Capitolo 19

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«ehi cri... cri siamo arrivati... cri svegliati.»
oddio siamo arrivati!
apro gli occhi, guardo fuori e vedo che stiamo per atterrare.
sono così contenta!
era il mio primo viaggio in aereo e in un certo senso sono felice di averlo fatto con lui.
«allora com'è stato?»
mi chiede con uno dei suoi sorrisi migliori.
«beh ho dormito per tutto il tempo, non posso lamentarmi.» e lui ridacchia.
«stai sempre a dormire.»
«ehii! non dormo così tanto!!»
«no infatti, passi solo giornate intere a dormire. menomale che ci sono io che ti rendo attiva.» e mi guarda col suo sguardo pervertito.
«smettila di tirartela Leonardi.»
«io?! io non me la tiro! ma cosa dici?!»
quel suo sguardo da finto offeso mi fa venire voglia di tirargli uno schiaffo ma subito dopo sorride.
quanto è bello?
in questi anni non mi ero mai accorta dei suoi occhi così brillanti e delle sue fossete così carine. lo rendono più dolce.
«allora, vuoi rimanere qui dentro o ti andrebbe di scendere?»
siamo atterati e non me ne sono neanche accorta troppo presa dai miei pensieri.
«eccomi.»

abbiamo appena preso un taxi che ci porterà a casa di suo zio o almeno così lui ha detto.

arrivati a destinazione mi guardo intorno e wow, è davvero una casa fantastica.
è una grandissima villa circondata da una foresta con una piscina altrettanto grande. credo che mi rilasserò molto qui.

«ehi marco!! ma quanto sei cresciuto! e chi è questa bella ragazza?»
gli chiede facendogli l'occhiolino.
«ciao zio! ah lei è ehm... la mia ragazza.»
ah si, ora sono la sua ragazza.
«che bello vederlo finalmente alle prese con una relazione seria. benvenuta in famiglia tesoro! io sono Alberto e lui è mio figlio...» dice indicando al suo fianco qualcuno che a quanto pare pensava ci fosse.
«salvo!! scendi! te l'avevo già detto prima!»
«arrivo papà.»
«fa sempre di testa sua questo ragazzo.»
«eh zio, è un difetto di famiglia.» dice marco ridendo.
«ma stai zitto e vieni ad abbracciare il tuo zietto preferito.»

vedo uscire un ragazzo.
deve essere salvo lui.
«oh eccoti finalmente. lui è salvo. salvo lei è... oh mi son dimenticato di chiederti come ti chiami.»
«mi chiamo Cristina, piacere.»
sorrido e porgo la mano ad entrambi.
mi sento un po' in imbarazzo ma spero che passi.
«salvo, fai fare un tour della casa a cristina che io devo parlare di certe questioni con marcolino.»
salvo prende le mie valige e s'incammina verso casa mollandomi con un 'seguimi'.
sento che non nascerà una grande amicizia tra di noi.
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