Capitolo 5

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"Allora sono io lo sbaglio".
...
Quella frase le era uscita dalla bocca senza accorgersene, non voleva dirlo, non voleva dire ciò che pensava.
Quella cosa la sapeva lei e solo lei doveva saperla.
Alis spalancò gli occhi e rimase a bocca aperta, non ci credeva nemmeno lei di averlo detto.
Voleva dire qualcosa per salvarsi in qualche modo, per giustificare ciò che ha detto dicendo che si è espressa male ma dalla sua bocca non uscivano parole nè suoni.
I suoi genitori cominciarono a fissarla distogliendo gli sguardi da quei telefoni coi quali forse da più di mezz'ora erano occupati.
'Cosa ho detto... no.. no.. non dovevo dirlo!
Merda.. merda! Ora succederà il degheio. Mi romperanno le palle, mi faranno mille domande.
Cazzo, dovevo stare zitta. Cogliona che sono.' pensava e poi Francesco parlò per primo "Noi non abbiamo mica detto questo.."
'no, avete solo detto che sono uguale identica a mio padre.. persona che insultate in continuo. Siete stupidi o cosa?! Ragionate almeno su quello che dite?! mi fate schifo quando fate così!'
"Okay, avrò capito male. Mi dispiace. Ho sbagliato, non so di cosa dovrei parlarvi perchè non ho nulla da dire.
A scuola va tutto bene quindi non vedo che problemi debbano esserci" disse Alis sperando che quella sarebbe stata la mossa giusta per levarseli di torno.
"Dici sempre che ti dispiace, che ci parlerai ma poi non parli lo stesso" disse la mamma.
"Mamma, se succede qualcosa vengo a dirvelo ma se non c'è niente non è che posso inventarmi le cose." disse Alis, ma nulla di tutto ciò era ero.
La piccola ragazza non avrebbe mai parlato con i suoi genitori nemmeno se il mondo le stesse cadendo addosso.
Detto ciò i suoi genitori la lasciarono andare e lei uscì fuori di casa per chiamare quella che era stata la sua migliore amica dalla prima media.
Erano ormai quattro anni che erano unite da una sottospecie di legame che solo le sorelle possiedono.
Non si sentivano ormai da settimane e Alis decise di chiamarla, aveva bisogno della sua migliore amica e sì, la sua migliore amica Alex, era l'unica persona di cui sentiva aver veramente bisogno e con cui parlava di tutto.
Alex era sempre stata una persona carina e simpatica, sapeva essere stronza però quando voleva, era testarda, molto testarda a dir la verità ma era anche una delle poche persone di cui ti puoi fidare ciecamente e che ci sono sempre quando hai bisogno.
Era abbastanza bassa e questo la rendeva ancora più buffa di quanto non lo fosse già di suo, capelli lunghi e castani, occhi marroni e non era ne magra ne grassa. Era perfetta così com'era, non le mancava niente:
era particolare nei suoi aspetti più comuni.

Biiiiip...
Biiiip...
Biiiiip...
Al quarto squillo rispose.
"Ehiii amoreeee!" disse Alex
"Ehi piccoletta, come stai?" disse Alis sorridendo per quel saluto esaltato della sua migliore amica e per il nomignolo 'amore': era dolce e solo Alex lo usava.
"tutto bene dai, tu?" chiese Alex
"abbastanza bene, cosa mi racconti?" chiese Alis cercando di sviare l'argomento 'come sto'.
"Ah... la scuola mi piace un casino, faccio solo un pò fatica in inglese dato che ero sempre una capra in quella materia e c'é 'scienze della navigazione, struttura e costruzione del mezzo' che è una figata assurda!
Però stanno uscendo fuori un pò di problemi per pagare, essendo che questo è un istituto privato, costa un fottìo.
Non so se mia mamma riuscirà a continuare a pagare.. e se non mi impegno a scuola non avrà senso tutto questo." disse Alex.
"Ehi scimmietta.. mi dispiace.. se ti serve qualcosa, dimmi pure che farò il possibile per te." Alis fece un respiro profondo e continuó.
"Amore.. Comunque avrei bisogno di parlarti.. uno di questi giorni possiamo incontrarci che voglio.. raccontarti due cose?"
Voleva dirle un pò tutta la verità; voleva dirle del casino che è successo in passato, voleva dirle del suo piccolo segreto dei tagli, voleva sentire cosa pensava la sua migliore amica che nonostante anni passati assieme a parlarsi di tutto, di queste due cosine che nulla sapeva al riguardo.
Era la sua migliore amica infondo, sarebbe rimasta sempre con Alis e su quedto non c'erano dubbi. Tuttavia aveva paura.
Aveva paura di parlare di sè stessa.
Aveva paura di mettere a nudo le sue debolezze, le sue paure e tutto il male e solore che aveva vissuto.
Come quando perdi la tua verginità, anche in malo modo, ti senti vuota, sola, debole.. semplicemente spoglia di tutto.
"Certo amore mio, è successo qualcosa?" chiese preoccupata Alex.
"No amore, semplicemente avrei bisogno di parlarne con qualcuno. Non è roba recente, tranquilla. Capirai quando te lo racconterò.." rispose Alis mantenendo la calma seppur con un tono triste e un lieve sorriso malinconico sulle labbra.
"Va bene, allora martedì a te va bene?" chiese ancora Alex.
"Si, vada per martedì." disse Alis.
Si salutarono, dopodichè Alis andò in camera, chiuse la porta, si mise le cuffiette nelle orecchie e ascoltò qualche canzone nel suo solito angolino.
Prima ascoltò Downtown di Petula Clark, canzone abbastanza serena tanto quanto triste dato che la prima volta che l'aveva ascoltata era stata guardando il film Girl, Interrupted (Ragazze interrotte).
Questo film era diventato la sua vita, si ricordava molte scene.
Ad esempio le piaceva molto la citazione di Lisa:

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