15/16 𝑭𝒆𝒃𝒃𝒓𝒂𝒊𝒐 2008

7.1K 109 18
                                    

15 𝑭𝒆𝒃𝒃𝒓𝒂𝒊𝒐 2008                                  𝑰𝒕𝒂𝒍𝒚

𝑴ía era in camera mentre sua madre stava parlando al telefono con alcuni amici di famiglia.
Corse in camera sua e tutta contenta saltellando disse:
«Amore quest'estate andremo dai cugini in Argentina»

Mía iniziò a urlare e a ridere amava suo cugino Juan.
«Mamma grazie sono felicissima»

Ma chi era Mía?

Era una ragaza Italiana, nata a Torino e cresciuta in Calabria.
Aveva origini spagnole e argentine per parte del Papà e tedesche e italiane dalla parte di mamma.
Aveva compiuto 16 anni il primo di quel mese.
Frequentava il terzo del liceo linguistico.
Amava molto le lingue e ovviamente era molto brava in materia.
Aveva voti alti e non dava mai un dispiacere ai suoi genitori, anzi cercava di renderli orgogliosi.
Era una ragazza bellissima, capelli ricci castani e occhi blu mare, il nasino alla francese.
Era alta, aveva le curve giuste al posto giusto.
Tutti quanti le andavano dietro e sebbene molti di loro erano i più popolari della scuola Mía non cedeva a nessuno tanto che a 16 anni non aveva ancora dato il primo bacio.

Era una ragazza molto sportiva
ci teneva al suo corpo e alla sua salute. Mangiava cose sane anche se come ogni donna in alcuni periodi si lasciava convincere dai dolciumi e quindi cedeva.
Non ingrassava mai, anche se avesse mangiato un mammut intero non metteva su un grammo in più.
Praticava pallavolo da quando aveva sei anni, calcio da quando ne aveva dieci e andava in palestra da quando aveva quindici anni.
La pallavolo è stata da sempre la sua pasione ma per il calcio si doveva dare la colpa al suo papà che le aveva trasmesso questa passione e le aveva inciso nella mente e nel cuore una squadra in particolare, la Juventus.

A Mìa piaceva guardare le partite di calcio e piaceva tifare la Juventus perché un giocatore in particolare le aveva rubato il cuore.
Questo giocatore era Alessandro Del Piero.
Lei dava di matto quando lui segnava o semplicemente quando lo inquadravano per qualche intervista.

Oltre allo sport amava passare del tempo con le sue migliori amiche: Carlotta e Liana.
Carlotta era la sua migliore amica sin dall'asilo, con lei aveva condiviso tutto.. si chiamavano ogni sera per darsi la buonanotte e la mattina presto Mía andava a prenderla a casa visto che a Carlotta non piaceva alzarsi.
Liana l'aveva conosciuta al primo superiore. Ovviamente avendo molte cose in comune non ci volle molto affinché stringessero amicizia.
E così si formò il gruppo delle tre ragazze, quasi, più popolari della scuola.

Mía era la quarta di cinque figli.
Prima di lei venivano. Alejandra, Alessio, Juan poi lei e infine Maria. L'ultima arrivata..
Il padre Francisco e la madre Èlena hanno tirato su cinque figli trasmettendogli grandi valori, essendo lavoratori fin da piccoli trasmisero l'importanza di raggiungere le cose da soli, con i propri sforzi.
Il padre grande studioso con un dottorato in economia e commercio all'epoca direttore della banca e la madre una maestra d'asilo.
Non avevano problemi economici ma nonostante ciò avevano insegnato ai loro figli cos'era l'umiltà, la generosità e il rispetto.
E che Non si dovevano sentire importanti solo perché erano più benestanti, economicamente, rispetto agli altri.
Infatti Non vestivano firmati e non avevano quel particolare bisogno di spendere soldi a casaccio.

Questa era Mía ma come può avere parenti in Argentina?
Il nonno di Mía e il nonno di Juan Alonso erano fratelli.
E questo spiega la parentela.

Juan era il primo di due figli lui e Emma erano inseparabili, lei aveva l'età di Mía, lui era un anno più grande.
Juan aveva un migliore amico in mezzo a tutta la comitiva del suo paesino, questo ragazzino aveva condiviso con Juan ogni cosa sin dall'asilo, si dicevano tutto e come ogni coppia di migliori amici si sostenevano in qualsiasi situazione.
Entrambe i ragazzini frequentavano una scuola di calcio ed erano i più bravi nei dintorni.
Questo ragazzo si chiamava Paulo Dybala.

-----

16 𝑭𝒆𝒃𝒃𝒓𝒂𝒊𝒐 2008                                  𝑰𝒕𝒂𝒍𝒚

Come ogni mattina Mía si era svegliata, aveva fatto colazione, e stava andando a prendere Carlotta.
Arrivò sotto casa sua e Martha sua mamma le aprì dicendole che era quasi pronta.
Dopo dieci minuti circa erano gia sulla strada per andare a scuola.
Mía aveva deciso di dire a Carlotta del sul viaggio in Argentina così decise che era meglio affrontarlo sin da subito.
«Carlò sai una cosa? Quest'estate non sarò con tutti voi» il vento soffiava su di loro

«Come no?! E dove andrai?»

«In Argentina da Juan e Emma»

«Wow, che bello» sorrise e la strinse forte in un abbraccio. Sapeva quanto erano importanti per Mía i suoi cugini ed era Felice che finalmente dopo tanto tempo poteva rivederli «ma non ti dimenticherai di me vero?»

«Vero amore mio»

Arrivarono a scuola e come al suo solito Liana era in ritardo.
Presero possto insieme in un banco a due.
Liana quel giorno si assentò e le due migliori amiche parlarono del viaggio e di cosa avrebbero fatto.
«Alonso, Borriello potete unirci al vostro discorso?»

Li richiamo la professoressa di matematica dopo che entrambe erano scoppiate in una risata.
«Prof ci scusi è che mi faceva ridere»

Dopo scuola come sempre erano andati a casa facendo la stessa strada.
Si diedero appuntamento alle due e mezza in piazza e poi ognuno andò a casa sua.
Mía fece una corsetta torno a casa indossò la sua divisa di pallavolo con il numero 10 preparò velocemente un insalata per poi mangiarla e poi come previsto andò in piazza per incontrare la sua migliore amica, anche lei con la divisa di pallavolo.
Andarono in palestra per fare gli allenamenti e perché doveva dire al coach del viaggio in Argentina.

L'allenamento andò bene.
Ora arrivava la parte difficile.
Mia sapeva che il mister non approvava la sua partenza poiché serviva alla squadra essendo una delle più forti.
Dopo essersi cambiata nello spogliatoio lo andò a cercare e quando lo vide subito cercò di raggiungerlo visto che stava andando verso la macchina
«Mister! Mister! Aspetti le devo dire una cosa»

«Oh, ciao Mía. Dimmi..»

«Riguardo quest'estate non so se riuscirò a esserci ai tre tornei..»

«Perché?»

«Io e la mia famiglia andiamo in Argentina per le vacanze»

«Mía non posso permetterti di andare.. la squadra ha bisogno di te e delle tue giocate. Certo c'è Carlotta ma servi tu. E poi abbiamo la regionale il campionato Come facciamo?»

«Coach io non posso rifiutare. Ci sarò per la regionale e per il campionato»

«Siamo sicuri? »

«Sicurissimi»

«Mi fido eh! Ora vai a metterti il cappotto ti prenderai la febbre a lunedì»

«A lunedì mister!»
Così si salutarono.

Mía insieme a Carlotta si diresse nella sala palestra dell'edificio e iniziarono a fare giri sugli attrezzi.
Dopo aver finito, sempre insieme andarono a casa di Carlotta per fare i compiti.
Poi ognuno andò a casa sua.
Prima di andare a dormire come sempre si chiamarono per darsi la buonanotte e la mattina dopo iniziò di nuovo la solita routine

𝑰𝒍 𝒎𝒊𝒐 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒐 𝒃𝒂𝒄𝒊𝒐 || Paulo Dybala [ⁱⁿ ʳᵉᵛⁱˢⁱᵒⁿᵉ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora