Twelve

890 53 0
                                    

Un forte colpo e tante urla furono la sveglia di quella mattina.

Quasi caddi dal letto dallo spavento, mentre Stiles si mise velocemente seduto, spaventato.

Eravamo entrambi mezzi svestiti, ma non c'era tempo per soffermarsi su queste cose.

Afferrai al volo i miei jeans e la mia felpa infilandomeli velocemente mentre Stiles finiva di allacciarsi le scarpe.

"Chi può essere?" Chiesi, vedendolo afferrare una mazza da baseball.

"Non lo so." Ammise, guardandomi velocemente prima di iniziare a scendere lentamente le scale.

Eravamo solo a metà della rampa quando finalmente le urla cessarono.

Io e Stiles ci guardammo velocemente, non capendo che cosa doveva essere successo, ma ogni dubbio venne dissolto quando una furia ci venne incontro.

"Virginia."

Era mio padre, con al seguito lo sceriffo, che si stava sistemando la pistola nella fondina.

"Papà? Che ci fai qui?" Chiedi, allibita, mentre Stiles abbassava la mazza.

"Che cosa ci fai tu qui? Non ti avevo vietato di rivederlo?"

"Cosa?" Esclamarono gli Stilinski, guardando prima mio padre e poi me.

"Perché mai non dovrei stare con Virginia?" Chiese il ragazzo, ancora fermo al mio fianco.

Gli occhi di mio padre saettavano con rabbia verso il mio amico, senza nemmeno provare a nascondere una briciola d'odio.

"Tu e la tua compagnia di balordi non andate bene per lei." Biascicò, irritato "Lei non ha bisogno di voi."

"E tu dovresti sapere di cosa ho bisogno?" Esclamai, spalancando gli occhi "Tu ormai non sai più nulla di me, come io non so più nulla di te."

La vena sul collo di mio padre pulsava come se fosse sul punto di esplodere, e la cosa era totalmente inquirente.

"Vieni con me, V." Esclamò, serio.

Lo guardai dritta negli occhi, cercando di riconoscere in quello sguardo duro i tratti gentili di mio padre.

Non li vidi.

"Non voglio."

Mio padre trattenne il respiro e, subito dopo, si avventò su di me con tutta la sua forza.

Lo sceriffo riuscì quasi subito ad allontanarlo, mentre Stiles mi prendeva fra le sue braccia.

Era uno spettacolo orribile.

"Devi venire con me!" Urlava mio padre, mentre lo sceriffo lo trascinava fuori di casa a forza.

Osservai tutta quella scena con l'angoscia nel cuore, sapendo che, dopo quel momento, niente sarebbe più stato uguale.

"Stai bene?" Mi chiese Stiles, mentre suo padre si avvicinava a me.

"Sei rimasta qui a dormire, sta notte?"

Lo sguardo dello sceriffo non era ne accusatore ne arrabbiato: era una maschera di pietra.

Annuii, sentendo Stiles prendermi per mano.

"Bene." Lo sceriffo annuì, allentandosi e andando verso la cucina "Rimarrai qui per un altro paio di giorni."

Guardai Stiles, che sembrava sorpreso quanto me per la strana reazione di suo padre.

"Penso di aver bisogno di calmarmi." Ammisi, iniziando a sentire le gambe sempre più deboli.

"Stai bene?" Mi chiese, accarezzandomi i capelli.

Scossi la testa, alzando lo sguardo verso di lui, cercando di trovare dentro i suoi occhi un po' di pace.

Stiles annuì, parandosi una mano fra i capelli.

"Vieni, ti porto in un posto tranquillo."

Non ribattei, ne feci resistenza quando mi ritrovai dentro la sua jeep.

Io non parlavo, e Stiles rispettava il mio silenzio, capendo che forse avevo bisogno di riflettere.

Mio padre stava andando letteralmente fuori di sé, e io non riuscivo a capire il perché di tutta quella avversione contro Stiles e i miei amici.

Alla fin fine, all'inizio era stato proprio lui a spingermi verso di loro.

Forse era cambiato qualcosa nel frattempo, qualcosa che forse c'entrava con le armi scomparse, qualcosa che non sapevo.

Qualcosa che centrava con Stiles, e che forse mi avrebbe riportato a rivalutare ciò che stava succedendo fra noi.

Ripensai brevemente alla notte prima, alle mani di Stiles che stringevano la mia pelle, alle sue labbra sulle mie.

Stiles era la mia ancora di salvezza in mezzo al dolore; era come se, ogni volta che soffrissi, lui riuscisse a rappresentare un porto sicuro per me.

E questo rapporto sorprendeva anche me, soprattutto perché non riuscivo a capire perché avessi iniziato a fidarmi di lui così velocemente quando solitamente non mi fidavo mai di nessuno.

Era..strano.

"Siamo arrivati."

Alzai lo sguardo, vedendo che avevamo appena oltrepassato il bosco, e che ora ci trovavamo in una radura che dava ah uno strapiombo.

"Che posto è questo?"

Stiles spense la macchina, guardandomi con un accenno di sorriso "Vieni."

E io lo seguii, e gli permisi di aiutarmi a salire sul cofano della jeep, per poi aiutarlo a mia volta a salire.

Mi guardai intorno, rimanendo stupida da quella vista mozzafiato.

Da quella altezza, potevo vedere ogni piccolo particolare di Beacon Hills: dalla scuola, al centro, a casa mia, quella di Stiles.

Vedevo la città fondersi con il bosco intorno a lei, e questo spettacolo era cibo per i miei occhi.

"Io e Scott venivamo qui quando avevamo bisogno di riflettere, o semplicemente di scappare."

Guardai Stiles, e lo vidi intento a fissare il panorama.

"E ricordo che incatenavamo Liam a quell'albero durante le notti di luna piena per non rischiare che ammazzasse qualcuno."

Stiles sorrise, abbassando lo sguardo "Mi mancano quei momenti."

Gli presi la mano, stringendo le mie dita con le sue, e Stiles finalmente tornò a guardarmi.

"Torneranno, Stiles."

Il ragazzo sorrise, anche se sapevo che quel gesto non era causato da nemmeno un briciolo di felicità.

"Lo spero davvero."

"Scott tornerà normale. L'ho visto con i miei occhi, lui si ricorda ancora di te, di voi, e un rapporto così speciale è più forte anche di una magia."

"Dici sul serio?"

Annuii, accennando ad un sorriso "Ne sono sicura."

Stiles sembrò rilassarsi, tornando a stendersi sulla superficie dura della jeep.

"È bello averti vicino, V."

"Davvero?"

Stiles annuì "Stare con te mi aiuta a mantenere la calma."

Rimasi stupita da quelle parole: a quanto pare sia io che Stiles provavamo le stelle sensazioni quando stavamo insieme.

Ero la sua ancora così come lui era la mia?

Un rumore.

"Stiles?" Lo chiamai, mentre lui si era già messo seduto, iniziando a guardarsi intorno.

"Sta calma." Sussurrò, mentre il mio sguardo ancora vagava nel bosco scuro.

Li vidi, li vidi subito quei due rubini rosso scuro.

Un ringhio spezzo il silenzio che si era andato a formare intorno a noi.

"Stiles, Scott è qui."

Hidden {s.s} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora