Dear Harry

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Caro Harry,
se stai leggendo questa lettera, suppongo di essere morto.

E se lo sono, beh, mi dispiace immensamente.
Chissà come la prenderai.
Chissà se sarai dispiaciuto, se te ne importerà qualcosa.
Chissà se verrai al mio funerale.
Me lo immagino in una chiesa piuttosto grande, in stile gotico, esageratamente decorata: è in posti del genere che si dice addio alle celebrità, vero?
Ci sarà tantissima gente ansiosa di lucrare sulla mia morte, mentre poca a cui sia mai importato qualcosa di me.

Immagino tutte le mie sorelle sedute in prima fila e la piccola Daisy che si alzerà e chiederà di fare un discorso, perché a lei piace fare discorsi, soprattutto quelli in cui mi dà dello stupido.

Daisy, un giorno capirai che suicidarsi è tutt'altro che stupido, mi penserai e forse sarai capace di perdonarmi.

Scommetto che non avresti mai pensato che mi sarei ucciso, sbaglio? Sono sempre così gentile, felice, sereno: è l'umore che mi piace indossare ogni giorno, per evitare problemi.
In realtà il ricordo che ho della felicità è piuttosto vago, ma sono sicuro di conservarlo ancora, sbiadito, in qualche remota parte della mia testa.

Suppongo di doverti delle spiegazioni.
Anzi, sento il viscerale bisogno di dartele, come se ti dovessi ancora qualcosa.

Cosa spinge una persona al suicidio?
Ci sono così tante ragioni che non so nemmeno da dove iniziare.
Ti sei mai sentito un estraneo guardandoti allo specchio, Harry?
Dopo anni di impegni, sacrifici, tutti volti a raggiungere il miraggio di felicità di cui tutti parlano, guardo il mio riflesso e riesco a pensare soltanto: cosa diavolo sto facendo della mia vita? E' stato tutto vano?

Ti sei mai sentito un peso?
Ti sei mai sentito mortalmente stanco? E non parlo di quella stanchezza dopo una giornata piena e faticosa. Intendo stanco di svegliarti, di respirare, perché fare qualsiasi cosa comporta una fatica troppo grande.

Ti sei mai sentito schiacciato?
Perchè è come se avessi passato tutta la mia esistenza in balia degli avvenimenti senza mai avere alcun controllo. E questa sensazione si è intensificata enormemente da quando abbiamo formato la band: da quel preciso istante ho smesso di essere Louis e sono diventato una macchina di soldi, un burattino senza alcuna voce in capitolo nella sua vita.

A tutti noi è successo questo, in realtà, ma io non sono una persona forte e non lo sono mai stato: ogni piccola cosa rischia di distruggere il mio fragile castello di carte.
Mi sto sgretolando, ecco tutto.
E non accetto di morire in modo insignificante, Harry, cerca di capirmi.
Questa è la mia occasione di libertà: voglio morire con dignità, perché lo decido io.
Non per malattie, per vecchiaia, o in un incidente, o per una cazzo di overdose accidentale nel mio appartamento a quarant'anni.
Non voglio lasciare nulla al caso: per una volta, voglio avere il diritto di decidere il mio destino, e se me ne vado adesso rimarrò per sempre io, così come sono.

So cosa stai pensando: che sto dicendo un mucchio di stronzate, perché col tempo andrà meglio.
Perchè riuscirò a dimenticarti, imparerò a farmi scivolare addosso ogni bruttezza e ogni sopruso, troverò uno spiraglio di luce.
Ma in tutta sincerità, non andrà mai meglio.
Anzi, andrà sempre peggio.
È questa la verità che nessuno vuole sentire, capire, ingoiare.
Nella vita non c'è salvezza, siamo tutti su una scala mobile che va solo in discesa.

Non tornerai.
Forse è questa la consapevolezza che più mi ferisce.
Non posso vederti con qualcun altro, né pensarti sapendo che non mi pensi.
Ogni volta leggo i rumors su di te come la più accanita delle fans e prego che tu non stia amando qualcun altro.
Forse ti amo più di quanto tu abbia mai amato me.

Santo cielo, Harry.
Vorrei tanto riuscire a farti sentire in colpa, ma al contempo farti capire che la decisione che ho preso non l'ho presa a causa tua, perché è solo, soltanto colpa mia.
È un controsenso, vero?
Ma d'altronde, di cosa posso incolparti?
Non ti biasimo per avermi detto addio.
Neanche io riesco a sopportami, sinceramente. Neanche io al posto tuo vorrei rinunciare ad una luminosa carriera per uno stupido coming out.
Vorrei, ma cosa posso rimproverarti?
La tua presenza rendeva tutto così bello, così perfetto.
Mi hai reso splendente.
Mi hai reso felice, disperato, innamorato perso dei nuovi sentimenti che ho scoperto grazie a te, gli stessi che non sono riuscito a controllare, trovandomi travolto da una valanga di amore che non sapevo come gestire, e che ha finito per ferirmi in modo profondo e inguaribile.
È stata una fiaba finché non abbiamo dovuto affrontarne la fine.
E la vita mi ha sbattuto la realtà in faccia, la realtà che il "vissero per sempre felici e contenti", non esiste, la realtà che sono sbagliato, che sono gay, che non c'è un posto per me, che il mondo non è pronto.
Ma va bene così, va bene davvero.
Il per sempre non esiste per l'uomo, ma tu mi hai permesso di scoprire sensazioni che valgono molto più del tempo.
La nostra è una fiaba forte sincera, una fiaba che rileggerei all'infinito, e allora chissenefrega se il tempo ha un limite.

Caro Harry,
voglio andarmene e vorrei tanto averti accanto a me per un ultimo bacio, un abbraccio, un solo sguardo.

Ho in programma di farla finita la notte del mio compleanno, il 24 dicembre, e se tutto va bene, qualcuno mi ritroverà la mattina della Vigilia.
Succederà ciò che dovrà succedere.
Forse lo troverai stupido, ma spero ancora in una tua telefonata, quella che ricevevo ogni anno a mezzanotte in punto, qualsiasi cosa succeda.
Ma stavolta non mi importa degli auguri, mi importa solo la tua voce roca che pronuncia il mio nome per l'ultima volta.
Ascoltarti mentre lo dici nelle vecchie interviste non è la stessa cosa.
Io continuo a crederci, anche se non serve a niente.

Caro Harry,
voglio andarmene, ma ci sono alcune cose che devo spiegarti, per avere la coscienza pulita, o un po' meno sporca.
Non posso lasciare senza risposte persone come Niall, come Zayn, Liam, la mia famiglia.
Non posso lasciarli senza un 'grazie', perché se lo meritano.
Quindi va avanti a leggere, Harry, fallo per me.
E prenditi cura di loro.
Ti amo davvero, con tutto il mio egoismo.
Vorrei averti solo per me.

Per sempre tuo,
Boobear

Boobear. || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora