Hai appena sorriso?
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Quella settimana fu un vero e autentico disastro, per non parlare delle condizioni di mia madre, che peggioravano ora dopo ora. Fui costretta a starle dietro nonostante fosse ancora al primo trimestre della gravidanza. Verso sera, sarebbe venuta zia Nancy a farci visita e a portare un regalo per Lara – fu il quarto nell'arco di due mesi. Allucinante.
Mi sbrigai nel preparare la tavola, e con me c'erano anche Michael e Aleksandr, sempre sorridenti e amichevoli. L'unica gioia della mia vita fatta di oscurità e catene arrugginite.
Eravamo seduti a tavola, e tutti stavano chiacchierando allegramente, parlando del più e del meno; soprattutto Aleksandr. Anche le sue condizioni stavano via via peggiorando, ma non si preoccupava più di tanto. Riusciva ancora a muovere le braccia, e ciò non sarebbe durato per tanto tempo.
"La tetraplegia è incurabile."
Quelle parole rimbombavano nella mia testa come petardi, fastidiosi e tremendamente assordanti. Non avrei mai pensato al mio futuro senza di lui – e forse non sarei neanche riuscita a superare la sua morte.
Quel ragazzo metà russo e metà americano non faceva altro che ridere per ogni cosa e fare battutine di cattivo gusto - non volgari, ma comunque inappropriate. Ogni tanto mi fissava e, quando i nostri occhi si incontravano, mi sorrideva o mi faceva l'occhiolino. Abbassai lo sguardo senza rispondere ai suoi gesti.
Da quando mi aveva baciata, quella sera, avevo cambiato il modo di vederlo, ma non potevo ignorarlo per tutta la vita. Avevamo fatto una promessa e me ne sarei pentita amaramente, se l'avessi infranta anche solo per sbaglio.
«Tessa, ti senti bene?» domandò Mike.
Mi limitai ad annuire senza distogliere lo sguardo dalle mie gambe lattee e senza spessore. Assomigliavo ad una di quelle anoressiche che camminavano verso il lungomare, coi pantaloncini e il top con le spalline fini ed elastiche. Facevano impressione.
«Dì almeno qualcosa», insisté.
Aleksandr mi fissò con compassione e di sicuro, avrebbe fatto di tutto pur di essere al posto mio in quel momento.
«"Sono un disastro", dice, ma sappiamo tutti che lo è davvero», disse la zia Nancy con disprezzo, come se non si stesse rendendo conto di quello che stava tirando fuori in quel momento. Michael e Aleksandr ci rimasero di sasso.
«Se è uno scherzo, zia, non è affatto divertente. È terribile dire una cosa del genere su un proprio familiare!» ribatté Michael, poi.
«Ha ragione, zia», mormorai intervenendo alla lite tra Nancy e Michael.
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Chain [✔] || [#wattys2017 Winner]
Novela JuvenilTheresa Harper non ha mai scoperto la felicità, non l'ha mai provata in prima persona. È nata senza provare alcun tipo di emozione positiva, vivendo una vita triste e solitaria. Nessuno l'ha voluta aiutare, neanche i suoi parenti più stretti che non...