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Quando entriamo la casa è quasi piena di gente già ubriaca, Candice viene a salutarci un po' brilla, offrendo un bicchiere di vodka alla ciliegia a me e a Eireen , mi sorella rifiuta e inizialmente ho pensato di farlo anch'io poi però lo prendo lo stesso, perchè un po' d'alcol mi serve per affrontare questa serata. Candice mi guarda nervosa e sembra voglia dirmi qualcosa perché biascica uno strano 'scusa ma..' prima che qualcuno la trascini via nella folla. Non la seguo perché molto probabilmente sono io che ho capito male e, anche se volessi, non potrei dato che è già sparita fra la gente.

 Eireen trova un gruppetto di ragazze della sua classe che ballano e si unisce a loro e pensare che io, alla loro età, feste del genere le vivevo solo dai racconti delle altre ragazze, perché i miei genitori non volevano che io partecipassi. Jenna intravede Phoebe e Iasaac che parlano con un' altra coppia che non ho mai visto, prende Davies per mano e ci dice di andare verso di loro. Fantastico sono l'incomodo fra le coppie.

Porto il bicchiere alle labbra e l'alcol mi brucia giù per la gola, mi allontano dal gruppo e lascio i fidanzati alle loro presentazioni e al "noi ci siamo conosciuti a.." "noi andiamo.." "noi stiamo insieme da.." un pizzico di gelosia Abigail? No, assolutamente, sono solo stata lasciata con un messaggio e da quel giorno non ho più ne visto ne sentito Lo Stronzo. Per fortuna vedo una faccia amica che alza un braccio per salutarmi da sopra il divano, è Francis il mio compagno di classe gay, moro con gli occhi neri.Mi avvicino e saluto il resto del gruppo «Ehi ma guarda chi si vede stasera!» Mi dice Francis e ricambio il saluto sorridendo. Maya, una ragazza dalla carnagione olivastra per le sue origini brasiliane, si alza dal divano e viene ad abbracciarmi. «Ciao Abigail!» fa e il io ricambio l'abbraccio. Maya è sempre stata gentile e aperta con me, nonostante avessimo un rapporto che non va oltre al "compagne di classe".

Bevo in un sorso tutto il contenuto del bicchiere e ne prendo un altro, in un bicchiere di vetro, da sopra il muretto dove c'è il divano. Comincio a ballare invitata da Maya e da altri compagni di classe sulle note di una canzone decisamente troppo alta per i miei gusti, ma non importa, chiudo gli occhi e mi lascio trascinare dalla musica e li riapro solo d'istinto quando sento Francis gridare: "Merda!" e.. Merda!                                                                                                                                        Sbatto le palpebre per capire se l'immagine che ho  davanti a me sia solo un effetto di alcol e di notti insonni oppure la realtà. Ma non svanisce, però sbiadisce per le lacrime che arrivano agli occhi.                                                                                                                                                                                      Sul divano di fronte a me, quello dov'ero seduta con i miei amici qualche minuto fa, ora c'è Jake, insieme ad una rossa che dimena i fianchi a cavalcioni su di lui. Non sento niente, solo una fitta al petto e il bicchiere che mi scivola dalle mani e va in frantumi sul parquet scuro. In altre circostanze mi dispiacerebbe e mi sarei scusata per il pavimento costoso, ma Candice aveva assicurato che Jake non sarebbe venuto e ora mi chiedo se l'abbia fatto apposta.                              Ho fatto tanto per evitare di incontrarlo, non c'è la faccio, mi sale un conato di vomito e mi faccio avanti a spintoni in mezzo alla folla correndo verso il bagno. Non vedo niente ho la vista offuscata dalle lacrime e il cuore annebbiato dal dolore, rischio di inciampare due volte così mi tolgo le scarpe, entro in bagno chiudendo a chiave e do di stomaco nella tazza.                                      Quattro mesi. Sono passati quattro mesi e fa ancora male come il primo giorno. Quattro mesi. Quattro mesi a piangere per lui, con il pensiero che potesse starci male, almeno un pochino, infondo un'anno non è poco. Quattro mesi pensando che magari, passata l'estate e una volta esserci rivisti, avremmo potuto superarla.                                                                                                                  E invece eccolo lì e eccomi qui. Eccoci qui.

Mi siedo sul pavimento e non riesco a smettere di piangere a singhiozzi. Mi ha distrutta, completamente. Non rimane niente. Mi appoggio alla vasca e chiudo gli occhi, forse al buio fa meno male, forse è solo un brutto incubo, ma non è così, ovviamente.

Dopo un lasso di tempo come venti o trenta minuti li riapro, i singhiozzi se ne sono andati, ma le lacrime continuano a scendere. Mi alzo e mi guardo allo specchio, il trucco è colato tutto sulle guance, ho lo sguardo vuoto, non traspiro emozioni sembro quasi morta, e forse lo sono dentro.
Non si può vivere senza cuore e il mio è stato bruciato.
Apro il rubinetto e mi lavo il viso con l'acqua fredda.
Devo capire cosa fare, ho due opzioni: o lo affronto o me ne vado.
Non posso affrontarlo, chiederò ad Andy se può riaccompagnarmi a casa e poi tornare alla festa per controllare Eireen, gli dirò che mi sono sentita male e spiegherò tutto alle altre domani.     No, non posso lasciare qui da sola mia sorella, anche se ci sono Jen e Phoebe avranno bevuto e si staranno divertendo con Davies e Isaac. Prima di uscire do un'ultima occhiata allo specchio, sospiro cercando di trattenere le lacrime. Mi giro per chiudere la porta ma quando faccio un passo avanti vado a sbattere contro qualcuno, alzo lo sguardo e non posso crederci. 

L'universo mi sta giocando un brutto scherzo stasera.

Portami Via [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora