Cap 21: La resa dei conti

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Jensen era in prigione.

Lui, la persona più integra e incorruttibile che esista,

una delle persone più stimate da quelli che lo conoscevano e soprattutto dal fandom di Supernatural, come uomo e come attore,

trattato alla stregua di un criminale qualunque.


Sperava di essere fuori prima che la notizia facesse il giro del mondo, ma aveva sottovalutato la potenza dei social network.

Neanche a un'ora dal suo ingresso, neanche tempo di rendersi conto di quello che era successo, ed era stato subito informato di quale grande polverone si stava scatenando.


Poteva solo immaginare in che grosso polverone aveva infilato, non solo lui, ma i suoi colleghi, i suoi amici, la troupe di Supernatural, la sua famiglia...


Jared....


Gli aveva mentito, e di certo si sarebbe arrabbiato moltissimo con lui, una volta che fosse uscito di prigione.




"Ehi, Ackles, c'è una visita per te." Disse un secondino.


Jensen vide con sua grande sorpresa, entrare Kripke, direttamente nella sua cella.


"Erik??? Che ci fai qui? E da quando in qua permettono alle persone le visite nelle celle?"


Erik lo guardò, storcendo la bocca.

"Buon pomeriggio anche a te, Jensen. O forse dovrei dire cattivo pomeriggio, e comunque la maggior parte delle cose che si dicono delle carceri gode di cattiva informazione."

"Ma..."

"Tanto per la cronaca, comunque, devo un paio di favori a un pò di gente qui, e mi hanno dato il permesso. Lo sai che sono una personalità di rilievo" disse Kripke, orgoglioso.


Jensen fece un sorriso triste.

"Lo so, Erik."

Erik lo squadrò.

"Sono contento che tu sia qui."

"E fai male, perché sono venuto a farti un mazzo cosi."


Jensen si tormentò le mani.


"Che cosa fai con quella bistecca?" chiese, d'un tratto sbalordito, rendendosi conto della bistecca cruda che teneva nascosta dietro la schiena.

"Per l'appunto." Disse Erik, spiaccicandogliela in faccia.

"AHHH. Sei impazzito?" disse Jensen.

"mai quanto te. Ma cosa ti è saltato in mente di aggredire quel tipo proprio in mezzo alla strada? ma che cos'hai in quella testa, segatura?"

"Quanto sai?" chiese Jensen scoraggiato, tenendosi la bistecca sull'occhio nero. Gli faceva provare un po' di sollievo.

"Abbastanza." Disse Erik.

"Quel bastardo...se l'è meritata, Erik. Jared ti ha raccontato quello che ha fatto?"

"Me l'ha detto, si, ovviamente in mezzo a un sacco di farneticazioni, e spiegazioni confuse e ansimi agitati, sono riuscito a capire qualcosa, ma mi sfuggono alcuni dettagli, perciò ti pregherei di raccontarmi bene tutto."


Jensen sospirò e si mise a raccontare.





Aveva detto a Jared e a quelli della Troupe di Supernatural, e a Carver, che necessitava di qualche giorno di permesso per sbrigare delle commissioni piuttosto importanti.

Carver aveva stretto gli occhi, sbuffato, chiesto quali fossero queste commissioni, ma Jensen non aveva potuto dirglielo.

Carver allora capi che era qualcosa di davvero grosso.

Gestirono le riprese in modo da girare solo quelle che non necessitavano la presenza di Dean, e quando sarebbe tornato, avrebbero ripreso con lui.

Jared si era preoccupato, fatto domande, ma Jensen era un attore ed era stato convincente nel tranquillizzarlo, dicendogli che alcuni suoi parenti erano nei guai e doveva andare da loro.

Sarebbe tornato prima che Jared avrebbe avuto il tempo di dire: "Mi manchi." Disse.




*



Jensen aveva finalmente trovato chi stava cercando. Il bastardo stava guidando in una tranquilla cittadina del Canada, come se non avesse un pensiero al mondo, ignaro o forse incurante di aver fatto soffrire due persone che non lo meritavano.

Aveva chiesto informazioni a chiunque e alla fine era riuscito a trovarlo, a farsi dire il suo numero di targa.

Avrebbe forse dovuto affrontarlo mentre erano da soli, ma il ricordo di quegli anni terribili lo fece impazzire, e cercò di affiancarlo.


"E passa, stronzo! Con tutto lo spazio che c'è..." si arrabbiò lui.

"Scendi dalla macchina, bastardo." Rispose invece Jensen.

"Cosa? Chi?"

"Sorpresa ."


L'agente riconobbe Jensen e si stupi. Non lo vedeva da un sacco di anni ma lo ricordava di un temperamento diverso.


"Ackles??? Che problema hai??" chiese sbalordito.

"Ti ho detto di scendere dalla macchina, dobbiamo parlare!" disse Jensen, andandogli sempre più vicino.



Forse fu l'espressione furiosa di Jensen. Forse l'agente ebbe paura che potesse provocare un incidente e farli rimanere secchi entrambi. Fatto sta che accostò la macchina.


"Si può sapere che problema hai, Ackles? Hai bevuto, per caso??" lo aggredi, appena anche lui scese dalla macchina.


Jensen gli andò sotto, e in quel momento sembrava proprio il Dean demone.


"Tu...hai rovinato la mia vita.." disse puntandogli il dito , minaccioso.

"Non capisco di cosa stai parlando. Io non ti ho mai frequentato fuori dagli studi televisivi e non ti vedo più da anni." chiese, stupito.


"Hai rovinato la vita mia e di Jared!!"


"Adesso chiamo la polizia. Te la vedrai con loro."


"Noi ci amavamo , e tu...tu hai distrutto tutto." Disse Jensen, quasi piangendo.


L'agente rimase sbalordito, in una sorta di improvvisa illuminazione.

"Ohhh.... Suppongo che Padalecki se la sia cantata alla fine. Ci è voluto tutto questo tempo? Quanta debolezza!" disse con un ghigno.


"Non ti azzardare...lui era profondamente innamorato di me, e tu...tu l'hai spinto tra le braccia di Gen." Disse puntandogli l'indice contro.



"Andiamo, Jensen. Padalecki poteva scegliere di non credere a me, ma l'ha fatto. Poteva scegliere comunque te ma non l'ha fatto. È questo che ti rode?"


Jensen gli rifilò un pugno ben assestato.


"Stupido ragazzo troppo cresciuto." Disse l'agente, toccandosi il mento, e sferrandogli a sua volta un pugno.


"Perché questa crudeltà? Perché? Avremmo potuto essere felici da tanto tempo." Chiedeva Jensen.


"Felici?? Felici?? Sciocco! La felicità d'amore è solo un'illusione! L'amore altro non è che una bestia che ti mangia il cuore e scompare! E non lascia che cenere dietro di sé!"


Jensen lo guardava con aria disgustata.


" Dovresti ringraziarmi...l'amore finisce sempre, e ti dimenticano come fossi niente, ma il successo...la popolarità è quella che rimane, che non viene dimenticata, neanche quando muori...

Pensi che tu e Padalecki avreste avuto lo stesso successo se vi foste dichiarati pubblicamente?

Pensi che la gente vi avrebbe mandato i regali di nozze e cosparso di petali di rose al vostro passaggio?
Illuso. Un amore gay.

Vi avrebbero deriso. Perché la società , malgrado quello che vuole far credere, resta sempre quello che è. Le persone restano sempre quello che sono. "

"Non avevi il diritto di intrometterti nella nostra vita. Sei solo un lurido verme." Disse Jensen cercando di colpirlo.



La lotta ricominciò, e l'agente infieri ancora.


"Pensi che il vostro amore ha futuro? Povero illuso, non l'ha mai avuto. Padalecki piuttosto che lottare per te, si è aggrappato alla mia piccola bugia. Gli ho offerto un appiglio di salvezza."


L'agente diceva quelle parole per il solo scopo di ferirlo, ma Jensen non ci badò.


"Tu...sei solo un lurido verme" disse, dandogli un altro pugno.


"E non sei migliore delle persone che tu tanto incolpi."


Altro pugno.




*





Qualche notte prima....


"Jared, Jared, Jared."

"Jensen, Jensen...."


Jared tremava e sussultava quando Jensen lo stringeva e lo massaggiava in carezze intime, dolci, sensuali.


"Quanto ho desiderato toccarti in questo modo, quanto ho desiderato sentirti dire il mio nome." Gli diceva Jensen mentre gli baciava il petto, e Jared inclinava la testa all'insu, accarezzandogli la testa.


"Se l'avessi saputo prima..." diceva Jared.


Jensen lo guardava con tenerezza.


"A volte mi sembra impossibile di come non ci siamo accorti che ci morivamo dietro l'un l'altro."

"Io...pensavo...pensavo..."

"Cosa?"


Jared d'un tratto non parlò più. Sembrò provare un po' di vergogna.


"Pensavo che non ti piacessero i gay. Insomma che ti facessero un po' di senso...è per questo che io...non mi sono fatto avanti..."


Jensen lo guardò stralunato , non capendo se doveva sentirsi offeso dal giudizio di Jared.


"C- che cosa? Mi stai dando dell'omofobo? Ma perché? Io...cosa ho mai fatto o detto che ti ha fatto pensare...è per via del destiel?"


Jensen si era lamentato tante volte di questa mania che si era creata nel fandom.


"No no no...il destiel non c'entra niente."

"Allora...era basata sul niente." Insistette Jensen.



Jared si penti di essersi infilato in quella conversazione.


"Senti, fa come se non abbia parlato o detto niente, okay?"

"No..."

"Jensen, perché dobbiamo rovinare questo momento cosi bello?"

"Non si rovina niente, se dici le cose chiare."


Jared sospirò e gli raccontò di quel lontano incontro con l'agente di Misha.






La fantastica love story di Jared e Jensen e i vangeli dei J2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora