Capitolo 7

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"Ma cristo. Ali." disse rimanendo poi di nuovo in silenzio.
Aveva bisogno di pensare e questo Alis lo comprendeva.
"Mi dispiace.." disse Alis sentendosi in colpa.
"Non ti devi scusare" disse Alex.
"No.. mi dispiace.. è che non voglio che succeda qualcosa tra di noi ora.. non voglio che mi lasci o che ti spaventi.." disse Alis con un briciolo di speranza malinconica.

"Ali io non me ne vado. Tu lo stai facendo ancora?" Alex si girò per guardare meglio la sua amica.
"Si, qualche volta succede ancora." mentì, succedeva troppo spesso in realtà.
"Okay, e i tuoi genitori lo sanno?" chiese Alex.
"Sni.. l'hanno notato." rispose abbassando lo sguardo.
"E che ti hanno detto? e... ma... perchè lo fai?" chiede ancora Alex.
"Mi hanno chiesto cosa sono e una volta ho risposto che è stata la gatta e bho.. ha funzionato. E lo faccio.. perchè.." non riusciva a dire il perchè. Il perchè era ancora una cosa che non sarebbe riuscita a tirare fuori; il motivo ne erano le cose che sono successe nel suo passato e il fatto che tutti o quasi la chiamavano puttana, troia o zoccola. Il brutto è che le dicevano queste cose senza appunto sapere del suo passato e questo peggiorava ogni volta la situazione.
"..perchè Ali?" Alex cercò di spronare la sua amica a parlare con una voce dolce e comprensiva nonostante le circostanze.
"mi fa stare meglio.." concluse.
"Ali.. come fa a farti stare bene una cosa che ti fa male?" erano entrambe imbarazzate da quella situazione.
"Non lo so.. so che dopo averlo fatto mi sento meglio..
Ale.. mi dispiace di averti delusa.."
sentiva i sensi di colpa, come sempre d'altronde. Alis si sentiva sempre in colpa, anche quando la colpa non era sua.
"Dai Ali, non scusarti continuamente. Devo solo pensarci.. ragionarci su qualche momento." sentenziò Alex.
"Okay.. mi dispiace comunque.." disse ancora Alis.
"Madò!! Che esasperazione che sei con questo chiedere scusa! La smetterai mai?" si mise a ridere.
"No, lo sai che non smetto mai." sorrise pure Alis.
Dopodiché parlarono di altre cose tanto per non deprimersi e di non fare di questo incontro una intera psicologica sessione.
Si fecero due giri sullo scivolo, andarano sulle altalene, andarano a sedersi sul muretto che si affacciava alla stazione ferroviaria e così passava il tempo mentre loro due correvano a destra e a sinistra come se fossero appena tornate bambine.
"Dio Ale, sono le 18:35!
È tardi! Ma io non voglio andare... voglio restare ancora con te.." si buttò sulla sua amica per abbracciarla.
"Dai Ali, ci rivedremo presto, non ti preoccupare. Quando avrai bisogno di qualcosa tu chiamami o scrivimi qualsiasi cosa accada eh! Mi raccomando." Alex ricambiò l'abbraccio dopodichè si alzarono e si incamminarono verso la stazione degli autobus.
Si salutarono ed ognuna delle due tornò a casa.
A casa Alis non subì alcun interrogatorio, passò una serata tranquilla coi genitori, si lavò e alla fine con sua sorella andò in camera sua.
Si mise a guardare su facebook i soliti gruppi che seguiva di autolesionisti, gruppi di sostegno o roba simile; insomma, voleva vedere i pensieri degli altri perchè erano le stesse cose che pensava lei.
Poi dal nulla le arrivò un messaggio.
Nuovo messaggio da Dario comparve sul suo display.
'Porco cane.
Cosa vorrà adesso questo?'. Quel ragazzo della corriera che vedeva quasi ogni giorno le scrisse ma Alis si chiedeva: a quale scopo?
'Si dai, sarà per prendermi in giro come fanno sempre tutti quanti.' pensò Alis.

Dario: Ehi, domani mi prendi due posti in corriera?
diceva il messaggio.
Alis: Perché dovrei?
rispose leggermente scocciata perché come al solito la gente le scrive solo quando ha bisogno di qualcosa.
Subito dopo le arrivo un'altro messaggio.
Dario: Perché so che mi vuoi bene😌
'Che illuso idiota mo questo' pensò.
Alis: Nei tuoi sogni, principe dei miei stivali. Non te lo prendo il posto.
Sperava che la conversazione si concludesse lì, eppure lui continuò.
Dario: Dai non costringermi a tenerti sulle gambe. So che ti piace, non è che è una scusa per starmi attaccato?😏
'Coooooosa?! Ma si droga questo?!
Io?! stare attaccata a qualcuno?? a lui!?'
Alis: Ma ti sei bevuto il cervello? Vai a fare rifornimento di neuroni perché te ne mancano molti.
Io sto bene anche lontana da te. Il posto te lo prendo solo per tenerti distante.
E comunque no, non mi piace affatto sedermi sulle tue gambe.
Ti ho sempre detto che sono pesante apposta.
Invio. 'Ti prego fai sì che non mi scriva più.'
Alis buttò il telefono sul letto e si mise proprio accanto sdraiata.
Poco dopo le arrivò un'altro messaggio.
Dario: Grazie😌 comunque sei troppo carina
'Carina..? Che cazzo vuol dire..?' la ragazza rimase senza parole. Mai le era stato detto qualcosa del genere quindi non rispose altro, preferì ignorare quella piccola blanda, tanto quanto significante, parola.
Poco prima di mettersi ad ascoltare le cuffiette vide un messaggio su Whatsapp, era vecchio di due settimane e non l'aveva ancora letto.
'Porco cane!
Madooooo!
Sono mortaaaa.' cominciò a sclerare.
Messaggio dal gruppo Società (amministratore e dirigente: Clizia): 'Alis, che fine hai fatto? Ragazze voi ne sapete qualcosa? È da più di un mese e mezzo che manca.'
Altri messaggi dalle compagne di squadra:
'No amour.'
'Nope, non ne so niente'
'Nada'
'No, comunque domani ad allenamento non ci sono.'
...
Messaggio da Clizia:
'Alis, qui io e le ragazze ti stiamo aspettando. Quando torni??
Devi tornare ad allenarti!'
Alis era portiera di una squadra di calcio femminile da quasi 5 anni.
'Cristo! Cristo! come cazzo ho fatto a non vedere questi messaggi?!
idiota che sono! e poi come cazzo ho fatto a dimenticarmi del calcioo!?
merda.' in un secondo momento si è sentito il rumore di uno schiaffo.
Si era tirata uno schiaffo sulla fronte per la disperazione di quel momento, poi fece un respiro profondo e cominciò a digitare.
Messaggio a Clizia:
'Scusami Cly, avevo un pò da fare. Domani torno, promesso.'
Giusto il tempo di posare il telefono che le arrivo subito una risposta.
Messaggio da Clizia:
'Alleluja! Pensavamo ti fossi smarrita da qualche parte in un mondo parallelo.
Mi raccomando, domani alle 18 a Costa.'
Messaggio a Clizia:
'Va bene capo, a domani.'
Finita la conversazione sbuffò pensando a tutte le cose che stavano succedendo attorno a lei e che non notava.
'Dario, i sogni, la scuola, calcio.. è già troppo' pensò.
Mise un pò di musica dalla playlist preferita ';', ormai la routine era la solita.
La notte fu come le solite già passate e al mattino come ogni giorno andò a prendere la corriera.
Si mise le cuffiette e si rillassò fino a quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla, al che lei si spaventò e si buttò addosso a Isa per lo spavento.
Aveva appena fatto una figura di merda e si sentì dire da dietro "Ma sei scema? Hahahahaha".
Alis chiuse gli occhi, sospirò, "Diego." ringhiò.
"Sei un povero coglione bastardo!" disse girandosi di scatto e puntandogli il dito.
"Cazzo gridi!
Ora alzati." disse Diego cercando di spostare la ragazza mettendo la mano sotto al suo un braccio.
"Ehi! No! Perchè?!
Vaffanculo. Non mi toccare." si agitò ancora Alis.
"Non mi hai preso il posto. Ora alzati."
'Idiota.
Idiota.
Idiota.
Idiota. Ma vaffanculo al mondo intero porco dio.
Questa me la sono proprio cercata.'
Si alzò tenendo la testa bassa e con fare incazzato.
Il ragazzo si sedette e la piccola si mise sopra di lui.
"Comunque non è vero che pesi troppo" le sussurrò all'orecchio.
Ad Alis vennero i brividi, sentiva di essersi paralizzata dentro.
'No.
Coglione. Cazzo hai fatto!
Ora no... devo smetterla.. basta pensieri,
non devo pensarci.
...
Cazzo!'

FLASHBACK
Avvicinò Alis a sè con un braccio, si avvicinò al suo collo, sfiorò la pelle con le labbra.

PRESENTE
Alis cominciò a sudare, faceva fatica a respirare, sentiva il cuore in gola.
Tutti i rumori attorno a lei si erano attutiti, le sembrava di vedere il mondo rallentare.
E il cuore pulsava. Pulsava lentamente.
Aprì leggermente le labbra, per poi lasciarle poco poco aperte, quel poco che le serviva per cercare dell'aria per respirare.
Diego mise le mani sui fianchi di Alis per sistemarla meglio sulle sue gambe.

FLASHBACK
'Rilassati... sei troppo rigida' le sussurrò all'orecchio.

PRESENTE
Il suo battito stava accelerando. Non sentiva quasi nulla di quello che stava accadendo attorno a lei.
'Cazzo...
cazzo...
cazzo... Alis... riprenditi..
Non qui. Non ora.
Nessuno deve toccarmi..
fate tutti silenzio...
shhh.. respira.' pensava e nel mentre c'era Isa che muoveva la mano dinanzi ai suoi occhi e muoveva la bocca per dire qualcosa.
"Alis.." schioccava le dita ma Alis ancora non capiva cosa stava succedendo, era ancora immobile.
"Ehi, Alis.." udì un suono, un suono ovattato che tuttavia attirò la sua attenzione.
"

Alis! Ehi.. Tutto bene?" chiese ancora e Alis reagì "Oh.. ehm... si, tutto bene grazie. Stavo solo pensando alla verifica di oggi."
Poi si girò verso Diego, con uno sguardo lo fulminò e disse "E tu non toccarmi più i fianchi."
"Perchè? Ti piace?" disse il ragazzo con una voce che doveva sembrare provocante e mosse le mani per provare a rifarlo, però Alis fece un salto per poi risedersi bruscamente sulle sue gambe.
"Tu provaci un'altra volta che ti stacco le palle e te le faccio ingoiare." lo minacciò sottovoce.
"Uuuuh, si signora." disse prendendola in giro.
Per il resto del tragitto nessuno disturbò più la ragazza e arrivati alla fermata Diego con il suo amico chiesero ad Alis se volesse andare con loro e le dissero in disparte che sapevano che lei fumava di nascosto.
Allora accettò e andò insieme a loro, si prese un pacchetto di Marlboro rosse al tabacchino e cominciò a fumarla.
Cominciò a tossire perchè era la prima volta che fumava quelle sigarette così forti e il tanto caro e amato ragazzo, come al solito, doveva dire la sua.
"Ma è la prima volta che fumi? Hahahahah forse non tiravi mai bene dentro? hahahaha"
"Ma vaffanculo. Non è vero." dopodichè proseguendo per il marciapiede nel tragitto verso scuola Diego fermò Alis e cominciò dicendo "ehi, senti.. tu mi piaci. So che ti rompo spesso le palle, però se vuoi possiamo provarci.."
"Ah.. eh.. io.." cominciò così....

Vi lovvo tutti! È arrivato l'atteso settimo capitolo.
Aspetto i vostri commenti.
P.S. So che mi odierete per la suspence 😌❤
sono conosciuta per la mia stronzaggine innata.

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