Four

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Non ci stavo capendo nulla.

Una fila di persone era seduta intorno a me e mi guardavano come se si aspettassero che io dicessi qualcosa di molto importante.

In realtà io non sapevo nulla, soprattutto cosa volessero di me.

"Direi che è il momento di spiegarle." Disse Stiles, che era quello che mi guardava con più attenzione di tutti.

La ragazza dai capelli rossi, al suo fianco, spostò subito lo sguardo su di lui "Ne sei sicuro? Non dovrebbe essere lei a dover parlare con noi?"

"Forse non ha capito chi siamo." Propose Mason, che era seduto di fianco alla mora che avevo capito chiamarsi Hayden.

"In realtà non ci sto capendo nulla." Ammisi, prendendo la parola per la prima volta "Perché tu mi hai chiamato cacciatrice? Che cos'era quel mostro nel bosco?"

I cinque ragazzi iniziarono subito a guardarsi fra loro spaesati come se gli avessi appena sganciato una bomba a mano.

"Tu non sai cos'è un licantropo?" Il biondo si sporse dalla sedia, guardandomi con molta attenzione, come se volesse capire se stessi mentendo o no.

"Non sono quegli uomini morsi da dei lupi? Quelli che si trasformano alla luna piena?"

Avevano ancora tutti lo sguardo spaesato.

Tutti, tranne uno.

"Lei non sa nulla." Disse Stiles, alzandosi e andando a prendere dal tavolo uno dei libri che avevo visto in biblioteca, iniziando a sfogliarlo.

"Scusa, ma non dovresti essere una cacciatrice?" Sbraitò Hayden, spostando in fretta il suo sguardo su di me.

La guardai ad occhi sgranati, non capendo minimamente che cosa volesse tutta quella gente da me.

"Io non sono mai diventata una cacciatrice, lo era mio padre." Dissi, seria "Cacciavamo lupi."

"Lupi molto speciali, immagino." Commentò Mason, sarcastico.

Stiles lo fulminò con lo sguardo, tornando poi a guardarmi "Tu non sai niente riguardo a Scott McCall, vero?"

Aggrottai la fronte, spaesata "Il ragazzo scomparso che nessuno sembra ricordare?"

"Nessuno sa che è scomparso." Precisò il biondo "Solo noi."

A quella frase, tutti i peggiori scenari comparvero nella mia mente.

Erano stati quei ragazzi a rapirlo? Cosa gli avevano fatto? Forse erano degli assassini?

"Non siamo stati noi, tranquilla." Commentò la rossa,  notando il mio sguardo "Lui era il nostro migliore amico."

"È." Si intromise Stiles "Lui è il nostro migliore amico."

La rossa spostò lo sguardo su di lui, guardandolo con tenerezza.

"Scott è sparito da una settimana e noi non possiamo chiedere a nessuno di aiutarci, per questo abbiamo detto che è semplicemente partito." Continuò, sempre più serio.

"Perché nessuno può aiutarvi?" Chiesi, cercando di far luce su quella situazione fin troppo preoccupata.

Stiles guardò brevemente verso la rossa, che si era già presa le unghie fra i denti dall'agitazione.

"Scott è un licantropo, e ora come ora è sotto ad una specie di maleficio che lo costringe a rimanere sempre nella sua forma animale, oltre a non ricordarsi per nulla di noi."

Il silenzio calò nella stanza, e perfino i battiti del cuore sembravano essersi bloccati per non fare troppo rumore.

"Mi state prendendo in giro?" Chiesi, al limite della pazienza, alzandomi dalla poltrona "Sono appena stata attaccata da una specie di mostro e voi vorreste farmi credere che è il vostro amico licantropo?"

Stiles annuii lentamente "È la verità, V."

Avevo bocca ed occhi spalancati, ancora troppo sconvolta anche solo per pensare.

"Me ne voglio andare." Decisi, guardando quelle persone come se fossero dei mostri.

Stiles si alzò, facendo alcuni passi verso di me "Secondo me dovresti restare, potremo aiutarti a capire."

"Io non voglio capire, okay?" Gli urlai contro "Io voglio andare a casa, lo capite? Io non c'entro nulla con questa storia e perciò voglio rimanerci fuori."

"Virginia, tu sei dentro a questa storia più di quanto pensi."

Stiles era fin troppo calmo, e io, con tutta la mia agitazione, non riuscivo a sopportarlo.

"Voglio andare a casa." Ripetei, questa volta più seria.

Il ragazzo non sembrava molto felice della mia proposta, però cercò di tenerlo nascosto.

"Ti porto a casa, allora." Disse, prendendo le chiavi dalla tasca.

"Okay." Dissi, semplicemente, uscendo dalla casa senza guardare più nessuno in viso.

Stiles mise in moto la jeep, uscendo dal vialetto, uscendo nel più totale silenzio.

Io non avevo voglia di parlare, e forse anche lui lo aveva capito, e perciò non mi sforzava a farlo.

Arrivammo davanti a casa mia in una decina di minuti ma, quando provai ad aprire la portarla, la trovai bloccata.

Guardai subito verso Stiles, che aveva già lo sguardo su di me.

"La porta è chiusa." Dissi, fra il sorpreso e il perplesso.

"Voglio che tu rifletta su quello che ti abbiamo detto, Virginia, anche tu devi ammettere che ciò che hai visto nel bosco non era niente di normale."

La sua serietà quasi mi fece credere in lui.

Quasi.

"Non voglio avere a che fare con gente che crede che esistano i licantropi." Dissi, seria "Ora fammi scendere."

Stiles sospirò, arrendendosi e aprendo la portella, permettendomi così di andarmene.

La casa doveva essere deserta, ma notai fin da subito che la luce della camera da letto di mio padre era accesa.

Entrai subito nella stanza, pensando di trovarlo, ma era completamente vuota.

Però c'era un particolare diverso dal solito: una grande cassa vuota al centro della stanza.

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