19. Philadelphia

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Penultima tappa del tour.

Gli ultimi miei quattro giorni.

Non so se vi è mai capitato di provare quella strana malinconia alla fine dell'estate che vi fa sentire già catapultati a scuola nonostante l'estate non sia ancora effettivamente finita.

Mi sento così.

Come se mi stessi già portando appresso il peso dei ricordi di quei giorni felici di viaggio.

Sono nella stanza d'hotel a Philadelphia, una delle città più storiche qui in America.

Ho lo sguardo perso in un incredibile tramonto che vedo dalle enormi vetrate che prendono un'intera parete in questa stanza.

I colori del cielo sono incredibili:
Rosa, rosso, viola, giallo.

Tutti insieme a fare contrasto con i grattacieli grigi al di sotto.

I raggi del sole sono ancora belli forti e molti invadono la camera rendendola quasi tutta dorata.

Sono seduta sul letto e davanti a me ho solo questa città che sembra tanto triste nonostante il tramonto.

Non ho più avuto dubbi.
Sembra strano, davvero.

Gli ultimi giorni sono stata tormentata dai miei pensieri ossessivi, non lasciandomi nemmeno un secondo per respirare.

Ma da quando io e Shawn ci siamo riavvicinati l'altra notte a Pittsburgh: da quando ci siamo baciati un'altra volta, da quando entrambi ci siamo tolti quella maschera di indifferenza che volevamo portare per difenderci.

Ha fatto della mia testa il posto più calmo all'interno di me.

Lui mi fa questo: c'è e tutti i pensieri che mi porto dietro da anni sembrano non esistere più, quando non c'è vengo risucchiata da un vortice di cattiverie e brutti pensieri generati dalla mia mente.

Ed io ho deciso di restare.
Non voglio lasciarlo proprio ora che mi sento così leggera e potrei davvero dire Felice.

Devo ancora trovare il modo di dirglielo.

L'occasione.

Sento sfiorarmi il braccio dal tocco leggero di un dito, automaticamente in quella zona comincia a formarsi la pelle d'oca che mi provoca tanti piccoli brividi.

Giro a guardare il moro sdraiato sul letto che mi accarezza il braccio.

Ci siamo addormentati insieme nella sua camera in queste ore che avevamo disponibili prima che cominciasse il concerto.

Lui ha ancora il viso assonnato, i riccioli ribelli non sanno più dove andare, un piccolo accenno di barba comincia a spuntargli sopra il labbro.

Gli sorrido.

«Ciao»

Lui alza un braccio per coprirsi gli occhi che non si sono ancora abituati alla luce.

«Hey» mi dice

La voce impastata dal sonno.

Sorrido per come sia strana questa situazione.

Da quando tra me e Shawn è nato questo qualcosa ho immaginato tanti diversi possibili scenari tra di noi.

Ed uno di questi era proprio quello di svegliarmi con lui al mio fianco.

Il ragazzo fa un sospiro e smette di accarezzarmi il braccio.

Si solleva a sedere e fa per avvicinarsi sempre di più a me.

Ha indosso solo i pantaloni della tuta grigi, ha dormito senza maglietta dandomi la possibilità di poggiare la testa sul suo petto nudo e facendomi fantastica ancora di piú.

Take me on tour || Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora