezz'ora prima.
-Ammettilo che ho rovinato tutto.- fece una risatina.
Amavo quando sorrideva oppure rideva, faceva sorridere anche me e mi veniva un'irrefrenabile voglia di baciarla.
Iniziai a fissare insistentemente le sue labbra preso da quella voglia di baciarla che non finiva, che non mi abbandonava.
Lei si avvicinò di poco a me e vidi le lacrime scendere lungo le sue guance numerose, i miei pollici furono su di esse per mandarle via a poco a poco.
Più che un bacio ci abbracciamo, lei mi strinse forte, mi era mancato così tanto respirare il suo profumo a pieni polmoni.
Perché alla fine anche il mio giubbotto sapeva di lei, infatti lo amavo.
Ero completamente pazzo di lei, nonostante ero molto timido mi veniva tutto spontaneo.
Le accarezzai i capelli dolcemente e lentamente mentre lei aveva la testa nell'incavo del mio collo.
-È tutto okay, ci sono io qui piccola.- le sussurrai nell'orecchio continuando ad accarezzarle i capelli.
Sentii che le sue lacrime non mi bagnavano più il collo, aveva smesso di piangere, si era calmata.
Solo grazie a me.
Sentii dei passi sempre più vicini ma me ne fregai e le diedi un bacio sulla fronte rassicurandola e tenendola stretta stretta a me.

Spazio Autrice.
Ho fatto due capitoli in un giorno quindi sono contentissima, cerco di pubblicare al più presto.
Vi amo.
Besos.

Save Me. •Thomas Bocchimpani•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora