Capitolo Due.

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"Desiderava solo trovarsi tra le sue braccia e mandare a fanculo tutti."

La mattina seguente mi alzai dal letto con una grinta mai vista prima, non sembravo decisamente io.
Mia madre appena mi vide mi toccò la fronte per controllare scherzosamente se avessi l'influenza.
Una volta lavata e vestita mi truccai giusto un po', un sottile strato di eye-liner e un po' di mascara.
Lasciai i capelli sciolti e ricadenti vaporosi sulle spalle, come sempre lunghi e boccolosi. Avevo sempre portato i capelli lunghi del resto, solo in quinta elementare avevo fatto il caschetto e...beh un'esperienza da dimenticare.
Prima di scendere presi il giubbotto di Thomas e me lo infilai frettolosamente sentendo subito il suo profumo risalire alle mie narici.
Scesi di casa con lo zaino nero della Napapiri sulle spalle e mi avviai verso l'autobus che mi avrebbe portata a scuola.
Come al solito eravamo schiacciati contro le pareti, ammassati come un gregge di pecore, non passava un filo d'aria.
Non mi erano mai piaciuti i pullman ma quel giorno avevo una voglia matta di urlare a pieno petto, ma purtroppo non potevo.
Arrivai a scuola con i capelli scombinatissimi e con un'aria mezza sconvolta, che sinceramente accompagnava perfettamente le materie di quel giorno.
Andavo al liceo musicale e facevo il secondo anno, mi piaceva molto come scuola ma c'erano certe giornate che inducevano al suicidio.
Entrai nell'aula salutando tutti i miei amici e la professoressa, e mi sedetti come al solito accanto a Elisa la mia migliore amica.
Dopo qualche minuto passato a fantasticare su Thomas e la sua infinita bellezza, Elisa mi riscosse dai miei pensieri con un semplice schiocco di dita.
-Ti vedo strana oggi, che hai? Sputa il rospo ti conosco troppo bene per credere alla storia del sonno.- mi disse astuta con un sorrisetto furbo dipinto sul volto.
-Non è niente di particolare, solo che ieri ho inco...- la prof mi fermò richiamando la mia attenzione e quella  di Elisa.
***
Dopo una sonora sgridata della rompipalle di Inglese le ore si conclusero con una noiosissima ora di Matematica, che mi aveva straziato.
Uscita da scuola m'incamminai per il solito pullman dove eravamo tutti spiaccicati ai finestrini sempre con Elisa.
Tornata a casa dopo aver salutato affettuosamente la mia migliore amica mia madre mi salutò calorosamente.
Dopo le solite noiose domande su come sia andata la mattinata finalmente finii di mangiare e mi rinchiusi nelle mura del mio rilassante mondo, la mia camera.
Che poi mia non era, la condividevo con mia sorella, ma siccome studiava fuori veniva solo il weekend.
Mi lasciai cadere a peso morto sul letto prendendo il telefono, amavo questi momenti mi rilassavano troppo.
Dopo essermi sistemata per bene iniziai a scorrere le notizie su Instagram non trovando nulla di interessante, fin quando non mi arrivò una notifica:
@thomas_officialpage ha chiesto di seguirti.
Quando capii finalmente che 15 minuti di salti sul letto strillando erano sufficienti tornai a sdraiarmi con quel mio sorriso da ebete, quando mi succedono le cose belle. Cioè poche volte nella vita.
Accettai in fretta la sua richiesta e meditai di mandargli un messaggio dove dicevo che avevo il suo giubbotto.
Lo seguii anch'io.
Scorsi tutte le sue foto, era proprio
bello mamma mia.
A quel punto gli inviai un messaggio con l'ansia addosso.

Direct:


-Ciao Thom hai dimenticato il giubbotto da me, me ne sono accorta quando sono salita a casa HAHAHAH

-Lo so infatti stavo per dirti la stessa cosa Hahaha,quando lo posso passare a prendere?

-Magari stasera verso le nove

-Va bene,passo stasera allora❤️

-Non vedo l'ora❤️

Mi pentii di aver inviato quel messaggio circa due secondi dopo, ma non vedevo l'ora seriamente di rivederlo.

***

Arrivata la sera avevo un'ansia che non mi permetteva neanche di respirare.
Ero fissa davanti all'orologio aspettando che si facessero le nove, seduta con le gambe accavallate, la sinistra tremava nervosamente.
Ero in uno stato a dir poco pietoso.
Continuavo a rileggere la nostra chat corta, mentre il cuore batteva all'impazzata e la voglia di far spostare la lancetta verso l'orario in cui sarebbe arrivato era tanta.
Mia madre era andata a cena con il suo compagno circa un'ora fa, meglio così.
Per un po' il mio sguardo si ritrasse nel vuoto, completamente perso.
Il suono chiaro e squillante del campanello mi fece quasi sobbalzare dalla sedia.
Mi alzai di colpo ed andai a rispondere al citofono, appena sentii la sua voce leggermente nervosa sorrisi d'impatto.
Se sapesse quanto ero nervosa io!
Mentre aspettavo di vederlo, avevo lo stomaco super attorcigliato, e il cuore che per poco non usciva dal petto.
Non ero mai arrivata a quello stato di ansia, era pazzesco.
Fissa davanti alla porta, suonò il campanello e mi affrettai a posare la mano sulla maniglia.
Essa tremava, presi un respiro profondo e abbassai la maniglia scoprendo piano piano la figura alta e snella di Thomas.
Era ancora più bello del giorno prima, aveva anche il ciuffo un po' più ordinato (se si poteva definire ordinato).
-Ehi...- feci salutandolo con il classico bacio sulla guancia.
-Ehi...- rabbrividii e sorrise.
Mi staccai velocemente e gli chiesi di accomodarsi, lui accettò volentieri.
Lo accompagnai tenendolo per mano dolcemente alla mia camera, dove si trovava il giubbotto.
Entrò in camera e si guardò intorno.
-Mi piace la tua camera, poi ha il tuo profumo quindi...- la situazione stava degenerando lentamente, io stavo perdendo il controllo.
Mi girai verso di lui e rimanemmo a guardarci negli occhi per un tempo indefinito.
Cercando di non far accadere niente gli porsi il giubbotto e staccai il mio sguardo dal suo.
Anche lui sembrò riprendersi e prese il giubbotto.
Si grattò la nuca e fece per andarsene ma lo bloccai.
-Perché non resti?- gli chiesi a bruciapelo.
-Okay.- disse solo.
Mi sedetti sul letto e gli feci cenno di venire accanto a me, lui sorrise e si sedette vicinissimo a me.
-Tutto bene?- feci per spezzare l'imbarazzo che si era creato.
-Sì...cioè no, perché sono in ansia.- fece  abbassando lo sguardo con le gote leggermente rosse, era uno spettacolo.
-Perché domani sarà il mio primo giorno nella nuova scuola, visto che mi sono trasferito da poco qui...- continuò con un'espressione preoccupata.
Gli presi la mano e l'accarezzai lentamente, cercando di trasmettergli almeno un po' di calma.
Non sapevo che si fosse trasferito da poco, e gli chiesi subito che a che scuola sarebbe andato dall'indomani e con mia grandissima sorpresa elencò la mia stessa scuola.
A quel punto realizzai che da quel giorno l'avrei visto tutti i giorni e il sorriso che comparve sul mio volto fu enorme.
-Quindi ci vedremo tutti i giorni?- gli dissi ancora con quel sorrisone.
Sorrise anche lui sapendo quella notizia stupenda, i suoi occhi brillavano.
-Menomale che ci sei tu domani.- mi strinse la mano.
Si avvicinò di poco a me e fummo a pochi centimetri di distanza.
Le sue mani scesero sui miei fianchi e rabbrividì all'istante, sentivo il suo respiro caldo sul viso.

Spazio Autrice.
Hola Gentee!
Come state? Oggi è stato il compleanno del nostro Thommy, quanto lo amo madoo!
Ecco qui il secondo capitolo, che non è un granché ma non avevo tanta ispirazione.
Non vedo l'ora che arrivi sabato per vedere il serale.
Ricordatevi di lasciare una piccola stellina se vi piace il capitolo

Save Me. •Thomas Bocchimpani•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora