A Portland Geoff si è preso del tempo per spiegarmi accuratamente, senza tralasciare nulla, come funzionasse tutto.
Mi ha spiegato che la prima cosa che si fa usciti dall'aeroporto è andare all'hotel.
Dopo essersi sistemati nelle stanze, c'è un po' di tempo libero in cui di solito si fa un giro della città e ci si riposa, molto più probabile che si tratti della seconda...
In seguito, verso il primo pomeriggio Shawn ha i meet and greet dove passa ore intere a scattare foto con i fan ed a rispondere alle loro domande.
Finiti gli incontri con le fan c'è il sound check ed infine concerto di apertura e poi il momento che tutti stavano aspettando...
Comincia il concerto di Shawn.
Quando si sta più di un giorno in una città probabilmente ci saranno da fare interviste: radiofoniche o televisive oppure si tratta di feste, premiazioni o qualche altro evento mondano...
Ed è una cosa che se ci penso mi fa venire la pelle d'oca perché io sono qui per la maggior parte del tempo e vivo tutto quello che c'è dietro ad un tour proprio come lo vivono loro.
Io però sono diversa dagli altri...
Io perdo la cosa più importante e quella che forse fa emozionare di più...Il concerto.
Esatto, mi perdo l'essenza di tutto.
Geoff mi ha spiegato anche come funziona la parte burocratica dell'organizzazione di una tournée: i permessi per le arene, le responsabilità amministrative, le prenotazioni da effettuare e così via...
Mi ha fatto capire come mai sembra sempre che il tempo non passi quando aspettiamo che un cantante annunci qualche data.
I permessi per tutte le persone che lavorano dietro a questo progetto sono tante ed a me manca proprio una autorizzazione...
A Portland, dopo il sound check e dopo aver passato del tempo a fare compagnia a Shawn che si preparava in camerino, Andrew mi ha chiesto di andare urgentemente da lui e così io ho fatto...
Mi ha spiegato che per ragioni organizzative e per il fatto che non avessi quel particolare permesso io non potevo restare ai concerti.
Mi ha detto che fuori l'arena c'era un auto che mi avrebbe riportata in albergo...
Dentro di me mi sentivo davvero delusa, ma non ho obiettato perché non avevo niente su cui appoggiarmi in quella situazione ed in più mi sentivo già onorata di poter essere lì, non volevo rovinare tutto...
Così io e mio cugino abbiamo spiegato la cosa agli altri, che dalle loro facce sembravano delusi quanto me, e poi alla fine sono andata in albergo.
Ormai siamo alla quarta tappa e c'è da ammettere che la seconda e la terza non sono andate proprio come mi aspettavo...
Siamo stati prima a Vancouver e poi a Seattle ed oltre a trovare un tempo pessimo che metteva addosso una grande tristezza ed oltre al fatto che era praticamente impossibile passare un po' di tempo all'aria aperta a meno che non si avesse il desiderio impellente di inzupparsi, avevamo tutti una gran nostalgia di casa.
Per cui ci sforzavamo di non perdere la pazienza, di non rispondere male e di essere, per quanto ci riuscivano gentili, ma fidatevi era difficile.
«Io non posso crederci» ammette Mike dopo aver visto che fuori l'aeroporto di Oakland, California il solo splendeva alto il cielo
Sarà per la colazione buonissima che ci hanno offerto a Seattle o sarà proprio per il fatto che c'è il sole, ma oggi siamo tutti di buon umore...
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Take me on tour || Shawn Mendes
Fanfiction«Vorrei qualcuno che stesse con me ventiquattro ore su ventiquattro» continuo «con cui posso combattere la noia e che, insomma, mi faccia sentire meno solo» Andrew annuisce: prima un movimento impercettibile poi sempre più forte... «Si...» afferma...