22. Lost in confusion

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Sono passate quasi due settimane da quando sono tornata a casa.

La vita sta andando avanti.

Passo tanto tempo con la mia famiglia, sono sempre pronta a dare una mano, sono sicuramente più attiva ed allegra rispetto all'inizio dell'estate.

Organizziamo un sacco di barbecue nel giardino di casa con i vicini.

Qualche volta ho visto le mie ex compagne di liceo. Che come io invidiavo, all'inizio dell'estate, per le loro vacanze da sogno, adesso invidiavano per me per l'esperienza che avevo trascorso.

Spesso facevo un giro in centro con la mamma e l'intera combriccola o, spesso, uscivo solo con Adam.

Con lui parlo più spesso di prima, ormai non mi limito più a raccontargli solo i fatti, gli racconto come mi sento rispetto a quei fatti.

E lui fa lo stesso. Perché nonostante a casa si comporti in modo diverso, con me trova la sua valvola di sfogo.

Siamo andati spesso al nostro caffè preferito: ci passavamo le ore a raccontarci tutto quello che consideravamo troppo difficile raccontarci a telefono mentre ero via.

Mi ha detto che una sua compagna di università, anche molto carina ha tenuto a specificare, l'aveva invitato a passare una settimana alla casa al lago che possedeva al lago Huron.

Ma che lui ha rifiutato perché non si sentiva di lasciare mamma dopo che ero partita anch'io.

Mi ha detto che la mamma è stata, sopratutto all'inizio, preoccupata per me. Perché non mi considerava forte abbastanza per riuscire a stare bene lontano da casa, si sbagliava.

Gli ho detto che mi dispiaceva per la sua amica e che speravo per lui ci sarebbe potuta essere un'altra occasione per riuscire ad andare al lago.

Ed infatti è stato così. Avevo proposto alla mamma di andarci tutti insieme, l'idea è piaciuta e credo che il mio fratellone ne sia stato contento.

Io, dal mio canto, gli ho raccontato tutto di Shawn: dall'inizio alla fine, come deve essere raccontata una storia d'amore che valeva la pena.

Sarebbe stato un ottimo modo di finire l'estate, se non fosse che dentro me sto davvero male.

Sorrido tanto, cerco di essere partecipe, ma tutto questo succede solo perché altrimenti sarei trascinata da tutte le mie emozioni negative.

Sento un vuoto dentro incolmabile per via della sua assenza. Per via di come ci siamo lasciati quel giorno a Boston. E di come si sia rovinato tutto irreparabilmente.

Mi manca terribilmente e provo sempre a cercarlo ovunque, nonostante io lo sappia che non potrei mai trovarlo.

A volte me lo immagino. Che mi cammina al fianco, ma che non riesco a vederlo.

Lo sogno spesso. Che mi sorride e che mi chiede di seguirlo con un gesto della mano, ma io non riesco perché quando provo a fare un passo le mie gambe non si muovono.

È sempre nella mia testa ed è insopportabile tutto il dolore che sento.

Mille buchi neri che mi mangiano. Così me l'immagino questa sofferenza.

Ed è aumentata ancora di più quando, tre giorni fa, Andrew si è presentato a casa per fare un saluto.

Era tornato già da una settimana, aveva detto, ed aveva aggiunto che sarebbero ripartiti con il tour ancora tra un'altra.

Non ha accennato a nient'altro. Non mi ha parlato di Shawn e raccontava soltanto del più e del meno.

Ma vedevo che mi osservava come se si aspettasse domande o richieste da parte mia.

Take me on tour || Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora