Notai il volto del ragazzo assumere un'espressione confusa. Era ovvio che non si ricordasse di me, ma nonostante tutto provó a scavare nei meandri del proprio cervello per trovare qualcosa che lo ricollegasse a me.
«No, sinceramente non mi ricordo nulla. Non ricordavo nemmeno il mio nome» Scosse la testa con aria turbata, sapevo che quella potesse essere l'occasione della vita, avrei potuto offrire tutto il mio sostegno a quel ragazzo che conoscevo a malapena, ma quando si sarebbe ricordato tutto, cosa avrei fatto?
«Sono Alyssa» Mi limitati a dire sentendo un forte peso sul petto, forse non era quello il momento giusto per mettere in atto il "piano" che avevo ideato, anche se in realtà non avevo ideato proprio nulla, volevo solamente dargli aiuto e se non gli avessi detto che prima dell'incidente ci conoscevamo, non si sarebbe fidato di me.
«Alyssa» Lo sentii ripetere mentre continuava a scrutarmi. I suoi occhi puntati sulla mia figura mi facevano sentire come nuda, in imbarazzo.
Tutto mi parve molto strano, fu la prima volta che intrattenni una conversazione con il ragazzo, ma nonostante non sapessi nulla di lui e che quello fosse il nostro primo incontro concreto, mi sembrava quasi che ci conoscessimo da anni.
Azzardai a sedermi accanto a lui cercando di non togliergli spazio sul letto.
«Sai, da quando ti trovi in questo ospedale sono venuta tutti i giorni. Non ne ho saltato nemmeno uno, anche quando avevo la febbre venivo. Ho visto ogni cambiamento del tuo viso. Inizialmente avevi i capelli più chiari schiariti dal sole e la tua pelle era più abbronzata nonostante fosse ricoperta di lividi. In seguito il tuo colorito si è fatto più pallido e i capelli sono diventati più scuri, dopo un po' ho notato anche che è iniziata a crescertila la barba sul viso, ma con la barba non stai tanto bene» Scossi la testa. Quella fu un'affermazione che mi uscì dalle labbra senza che nemmeno me ne accorgessi. Per me Harry era il ragazzo arrivato l'anno precedente e vederlo con la barba mi face strano.
«I dottori non hanno voluto dirmi come ho fatto a fare l'incidente. Tu lo sai?»Mi guardò con aria strana spostando il proprio braccio sul fianco.
Le domande che mi face erano molto mirate, senza lasciar spazio a troppe parole. Immaginai che con lui sarebbe stata una grande lotta, i suoi modi mi erano difficili da capire, ma pensai che fosse così solamente perché in realtà non mi conosceva.
«L'ambulanza che ti ha portato qui dice che ti ha trovato fuori strada dentro ad una macchina che stava per prende fuoco. Hai avuto un frontale con un mezzo agricolo, probabilmente eri distratto e non ti sei accorto del suo arrivo. Tu sei riuscito a salvarti, invece l'altra persona coinvolta nell'incidente è morta sul colpo. Il trattore era uno di quelli ancora vecchi e gli è bastato cadere da esso e finire sotto la tua macchina per rimanerci secco. I dottori non sanno spiegarsi il motivo del periodo così prolungato di coma, probabilmente è stata colpita un'intera zona del tuo cervello» Lo guardai dispiaciuta, probabilmente non non mi sarebbe piaciuto scoprire di aver ucciso una persona e soprattutto non mi sarei sentita bene sapendo di aver perso parzialmente tutti i miei ricordi.
«Dio, non ci posso credere» Assunse un'espressione di smarrimento, mi guardó come per darsi una spiegazione sull'accaduto, non seppi cosa fare o dire.
«Non è stata colpa tua Harry. Sì, non sei stato molto attento, ma il signore avrebbe dovuto prendere più precauzioni e forse anche solamente la cintura o delle sicure gli avrebbero salvato la vita come è successo con te.» Cercai di non farlo sentire in colpa, lo sconforto non lo avrebbe giovato. Come avevo studiato, in seguito alla perdita della memoria ci sarebbero potuti essere dei grandi casi di depressione, no volevo che accadesse lo stesso a lui.
«Perché ci sei solo tu? Non capisco. La mia famiglia dov'è Alyssa?» Il suo tono diventò carico di rabbia mista a smarrimento e questo repentino cambio d'umore mi confuse.
«I tuoi genitori non ci sono più Harry, sono morti anche loro, sono stati vittime di un grande incidente aereo, forse il più grande dopo molto tempo. Al mondo siete rimasti solamente tu e tua sorella Gemma, ma con lei non hai ottimi rapporti, dopo la morte dei vostri genitori avete iniziato a farvi guerra per l'ingente somma di denaro da ereditare. Tu per fortuna si arrivato qui dopo un lungo viaggio»
Ciò che dissi non fu frutto della mia immaginazione. Nonostante la cosa mi facesse male indagai sul passato del ragazzo andando a fondo, cosa che l'ospedale ancora non aveva fatto. Scoprii della morte dei genitori grazie agli innumerevoli messaggi di condoglianze lasciati sul profilo del ragazzo e della discordia tra lui e sua sorella grazie ad un articolo che trattava della grande eredità degli Edwards. L'unica parte che decisi di omettere fu quella riguardante la sua ragazza. Lei era rimasta a Londra dove Harry era sempre vissuto ed ogni giorno per un lungo periodo aveva postato messaggi per chiedergli di tornare. Forse avrei dovuto avvisarla e dirle che io sapevo dove si trovasse Harry, ma chiaramente non lo feci.
«Wow, sono solo a questo mondo.» Si girò su un fianco dandomi le spalle «Non ho idea di chi tu sia, ma sinceramente nemmeno lo voglio sapere. Lasciami da solo.»
Lo guardai senza fare nulla, speravo che la situazione si evolvesse in modo diverso e che lui non scaricasse la sua rabbia su di me, ma non lo biasimai. Probabilmente se mi fossi svegliata dopo un anno e non mi fossi ricordata nulla del mio passato avrei avuto paura come lui ed avrei allontanato tutti.
«Va bene, non c'è nessun problema. Io vado» Sussurrai alzandomi dal letto. Gli poggiai una mano sulla spalla e poi la ritrassi subito. I contatti che c'erano stati precedente fra di noi, in quel momento mi sembrarono qualcosa di lontano. Provai solamente un forte senso di inadeguatezza.
Senza aggiungere altro uscii dalla stanza e mi diressi verso l'uscita dell'ospedale. Feci subito un grande respiro come se avessi trattenuto il fiato fino a quel momento.
I miei passi si fecero subito più veloci, non vidi l'ora di tornare a casa per potermi sedere. Le gambe avevano iniziato a tremare e il cuore batteva sempre più forte. Nulla di ciò che provai riuscii a ricollegarlo a qualcosa di già sentito, mi sembrò tutto nuovo.
Abbassai la maniglia della porta di casa e vidi arrivare scodinzolando Fluffy che come tutte le sere era contento di vedermi ritornare. Mi chinai per alzarlo e prenderlo in braccio e con lui mi diressi sul divano sul quale mi sdraiai tranquillamente.
In passato credetti che al risveglio di Harry sarebbe stato tutto facile e che mentirgli non mi sarebbe costato nulla, ma mi dovetti ricredere in breve tempo.
In un certo senso mi ferí il suo distaccamento, il suo modo di porsi era freddo come una sera di bufera e io calda com'ero non potevo resistere a lungo. Si trattava di decidere se continuare oppure farla finita senza alcun ripensamento.Passai tutti i giorni della sua permanenza in ospedale a prendermi cura di lui e non perché fosse il mio lavoro, ma perché mi ero affezionata.
Farla finita comportava perdere completamente lui e dopo tutto il tempo che avevo speso mi sembrava un'idea completamente assurda.
Trascorsi la serata guardando la televisione e mangiando tutto il cibo spazzatura che avevo nella dispensa. Durante quella serata mi sentii come persa, meditai sul da farsi.
Mi posi molte domande a cui non seppi dare una risposta. Certo, avevo pensato innumerevoli volte di provare ad avere un futuro con lui, ma questo sicuramente comportava mentirgli, non ce l'avrei fatta sicuramente e notai che probabilmente a primo impatto non gli avevo fatto una buona impressione.L'unica cosa che mi venne in mente fu tornare all'ospedale il giorno seguente e riprovarci. Ci avrei riprovato fino a quando non sarei riuscita nel mio intento. Forse ero una psicopatica, ma una psicopatica determinata ad ottenere ciò che voleva.
•Ehy, questo capitolo a tratti può essere noioso, ma non ho potuto fare altrimenti perché avevo bisogno di spiegare alcune cose. Spero che vi sia piaciuto.•
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Asleep ★ #Wattys2017
Teen FictionNon puoi credere di mentire a vita, la verità verrà sempre a galla. • Tratto dal libro • «Il primo bacio me lo farai sudare, vero?» non seppi nemmeno io con quanta naturalezza mi fosse uscito dalla labbra. D'altronde bramavo così tanto un suo bacio...