Le cose tra noi non sono andate nel migliore dei modi, non potrei negarlo. Ma questo non mi sembra un motivo valido per evitarmi, o far addirittura finta di non conoscermi.Cammino traballante con in mano due bicchierini di caffè e una confezione di patatine classiche cercando di non inciampare nei sassi fastidiosi che mi circondano. Il mio sguardo intanto cade continuamente sotto l'ombrellone a dieci metri dal mio. E so il perché. Dal troppo nervosismo non mi accorgo neanche di Paolo, che ora non è più da solo.
"Ehm..ti ho portato il caffè"
"Quanto c'è voluto amo"
"È che ho incontrato Mario"
"Mario?!"
"Si..poi ti racconto"
"E lui ora chi sarebbe?"
"Cla, lui è Roberto. Roberto, lui è Claudio"
Dall'occhiata che mi lascia intuisco in men che non si dica le sue intenzioni. È incredibile come Paolo riesca a trovare sempre un modo per "divertirsi" ovunque vada. E neanche il tempo di bere il caffè che mi lascia solo sotto l'ombrellone.
"Noi andiamo a fare una passeggiata. Ritorno tra un po'"
"Va bene"
"A dopo patato"
Così mi ritrovo da solo. Ancora. Infilo la canotta e faccio per sdraiarmi su uno dei due lettini coperti completamente dall'ombra. Aziono la playlist dal mio cellulare e in meno di due minuti i miei occhi si chiudono. Il vento sottile che traspira mi aiuta a non morir di caldo. Cado così in un sonno profondo.
"Ehii"
Dopo neanche dieci minuti una voce a me familiare irrompe tra i miei sogni. Apro pian piano gli occhi e di fronte mi ritrovo lui. Ancora una volta, inaspettatamente.
"Ehm..Ti ho svegliato?"
"Non si notava che stessi dormendo?"
"Si..Ma volevo chiederti scusa per quanto è successo prima"
"Potevi farlo anche prima che mi addormentassi"
"Volevo aspettare fossi solo.."
Ritrovarmelo a pochi centimetri dal volto mi fa sempre lo stesso effetto. Il modo in cui mi guarda con quegli occhi nero pece non cambierà mai. E lo stesso vale per me. Mi convinco che lo guarderò sempre come se fosse la prima volta. Sempre come se fosse la cosa più bella del mondo.
Svegliarmi tutto d'un colpo mi rende ancor più stanco, e per questo non mi va di alzarmi. Così faccio per invitarlo a sdraiarsi accanto a me.
"No grazie, preferisco sedermi quì"
Si avvicina così al lettino dall'altra parte dell'ombrellone e si siede.
"Almeno avvicinalo, se proprio ci tieni a parlare"
"Qui non va bene?"
"Non riesco a sentirti da lì"
Afferra così il lettino su cui è seduto e senza indugio lo avvicina completamente al mio.
STAI LEGGENDO
Quello che non ti aspetti;
FanficL'estate si avvicina e Claudio,tra il lavoro e le strane voglie del suo migliore amico Paolo,decide di iniziare a prendere lezioni di ballo,nonostante non sia per niente portato. Nella scuola di ballo conoscerà poi una persona che,sorprendendolo, gl...