Alis prese la sacca con i palloni, tirò fuori un pallone taglia 4 (uno dei migliori perché alcuni facevano proprio schifo: alcuni erano troppo duri, altri sgonfi, altri erano pure brutti esteticamente) e cominciò a palleggiare, era fuori allenamento e si vedeva.
Cominciò a tirare calci al muro dove erano stati disegnati tre cerchi poco più grandi di mezzo metro, uno all'altezza di un metro e mezzo, l'altro a due metri e l'ultimo circa a tre metri e mezzo; Alis indietreggiò di una ventina di metri e cominciò a tirare calci ancora più forti cercando di centrare il cerchio più alto, su cinque volte ci riuscì ben tre volte mentre le altre l'aveva mancato per pochi centimetri.
Sentì arrivare qualcuno salutarla perciò si girò e vide una sua compagna di calcio più piccola di lei di un anno, Eve, che dopo averla riconosciuta le corse incontro per abbracciarla.
"Ciao Eve!" disse abbracciando come al solito con un solo braccio.
"Alis! Quanto tempo! Ma dove sei stata?!" chiese la più piccola.
"Bhe, diciamo che avevo molto da fare a scuola e non riuscivo a liberarmi neanche un secondo" rispose Alis.
"Tutte fesserie!" gridò Mario "Per il calcio si trova sempre tempo."
Le due si misero a ridere e nell'attesa che arrivassero tutte le altre ragazze cominciarono a farsi passaggi con la palla.
Man mano che arrivavano più ragazze si spostarono per tirare calci in porta dove Alis si mise i guanti per parare.
La porta era lunga circa sette metri per un'altezza di quasi due metri e mezzo, un po' troppo grande per una ragazzina come Alis ma prima o poi avrebbe dovuto imparare.
All'inizio non riusciva a pararne neanche una a parte le più semplice che le arrivavano dritte o malapena a destra o a sinistra.
Poi piano piano si era sgranchita le ossa e cominciava a buttarsi ovunque, anche contro le sue compagne pur di prendere la palla.
Stava arrivando una ragazza che cercava di confondere Alis per non ferle capire dove avrebbe tirato, così la piccola uscì di corsa e si buttò di lato per prendere la palla in scivolata.
Ormai conosceva le sue compagne, sapeva che si spaventavano appena la vedevano correrli in contro, e a dir la verità, questa cosa era da un lato esilarante e spesso si metteva a ridere da sola, altre volte invece bestemmiava per questo motivo. Perché? Perché spesso lo stesso succedeva durante le partite con avversari veri e propri, dove si fermavano giusto a pochi metri di distanza dalla porta.
Presto cominciò anche l'allenamento con qualche giro di campo, riscaldamento, stretching, tecniche varie e infine piccola partita.
Prima di cominciare la partita corse in spogliatoio per andare in bagno e ne approffittò per controllare pure il telefono, accese lo schermo e vide un messaggio:
Ehi piccola da Diego.
'Wow.. odio quella parola ma è stato dolce da parte sua' pensò e rispose velocemente:
Scusami ma sono al campo per l'allenamento per questo non rispondevo.
Subito dopo le arrivo un'altro messaggio:
Tranquilla
Ehi
Un giorno voglio vederti giocare
Alis non scrisse altro, si limitò a sorridere leggermente e tornò in campo.
L'allamento finì quando ormai cominciò a fare buio, verso le 20:30-21 e andarono tutte a lavarsi.
Come al solito era leggermente in imbarazzo ad entrare in doccia nuda con tutte le sue compagne, lo faceva da sempre ma ancora non ci si era abituata.
Mentre era lì, una compagna entrò dentro e gridò "Alis!".
"Si, dimmi Gaia" rispose.
"Clizia dopo vuole parlarti" disse e se ne andò.
'Porca merda.. mi ammazza ora quella.' pensò e finì di lavarsi.
Si asciugò di corsa, si mise su i vestiti e uscì.
Vide la signora girata di spalle, ci stava ripensando se andare a parlarle oppure no; alla fine, anche se titubante, decise di avvicinarsi. Piano piano le si affiancò e disse con una mano dietro il collo e un leggero sorriso "Ehi".
"Alis! Ma dove sei stata?! Perché sei mancata tutto questo tempo agli allenamenti?!" partì con le domande a raffica.
"S..scusa.. i..io.. non volevo.. e.. ecco..
ora verrò più spesso.. avevo tante cose da fare a scuola.. mi dispiace.. davvero."
rispose Alis un po' agitata.
"Va bene dai! Ma la prossima volta avvisami per piacere oppure avvisa le tue compagne. Sono e siamo stati tutto quanti in ansia per te." disse Clizia.
"Va bene, non di ripeterà più." disse Alis rammaricata e con lo sguardo basso.
"Per di più ho un'altra notizia per te, magari ti stimolerà un pò." fece l'occhiolino.
'Oddio.. è quello che penso io?! Clizia, sbrigati a darmi sta cazzo di notizia!
Ti prego dimmelo! Ti prego dimmelo!!!' pensò Alis con una certa esaltazione che ribolliva dentro di lei.
"Se riprendi per bene gli allenamenti e fai bene il tuo ruolo... probabilmente andrai in prima squadra e farai partite assieme all'under 16." disse soddisfatta.
'Siiiiiiii!!! Cazzo siii! Dio!! finalmente!!' esultava dentro di sé, fece un sorriso enorme e i suoi occhi cominciarono a brillare "Si! Mamma mia, non vedevo l'ora!".
"Ma devi venire agli allenamenti! Chiaro?!" disse Clizia.
"Certo! Certo! Sarà fatto! Promesso!" rispose esaltata.
Infine parlarono del più e del meno e si salutarono, Alis prese il borsone e si dirise verso casa felicissima di aver ricevuto almeno una notizia buona in tutta la sua vita.
Finalmente avevano notato che era brava, avrebbe potuto far vedere a molte altre persone le sue capacità e finalmente non avrebbe più dovuto giocare con le esordienti.
Ormai la cosa stava diventando troppo oscena ogni partita che faceva, si vedeva che era leggermente fuori età e in più non poteva mostrare le sue vere capacità su una porticina più o meno larga tre metri per due forse.
Ci siamo Alis pensò stai per esaudire un tuo mezzo sogno..
Magari diventerai veramente brava.. Magari per una volta.. sarai veramente qualcuno.
Camminava verso l'uscita con un sorriso, entrò nel furgoncino con tutte le ragazze che dovevano essere portate a casa e aspettò il suo turno.
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Parole mai dette
RandomLa protagonista di questa storia si chiama Alis, è una giovane adolescente che passa la maggior parte del tempo da sola. Solo nella solitudine si sente stranamente bene, completa e a suo agio perché fino ad allora dopo le svariate esperienze che ha...