"È un cuore rotto a metà che a volte non coincide."
Avevo corso fino alla mia classe, dove mi ero fermata con il fiatone e il cuore che pulsava a più non posso.
Mi sentivo uno straccio, dovevo smetterla di stare male per loro due.
Si amavano? Non c'era problema.
Tra l'altro avevo anche lasciato lì Federica tutta sola.
Eppure come faceva a dimenticare tutto ciò che era successo?
Erano venti minuti buoni che il mio cervello continuava a farsi questo tipo di domande, a cui però, alla fine non riusciva a trovare risposta.
Il cuore continuava a battere all'impazzata, e le lacrime minacciavano di uscire.
Non volevo piangere, non di nuovo.
Sentii bussare alla porta, probabilmente non mi ero neanche accorta di averla chiusa.
Cercai di ricompormi il più presto possibile e la aprii scoprendo la figura alta e formosa di Federica.
La guardai e abbassai lo sguardo.
-Ehi che è successo? Ad un certo punto mi sono girata e non c'eri più...
Sai Thomas mi ha detto di venire a cercarti, era abbastanza preoccupato.- disse torturandosi le mani.
Non le piaceva parlare di me e Thomas, probabilmente sospettava di noi.
-Ho avuto un momento di sconforto, ma ora va tutto bene.- risposi cercando di essere il più convincente possibile.
-Sicura? Non hai una bella cera in realtà...- confessò facendo una smorfia dispiaciuta e io le sorrisi debolmente.
-Sì, poi l'ultima cosa che voglio è che tu ti preoccupi per me. Sto bene, davvero.-
Lei annuì e mi disse di tornare nell'auditorium, io le risposi di iniziare ad andare e che l'avrei raggiunta dopo poco.
Ero sola nella classe, finalmente.
Non avevo quasi più voglia di piangere quindi presi un bel respiro e m'incamminai anch'io verso l'auditorium.
Quando entrai nella sala era stracolma di alunni.
Vidi da lontano Federica e Riccardo farmi segno di raggiungerli e sgattaiolai tra le classi.
Federica si avvicinò a me e mi sussurrò all'orecchio: -C'è Thomas che vuole parlarti, è in fondo all'aula mimetizzato tra i ragazzi di quinto, vai!-
Il mio cuore perse immediatatamente un battito a quelle parole e corsi in fondo all'aula pronunciando almeno un centinaio di "permesso".
Appena mi vide sorrise impercettibilmente, sorrisi anch'io senza motivo.
Lo amavo, lo amavo smisuratamente.
-Ehi...- mi disse sfiorandomi distrattamente il braccio con le dita.
Quel contatto quasi non mi fece balzare da terra.
Io non risposi, dandogli il tempo di dire tutto quello che aveva da dirmi.
-Sai non è facile neanche per me...- posò una mano sulla mia, io la tolsi immediatamente.
-Non possiamo continuare così Thomas, non possiamo proprio.- sbottai arrabbiata.
-Lo so, devo dirti una cosa...- sussurrò flebilmente.
Avevo paura di sentire qualunque parola sarebbe potuta uscire dalla sua bocca, aveva tanto l'aria di non essere una bella notizia.
-D-dimmi...- risposi tremante.
-Non fare così, è già complicato in sé...- si lamentò sbuffando e roteando gli occhi.
-Allora...dobbiamo fare finta di niente, ancora una volta. Come se non fosse successo niente.- lo disse con una tale disinvoltura che improvvisamente mi si chiuse lo stomaco.
-Fare come se non fosse successo nulla dopo tutto quello che è accaduto? Ah perché tu ci riesci? Sentiamo.-
Lui girò il capo dall'altro lato non rispondendo alla mia provocazione.
1-0 Thomas, questa me la paghi. Pensai.
-D'accordo lo ammetto è difficile anche per me, ma non posso né lasciarla e né mentire ad Elisa.- il mio cuore si stava spezzando in mille pezzi.
Quello era Thomas? Pensai.
Lo stesso ragazzo che mi aveva portata a casa sua dopo la delusione di Jeremy e mi aveva offerto la cioccolata calda per poi accoccolarsi accanto a me e stringermi a sé? Era sconvolgente.
Non avevo nessunissima voglia di restare lì, ma decisi di non fare di nuovo la bambina che appena le si presenta un problema corre via piangendo.
Mi girai ancora una volta a guardarlo e cercando con tutte le mie forze di non piangere presi parola.
-Okay Thomas. Da oggi in poi niente più giochetti.-
Lui girò immediatamente il capo verso di me con un amaro sorriso dipinto in viso.
Annuì e lo vidi sparire tra i ragazzi in meno di venti secondi.
Dovevo trovare Federica e Riccardo, sentivo gli occhi pizzicare e le gambe tremare.***
Erano le quattro del pomeriggio e non avevo né voglia di studiare e né di dormire, quindi decisi di fare un giro.
Il vento quel pomeriggio era gelido.
Camminavo per le strade della mia amatissima città con le mani nella tasca della felpa ed il cappuccio, ci voleva proprio un po' d'aria fresca.
Ad un tratto sentii il mio sedere vibrare e spaventata mi accorsi del telefono che squillava.
Leggermente stupida direi.
Era mia madre, lo spensi a malincuore.
Non potevo sorbirmi i problemi di entrambe, non in quel momento.
Sapevo di star sbagliando, ma era meglio pensare a me, per una volta volevo essere egoista e pensare solo ed esclusivamente a me stessa.
Mi arrivò un messaggio, capii che aveva intuito che non avevo risposto appositamente.
Nella barra messaggi:Mamma🙋:
Quando avrai voglia di parlarmi di qualunque cosa ti stia accadendo me lo dirai.Jeremy❤:
Possiamo parlare? Ti prego.Thomas Bocchimpani:
Facciamo finta di niente,ma non perdiamoci come amici😉La mia mente andò in tilt nel giro di tre secondi circa.
Quel nome, quel nome mi faceva sorridere come una bambina.
Decisi di provare ad ignorare tutti e tre i messaggi (con gran fatica) e continuai a camminare indirizzata verso una gelateria.
Pensavo a tutto ciò che mi stava accadendo nel giro di forse un mese, ed era davvero troppo per me.
Avevo bisogno di rilassarmi e dedicarmi alla mia persona.
Forse dovevo continuare a mentire a mia madre, o almeno sarebbe stata la cosa più giusta da fare per non caricarle problemi su problemi, cosa che io facevo tutti i giorni però.
Non ero una ragazza d'esempio, questo lo sapevamo tutti in famiglia.
Ero capricciosa, a volte solitaria, ma molto socievole.
Pensavo di fare la cosa giusta escludendo mia madre dalla mia vita privata, lo credevo bene.
Volevo inoltre ignorare il messaggio di Jeremy, sinceramente quel ragazzo mi faceva molta paura.
Non ho mai tollerato gli uomini che alzano le mani alle donne, anche se avevo ricevuto solo un semplice ma doloroso schiaffo.
In ogni caso non tolleravo e non tollero nessuno schiaffo o altre forme fisiche contro le donne.
Quindi decisi di non rispondere neanche a lui, meglio così.
Per quanto riguarda Thomas invece...
Non lo sapevo proprio.
Potevo trattenermi e fare finta di essere solo una sua semplice amica?
Si può essere amico della persona che si ama alla follia senza poterla baciare ogni volta che si vuole o poterle confessare il proprio amore?
Oppure, si può sopportare che la propria migliore amica stia con la persona che si ama?
Queste erano le domande che quel pomeriggio mi torturavano insistentemente la mente, che non mi lasciavano respirare.
Io avevo bisogno di Thomas, ma non come amico.
Ma forse lui si era accorto di non amarmi abbastanza a tal punto di lasciar andare Elisa.
Già probabilmente era così.
Dovevo farmene una ragione.
Avrei dovuto sopprimere i sentimenti che provavo per lui senza ritegno, solo così sarebbe andata bene.Spazio Autrice.
Holaa!
Come state? Io diciamo bene.
Scusate se i capitoli sono un po' tristi è che talvolta rispecchiano il mio umore.
Finalmente sono tornata a scrivere e ne sono felicissima.
Scusate eventuali errori grammaticali è che mi sono affrettata per portare il prossimo capitolo in fretta.
Comunque volevo riproporvi delle domande che si trovano nel capitolo e mi piacerebbe che rispondeste.
Eccole:
1) Si può essere amico della persona che si ama alla follia senza poterla baciare ogni volta che si vuole o poterle confessare il proprio amore?
2) Si può sopportare che la propria migliore amica stia con la persona che si ama?
Comunque pubblicherò tra dopodomani e venerdì.
Detto questo io mi dileguo.
Besos.
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Save Me. •Thomas Bocchimpani•
Fanfic-Sai Thom- iniziai a testa bassa, giocando con il piccolo anellino che avevo all'anulare. -Sei quel tipo di persona che si desidera comunque, anche quando non si vuole nessuno al proprio fianco.- alzai lo sguardo e feci incontrare i nostri occhi. Mi...