46. Storie d'amore e d'incidenti in piscina

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Quando realizzai che erano le 15:45 mi tornò in mente dell'invito di Judith alla festa di tua cugina. Non sapevo dove fosse la casa di quella ragazza, perciò decisi di chiamare la mia amica.
Il cellulare squillò quattro volte, poi mi rispose una voce femminile.

«Pronto?»

«Sono Chris.» Dissi sorridendo.

«Oh, ciao!»

«Come ci organizziamo per la festa? Ti vengo a prendere o...»

«No, non ce n'è bisogno!» rispose affrettata. Il suo tono leggermente allarmato mi incuriosì. «Ci incontriamo al parco... tra dieci minuti?»

«Va bene. Ci vediamo lì.»

Ci salutammo e riattaccai. Quella ragazza era strana... quando le avevo chiesto di venirla a prendere si era subito agitata. Allontanai quei pensieri ed uscii dalla mia camera. Una volta giunto nel salotto, con mia grande sorpresa vedi mia madre che sfogliava una rivista seduta sulla poltrona. La verità era che speravo di non vederla, giusto per non dover rispondere alle sue domande. La donna spostò lo sguardo dalla rivista a me, incuriosita.

«Chris, dove stai andando?»

Dovetti pensare subito ad una scusa valida.

«Andavo da Peter. Per una ricerca.»

Con mia fortuna lei non aveva bisogno di altre spiegazioni. «A che ora tornerai?»

«Ehm... alle 20:00?»

«Come? Ceni da lui?»

«Sì.» Mentii.

In verità speravo che ci sarebbe stato un rinfresco, così avrei potuto mangiare lì.

«Va bene. Divertiti!»

Sorrisi ed uscii velocemente da quella casa. Ero stato fortunato ad uscirne così facilmente. Raggiunsi il parco, dove trovai Judith seduta su una panchina. Non si era ancora accorta di me, stava osservando le foglie dell'autunno rincorrersi seguite dal venticello.

«Hey.» Dissi giunto di fianco a lei.

La ragazza mi guardò e sorrise, mentre mi sedetti di fianco a lei sulla panchina. Restammo in silenzio per un po' osservando il panorama in autunno. La chioma degli alberi era un miscuglio di colori diversi, dal giallo all'arancione, e poi al rossiccio.

«È molto bello, qui.» Commentai per rompere il silenzio.

Lei annuì. «Adoro l'autunno. Non è bellissimo?»

«Personalmente preferisco l'estate» dissi. «È più allegra, a mio parere.»

Judith sorrise e tornò a guardare gli alberi. «D'estate non puoi provare tutto queste emozioni. È diverso.»

«Un po' tutte le stagioni sono diverse. Ognuna ha qualcosa di speciale.»

La ragazza annuì. «Già.»

Restammo ancora un po' in silenzio. Non capivo come mai avessimo cominciato a parlare di stagioni, ma non m'importava.

«Sarà meglio andare.» Disse all'improvviso Judith.

Se Non Ci Fosse Un DomaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora