-Irresistibile

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La sveglia interrompe i miei sogni; nonostante sia stanco morto, mi sveglio sorridente al ricordo di ciò che è successo qualche ora fa'. Non so precisamente come definire il tutto: può essere l'inizio di una storia come può anche essere stata la prima ed ultima volta che tra noi sia successo qualcosa. Ammetto che se così fosse non sarei di certo l'uomo più felice del mondo, ma non voglio arrivare a conclusioni affrettate. Sono ormai le otto quando arrivo al bar e noto con mia sorpresa che sono già tutti dietro il bancone a servire i clienti. Quando mi sveglio di buon umore la giornata passa senza che io me ne accorga. Stranamente sono anche contento quando Paolo passa a trovarmi: ho  voglia di raccontargli tutto ciò che mi è successo in questi giorni.

"Clà, non puoi capire cos'ho appena saputo"

" Dimmi, sono tutt'orecchie"

" Stasera c'è una festa al bar giù da noi, dicono che ci sarà da divertirsi un casino"

"In realtà io avevo pensato di passare la serata insieme. Magari noleggiamo un film e ordiniamo una pizza..."

"Dai clà, facciamo domani? Il sabato sera si esce a fare vita sociale, è d'obbligo!"

"E va bene. Però domani passi l'intera giornata con me"

" Va bene. Ora torno a lavoro, ti busso alle 22 e scendiamo; mi raccomando non farmi aspettare anche stavolta"

Sono le 22.01 quando Paolo bussa alla porta di casa: è impressionante quanto a volte sia preciso. Vado ad aprilo e lo faccio entrare. Come suo solito non perde neanche un secondo per iniziare a predicare. Ma sono quasi pronto, devo soltanto infilare la camicia azzurrina che ho appena finito di stirare.

"Sembri quasi figo in total black"

Mi piace stuzzicarlo. Ma come risposta mi arriva un cuscino dritto dritto dietro la testa.

" Dico davvero, deficiente"

"Beh, anche tu non sei niente male con quella camicia"

Dopo esserci presi in giro per qualche minuto scendiamo e troviamo in men che non si dica gli altri. Ci intrufoliamo tra la folla per raggiungere il bancone ed iniziare a bere qualcosa. A metà serata siamo, chi più e chi meno, tutti ubriachi. C'è Paolo che continua a ballare al centro della pista da solo, Pomo che cerca in tutti i modi di trascinare Cristiano ad andare a caccia di prede con lui, e poi ci sono io che mi guardo intorno senza un motivo e mi limito a dondolare su me stesso. Continuo così fino a quando girandomi noto una sagoma che mi ricorda qualcuno, ma non ne sono così tanto sicuro viste le mie condizioni. Cerco di mettere a fuoco l'immagine di quel ragazzo un po' troppo lontano da me e riesco ad accettarmi del fatto che quello lì sia proprio chi pensavo: Mario. Vorrei raggiungerlo per chiedergli cosa ci fa qui, ma i miei piedi è come se mi tenessero attaccato al pavimento per qualche secondo di troppo; mi sto per convincere quando vedo un ragazzo che lo raggiunge e, dopo avergli portato un bicchiere con dentro del liquido giallo, inizia a muoversi dietro di lui tenendolo stretto per i fianchi. Gli si sta strusciando addosso e non smette di toccarlo con quelle sue mani viscide. Non riesco a capire bene il motivo, ma questa scena mi fa venire il nervoso. Stringo i pugni e cerco di non guardarli. Ci provo ma non riesco, è più forte di me. Li fisso per qualche secondo di troppo e vedo Mario girarsi verso di me; visto il sorrisino che mi fa, prima che lui possa avvicinarsi a salutarmi mi allontano e raggiungo gli altri al centro della pista. Non ho parole per descrivere quanto odio provi verso di lui in questo momento. Trovato Paolo poi, non riesco però ad avvistare Cristiano e Pomo.

" Paolo, sai dove sono gli altri?" gli urlo nell'orecchio cercando di superare il volume altissimo della musica.

" Chi? che cosa vuoi? " capisco che è in condizioni pessime; è messo peggio di quanto credessi. Neanche due secondi dopo me lo ritrovo accasciato su un braccio. Lo faccio poggiare sulla mia spalla e ci dirigiamo verso l'uscita. Prendo una boccata d'aria fresca e già mi sento meglio. Inizio a farmi domande su ciò che ho appena visto e ancora non riesco a crederci. Ma torno subito a concentrarmi su Paolo. Dopo averlo fatto sedere su un muretto provo a rintracciare Cristiano per sapere che fine abbiano fatto, ma niente. Così penso bene di scrivergli un messaggio per avvisarlo che noi abbiamo già fatto rientro a casa. Prendo Paolo e lo porto di sopra, gli sfilo le scarpe e lo lascio sul mio divano. Vado a togliere i vestiti e, prima di buttarmi sul letto, controllo che sia tutto apposto. Mi affaccio nel salone: Paolo russa e tiene occupato quasi tutto il divano. Una volta a letto i miei pensieri iniziano a tartassarmi ma mi convinco che non devo darci peso. Ora Mario sarà a divertirsi con quel tipo proprio come ieri faceva con me. Infondo, cosa mi aspettavo? Scaccio via i pensieri e dopo neanche due minuti riesco finalmente a prendere sonno.

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