-Tentazioni

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"Ciao, tu dovresti essere il nuovo arrivato. Giusto?"

Appena si avvicina riesco a guardarlo meglio. Porta i capelli dritti sulla testa, ciocche nere e castane alternate; ha le braccia magroline e occhi scuri come il carbone

"Ehm...sì. Mi chiamo Claudio"

"Io sono Mario. Non essere così nervoso" sorride e mi posa una mano sulla spalla.

" Ti troverai benissimo qui"

Il resto dei ragazzi intanto inizia a fare un po' troppa confusione, facendo intervenire il maestro

"Ragazzi un po' di silezio, trovatevi subito una coppia ed iniziamo la lezione."

"Oggi finalmente impareremo la Bachata"

Faccio per spostare lo sguardo sul centro della sala e noto che soltanto una ragazza, come me, è rimasta senza una coppia. La vedo avvicinarsi; i suoi capelli sono un ammasso di ricci tenuti insieme da un elastico, ha un fisico da urlo e mi ricorda tanto la mia amica Rosita. Mi aspetto si presenti anche lei; invece l'unica cosa che fa è guardarmi dalla testa ai piedi con aria scocciata.

"A quanto pare ti tocca stare con me"

Il tono di voce con cui lo dice mi fa capire subito che non sia per niente una tipa amichevole.

"Okay"

Non faccio neanche in tempo a scoraggiarmi che il maestro mi compare alle spalle.

" No Valentina, lascia perdere. Per stasera sto io con lui.."

"È la sua prima lezione e non saprà neanche come muoversi"

Non so se ho capito bene, l'unica cosa di cui sono certo è che quella lì si chiami Valentina e che quasi sicuramente abbia il compito di aiutare il maestro; o almeno dovrebbe.

"Dammi le mani, ti faccio vedere io come muoverti. Poi ti assicuro che ci riuscirai benissimo anche da solo. Vedrai"

La lezione inizia e Mario, con lo sguardo fisso sui miei piedi, cerca di farmi seguire i suoi passi tenendomi sempre per le mani. Ma, per mia fortuna, tutto ad una certa distanza.

"Ragazzi, ora si continua con lo stesso movimento. L'unica differenza è che dovrete avvicinarvi di più al vostro partner" 

Mentre lo dice allunga il braccio dietro la mia schiena e mi trascina verso di lui, facendomi rimanere immobile.

"Claudio, adesso dovresti tenermi la mano dietro la schiena anche tu"

"Va bene così?"

Posiziono la mano dove capita. Ma lui, senza rispondermi, la prende e se la porta più in basso

"E non avere vergogna, non ce n'è bisogno"

Il resto della lezione passa con Mario che continua a strusciarsi addosso ed io che dopo cinque minuti non riuscivo neanche più a capire dove mi trovassi. Una volta salutato tutti, prendo il borsone ed esco di corsa dalla palestra. HO BISOGNO DI ARIA.
La mia canotta è diventata una sola cosa col petto. E non riesco a capire se sia più sudata per la fatica che ho fatto cercando di imparare quei quattro passi oppure se sia colpa di  Mario e del suo modo di muoversi. Ci tengo a precisare che non è per niente il mio tipo, troppo magrolino e scuro per i miei gusti; probabilmente fuori non l'avrei neanche notato, ma vederlo in quelle condizioni mi ha fatto ricredere.
Arrivato a casa, inizio a sentirmi un po' stanco. Così mi sdraio sul letto. Una strana solitudine si sta facendo strada in me e il fatto che non abbia un ragazzo con cui passare la serata, non aiuta. Cerco però di non pensarci, domani andrò a comprare altre cose per il bar. Non ho intenzione di ristrutturarlo, ma vorrei aggiungere qualcosa per renderlo più accogliente. Mi addormento con il cellulare in mano pensando alla nuova giornata che mi aspetta e a quanto questa sarà stressante.

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