𝑰l giorno seguente Mía si svegliò accanto a Juan, eh sì, aveva preferito dormire insieme a lui. Sorrise accarezzandogli i capelli. Per immortalare il suo secondo giorno in Argentina prese la Polaroid scattò una foto a suo cugino che stava dormendo beatamente. Indosso un pantaloncino da tutta grigio che arrivava Fino al ginocchio e una canottiera di Juan. Prese il suo zaino nero e ci mise dentro le tipiche cose da donna e a richiesta di Emma il costume da bagno. Il suo e ovviamente quello dei suoi cugini. Mise dentro anche la Polaroid.
Quando Juan si svegliò fecero colazione insieme agli altri poi ognuno prese a fare una cosa diversa. In casa erano rimasti Mía, Emma e Juan, che da lì a poco sarebbe andato al campetto Per discutere della partita.
Mía e sua cugina decisero di accampagnarlo.
Erano sedute con le gambe incrociate a terra a bordo campo.
I giocatori stavano entrando in campo e Emma strinse il braccio di Mía che fece una faccia strana.
«Che ti prende?!»«Guarda il numero 2»
«Eh»
«È STRAFIGO .. non trovi? Si Chiama Ignazioo»
«Nah, non mi Piace» risponde.
Mía si appoggiò alla spalla di sua cugina «Sono comoda?»«Tanto» risero.
I giocatori iniziarono a allenarsi e le due cugine per ammazzare il tempo ironizzavano ogni loro mossa.
Mía fece una battuta riguardo la caduta del numero 11. Emma rise, rise tanto da sdraiarsi a terra, Mía guardandola rise fino a sdraiarsi.
Juan e Paulo andarono dalle due ragazze.
Si ricomposero e rimasero in silenzio.
Poi le Mía e Emma si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere.
I ragazzi trovandole divertenti iniziarono a ridere.
Il numero 11 si avvicinò a Mía e in argentino le disse:
«Sapresti fare di meglio?» E lei sempre in argentino rispose:«Si ragazzo, sta a vedere. Magari impari qualcosa» gli fece l'occhiolino e si alzò dal prato.
Il numero due le passo la palla e da li iniziò una specie di simulazione per la partita.
Paulo,Juan e il numero 11 erano seduti insieme a Emma per guardare quello che stava facendo. E al loro posto entrarono in campo altri tre giocatori.Finalmente Mía riesce a prendere la palla inizia aschivare alcuni calciatori grazie allo slalom. Poi arriva vicino alla porta, i difensori stavano davanti a lei.
Non c'era nessuna possibilità se Non la rovesciata.
'Tentar non nuoce' pensò la ragazza
E così fece.
Mía segnò, mentre i giocatori fissavano la palla increduli.
Lei si alzò e si pulì la canottiera e le spalle. Guardo il numero 11 e gli fece occhiolino.
Il mister e i giocatori la guardavano increduli mentre Paulo, Juan e Emma avevano un sorriso che prativa da un orecchio e finiva all'altro.
Il numero 11 la guardava quasi infuriato, imprecando in argentino.
Mía rise e poi corse verso suo cugino che la prese in braccio e fece un giro completo«Sei stata fantastica!»
«Si lo so»
«Oh ne abbiamo un'altra modesta!» Paulo si rivolge a Emma indicando mia
«Già!»
«Cosa? Perché?»
«Sei uguale a tuo cugino! Anche lui è modesto come te» ridacchia Paulo e Mía ride battendo il cinque suo cugino!
«Mía sei un disastro! Guardati hai la maglia tutta sporca» gli fece notare la cugina
Si misero a ridere.«Io non ho il cambio me lo porta mia mamma dopo la partita, tu hai qualcosa?»chiese Juan a Paulo.
«Dovrei avere qualche maglia in più nello spogliatoio.»
«Dai Mía vai da Paulo ti darà una maglia»
E così Paulo e Mía si avviarono verso lo spogliatoio.
«Sei stata bravissima, veramente. Non ho mai visto una ragazza giocare così a calcio» si complimentò lui.«Grazie anche tu non sei male»
Arrivarono allo spogliatoio e Paulo gli fece vedere due mahlie. Una tutta verde con scritto 'Dybala' dietro e una tutta nera con il medesimo cognome.
'E così fa Dybala di cognome!'«Allora, quale ti piace?» chiese lui
«Non lo so per me è uguale, scegli tu» disse imbarazzata
«Uhm, allora» si grattò il mento pensando «io penso che con quei pantaloncini si abbini di più quella nera» disse mettendo davanti a lei la maglia, posizionandola Sopra quella che teneva addosso.
Mía rise«Okay, allora metto questa»
Paulo si girò di spalle e Mía pure. Erano di spalle. Mía si tolse la maglia e la passò a Paulo che le diede l'altra.
La indossò e si giro verso di Paulo.
«Allora? Come mi sta?»Paulo la scrutò da testa a piedi e le fece fare un giro su se stessa.
Poi congiunse le dita della mano destra, e le baciò.
Tipo Come fanno i pizzaioli napoletani nei film americani. Esattamente quella scena.
«Perfetta!» disse e poi risero.Uscirono dallo spogliatoio e andarono al campo.
Si sedettero dov'erano prima. Perché il mister non voleva ne Juan ne Paulo stanchi. Servivano carichi e pompanti per la partita.
Parlarono del più e del meno.
E così chiacchierando si era fatta sera.
Da li a poco avrebbero iniziato la partita, così i giocatori entrarono negli spogliatoi.
Mía e Emma restarono a bordo campo.
I giocatori entrarono in campo. Subito il numero 9, ovvero Paulo guardò verso la panchina dove vide le ragazze e sorrise contento, il numero 10 ossia Juan guardo Paulo senza capire un granché.
Paulo indicò le ragazze e solo allora capì.
Sorrise anche lui e gli mandò un bacio volante.La partita iniziò e non andò tanto bene per la dei ragazzi, tanto che a fine primo tempo era in vantaggio la squadra avversaria con 1-0.
I giocatori trascorsero l'intervallo nello spogliatoio. Le ragazze raggiunsero i loro ragazzi, ovviamente con 'loro' intendo Paulo e Juan.
«Vuoi dirmi che cosa ti è preso fratellone?» Chiese Emma a Juan.«Siamo fottuti!» disse paulo guardandosi le scarpe
«Già..» continuò suo cugino
«E invece no! Voi due segnerebbe o vi uccido con le Mie mani Okay? Okay» si intromise Mía «c'è ancora tutto il secondo tempo. Se entrate così in campo siete veramente fottuti»
«Già!» La interruppe la cugina mentre i ragazzi la guardavano.
«Dovete entrare a testa alta in quel campo. Perché siete a casa vostra e siete voi i padroni. Prendetevi ciò che vi spetta!»
Juan abbracciò sua cugina«Grazie nana» disse tra i suoi capelli
«Non c'è di chi che e non sono nana!»
«Sai cosa ci servirebbe?» disse ancora lui
«Che cosa?» Chiese lei ridacchiando
«Un bacio della buona fortuna»
Mia rise tenendosi la pancia con le mani.«Diamogli sto bacio muoviti che devono rientrare» disse Emma.
Emma diede il bacio a Paulo mentre Mía si spostò in avanti e baciò la guancia di suo cugino mentre lo abbraccia
«Buona fortuna» disse al suo orecchio«Grazie nana»
Emma abbraccio suo fratello«Spaccagli il culo»
Mentre mia abbracciava Paulo.«Buona fortuna» sussurrò al suo orecchio baciandogli la guancia.
«Grazie» sussurrò lui con la gola secca.
Rientrarono in campo e la situazione cambio radicalmente. Come il giorno con la notte.
La squadra dei ragazzi vince 4-1.
L'ultimo goal, segnato grazie a un paesaggio tra Paulo e Juan è stato dedicato alle ragazze..I ragazzi raggiunsero il bordo campo.
«Dobbiamo festeggiare!» Dice entusiasta Paulo«Esattamente!» Concorda Juan
[Leggete questo piccolo spazio.]
Mi scuso per l'assenza ma qui in montagna Internet non va.
Vi ringrazio per le visualizzazioni.
Mi scuso per eventuali errori di stesura non ho corretto i capitoli.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto
Alla prossima♥
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𝑰𝒍 𝒎𝒊𝒐 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒐 𝒃𝒂𝒄𝒊𝒐 || Paulo Dybala [ⁱⁿ ʳᵉᵛⁱˢⁱᵒⁿᵉ]
Fanfic𝐼𝑙 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑜 𝑑𝑖 𝑑𝑢𝑒 𝑙𝑖𝑏𝑟𝑖 [ⁱⁿ ʳᵉᵛⁱˢⁱᵒⁿᵉ] Mía è una ragazza italiana, la ragazza che tutti vorrebbero come figlia. Una sera dopo una telefonata sua madre le dice che quellestate sarebbero andati in Argentina dai suoi cugini. Mía incontre...