Six

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"Cosa centra mio padre?" Chiesi, ancora con il cuore a mille e la testa scombussolata.

Stiles era davanti a me, e aveva quel suo sguardo di chi la sapeva lunga, mentre Liam, al suo fianco, mi guardava come se capisse ciò che stavo provando.

"Tuo padre è una persona..speciale." Disse il primo, studiandomi "Su questo c'è poco da dire."

"Non divagare." Dissi, guardandolo dritto negli occhi color nocciola "Voglio la verità, ora."

Stiles ricambiava il mio sguardo, e sembrava quasi che volesse leggermi nella mente.

"Tuo padre è un cacciatore." Disse Liam, parlando al posto di Stiles, che sembrava aver perso l'uso della parola "Un cacciatore di licantropi per la precisione."

Spalancai gli occhi, cercando di organizzare i miei pensieri in modo che quello che stavo sentendo potesse magicamente assumere un significato logico.

Quindi, primo, esistevano  licantropi  e cacciatori e, secondo, mio padre era uno di loro.

Tutto normale, giusto?

"Non posso credervi." Esclamai, prendendomi la testa fra le mani, tirandomi i capelli, per poi tornare a guardare i due ragazzi "È troppo impossibile. Mio padre un cacciatore? Io andavo a caccia con lui, non pensate che me ne sarei accorta?"

"È un cacciatore in pensione." Disse Liam "Ha smesso quando sei nata tu."

I miei occhi erano ancora sgranati, e le mie mani incastrate nei capelli: perché mi stava accadendo tutto quello?

"Non posso." Dissi, infine, facendo cadere le mani lungo le mie cosce "Non capisco cosa centro io, o mio padre, in questa storia, ma non voglio nemmeno saperlo, voglio tornare alla normalità."

Liam fece per ribattere, ma Stiles lo bloccò, prendendogli una spalla con delicatezza "Ti accompagno a casa."

Alzai un sopracciglio, perplessa "Cosa? Siamo ancora alla seconda ora."

Stiles frugò nelle tasche, afferrando le chiavi della sua jeep e, prima ancora che riuscissi ad accorgermene, mi stava già trascinando fuori dalla stanza "Fa lo stesso."

"Cosa? No, non è vero." Dissi, cercando di divincolarmi, invanamente.

Stiles mi costrinse comunque a salire sulla jeep e, una volta che mise in moto, non smisi più di lamentarmi,

Lui continuava a guidare facendo finta che io non fossi al suo fianco, e la cosa mi irritava di più, soprattutto perché avevo notato che la strada che stava percorrendo non portava a casa mia ma al bosco.

"Perché siamo qui?" Sbottai, una volta che il ragazzo fermò la sua macchina nel parcheggio vicino al bosco

Stiles si rigirò le chiavi fra le mani, osservando gli alberi come se sperasse di trovarci qualcosa.

Era una cosa strana, e per un paio di istanti decisi di mettere fine al mio borbottare nevroticamente.

"Questo posto è strano." Dissi, spezzando il silenzio e attirando l'attenzione del ragazzo, che spostò lo sguardo su di me.

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