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"Ragazzi, a me l'attenzione. "
Neanche il tempo di pronunciare queste parole che riesce ad avere gli occhi di tutti puntati su di lui. È incredibile come riesca ad attirare l'attenzione di chiunque in meno di un secondo. Come se fosse una cosa risaputa ci comunica che questa sia la nostra ultima lezione. Lo fa con così tanta naturalezza da non accorgersi dell'espressione di domanda che si diffonde sul volto di tutte le persone che lo circondano. Compreso il mio.
"Intendo dire che con questa lezione abbiamo terminato i nostri incontri"
"Ci si vede a settembre ragazzuoli"
Dopo vari commenti positivi e non riguardo la notizia, ha finalmente inizio la lezione. La nostra ultima lezione. O meglio, la mia ultima occasione per godere dell'immagine di questo ragazzo muoversi come solo lui sa fare avanti i miei occhi. Non riesco a nascondere di essere sorpreso da tutto ciò quando vedo Mario avvicinarsi dopo aver scelto con cura la musica che ci accompagnerà per il resto del tempo.
"Perche quella faccia?"
"Mario, perché non me l'avevi detto prima?"
"Cosa avrei dovuto dirti scusa?"
Il suo sguardo confuso mi permette di realizzare che non ha per niente importanza ciò che stavo per rimproverargli. Così evito di portare a termine ciò che avevo intenzione di dirgli. Infondo non importa se non mi abbia avvisato prima della fine delle lezioni.
Noi continueremo a vederci. O almeno spero."No nulla. Lascia perdere "
"A volte penso tu sia l'uomo più incomprensibile sulla faccia della terra"
Gli faccio una smorfia. Una linguaccia. E questo mio gesto gli provoca una risata che mette fine poco dopo portandosi una mano avanti la bocca.
"Ah Cla"
"Si..?"
"Dopo non scappare subito che devo parlarti"
Sono quasi convinto che voglia soltanto "scoparmi" per l'ultima volta in questa sala. Ma sorrido e annuisco. E a questa mia reazione gli viene fuori un'espressione strana. Forse confusa. Un po' troppo confusa. Ma ingenuamente decido di non darci peso.
Al finir della lezione si allontana da me per poter salutare e abbracciare tutti i ragazzi prima che escano dalla porta per farci poi ritorno tra tre lunghi mesi.
"Aspettami qui. Non muoverti"
Così rimango solo in sala. Ci sono soltanto io. E un sottofondo musicale accompagna i miei pensieri che non fanno altro che tormentarmi. Come al solito senza un motivo preciso. Sto per affacciarmi a controllare la situazione di fuori quando sento squillare un telefono. Di chi potrà mai essere?
La troppa curiosità mi spinge ad avvicinarmi al posto da cui sento provenire il suono, che sembra non aver intenzione di smettere. E una volta trovato riconosco in mezzo secondo a chi appartiene.
Ma certo, è il cellulare di Mario.Chiamata in arrivo: Matteo
Se non fosse per l'insistenza con cui continua a chiamare, non avrei avuto pensieri sospetti. Ma poi un messaggio.
"Chiamami appena puoi. "
Subito dopo un altro.
"Mi manchi già. Ho voglia di sentirti"
Il mio viso cambia colore. Ora è decisamente più pallido. E il sorriso che c'era pochi secondi fa sulle mie labbra svanisce nel nulla. Lascio il telefono sulla mensola, proprio nel punto in cui l'ho trovato e mi dirigo verso la porta. Come ha potuto? come può farmi questo? Dopo ciò che c'è stato tra di noi la scorsa sera, dopo avermi ripetuto che per lui non sono un giocattolo. E sopratutto dopo avergli confessato ciò che provo. Ho la vista offuscata dalla rabbia e quasi inciampo su di una scarpa. Mi drizzo i capelli e continuo a camminare. Prendo il borsone nello spogliatoio e corro verso l'uscita senza guardare in faccia nessuno. Con lo sguardo rivolto verso il basso, quasi arrivato alla porta mi scontro con qualcuno. Non avendo gli occhi puntati in avanti non vedo chi sia fin quando questo si decide a parlare.
"Claudio, che ti prende?"
Ma certo. Eccolo. Il coglione di turno.
"Mario, lasciami andare"
"Mi dici cosa ti è successo in cinque minuti che mi sono allontanato?"
"Mario ti ho detto di lasciarmi andare"
Il mio sguardo è infuriato e Mario per un attimo sembra avere paura di me. Ma non molla la presa dal mio braccio. Non mi lascia andare. Non permette che io mi allontani da lui. Non mi permette di allontanarmi dalla sua vita. Proprio come io non gliel'ho permesso la scorsa sera.
"Claudio non te ne vai da qui finchè non mi avrai detto cosa cazzo ti prende"
Ho modo di vedere un Mario diverso dal solito. La rabbia inizia a farsi spazio in lui e il suo tono duro prende il sopravvento su quello fine e delicato con cui mi aveva parlato fin'ora.
"Mario, non mi va di essere preso in giro. Non ancora una volta"
"Claudio di cosa parli?"
"Vai a vedere sul tuo cazzo di telefono, così magari capisci di cosa parlo"
Spalanca gli occhi e rimane qualche secondo a fissarmi senza aggiungere altro. Dopodiché si avvia verso la sala. Verso il suo telefono. Verso il motivo della mia attuale delusione. E fa cenno di seguirlo. E io lo faccio. Senza aggiungere una sola parola. Lo seguo.
Dopo aver preso tra le mani il telefono e averlo fissato per qualche minuto di troppo, si volta a guardarmi immobile. Io ho ormai gli occhi colmi di lacrime che trattengo a stento. E lui sembra accorgersene in men che non si dica.
"Claudio, era di questo che volevo parlarti"
"Ho già sentito abbastanza per oggi. Davvero"
"Dammi almeno modo di spiegarti e poi ti lascerò andare via se vorrai"
Non so cosa mi spinga ad accettare la "proposta". Forse i suoi occhi colmi di lacrime. Forse i miei. Forse la paura di perdermi che avverto nelle sue parole.
O forse il mio sentimento che cresce di volta in volta. Ma lo faccio. Senza pensarci due volte. Accetto."Vai, ti ascolto"
Dopo venti minuti Mario ha finalmente terminato tutto ciò che aveva da dirmi. Forse. Matteo è il suo ex ragazzo che, a detta sua, ancora non riesce a rassegnarsi dopo la loro separazione. Mi racconta della rottura avvenuta ben due mesi fa e aggiunge che fino a settimana scorsa non si erano più sentiti nè visti. È ricomparso dicendogli di amarlo ancora e di non riuscire a dimenticarlo. Mario gli ha subito consigliato di starne alla larga se non voleva farsi del male, essendo il suo sentimento non ricambiato. Matteo però si fece trovare sotto casa sua e quel giorno scattò un bacio. E non solo. Ciò che più mi fa rabbia è che ci sia andato a letto nel momento in cui io ero già entrato a far parte della sua vita. Precisamente una settimana fa. Il giorno in cui Mario è iniziato a piacermi. Il giorno in cui è iniziato tutto. Con le lacrime agli occhi mi confessa di essersene pentito e che se tornasse indietro non rifarebbe del sesso con quel tipo. Non ora che ha me al suo fianco. Vedendomi a dir poco scocciato non perde tempo a mostrarmi la loro conversazione. L'aveva risposto soltanto due volte. Precisamente il giorno scorso, ma con la speranza di liberarsi di lui. Un messaggio diceva "Dimentica quello che c'è stato tra noi giorni fa". E l'altro di non volerlo più sentire. Di non farsi più vedere. Ma questo non è servito praticamente a nulla. Le lacrime così cominciano a rigargli quel viso perfetto che si ritrova.
"È che non so più cos'altro fare.."
"Sapevo che mettendoti al corrente di questa storia avrei potuto perderti, ma sentivo la necessità di dirtelo"
Non so cosa rispondergli. Ho la testa che mi scoppia per quanto colma di pensieri e domande. E vederlo in queste condizioni non mi aiuta.
"Sta a te decidere se uscire da quella porta o restare qui con me.."
"Magari per l'intera notte"
Senza pensarci troppo su prendo la decisione a mio parere più giusta e significativa in questo momento.
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Quello che non ti aspetti;
FanfictionL'estate si avvicina e Claudio,tra il lavoro e le strane voglie del suo migliore amico Paolo,decide di iniziare a prendere lezioni di ballo,nonostante non sia per niente portato. Nella scuola di ballo conoscerà poi una persona che,sorprendendolo, gl...