Johannah, I love you more

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Caro Harry,
è lei, senza alcun dubbio lei la donna più importante della mia vita, la prima a cui devo e voglio scrivere.
L'hai vista di certo, Johannah, povera anima, che scivola via come un granello di sabbia, rapida come una folata di vento.
Io scelgo di morire e lei non può scegliere di vivere.
È così ingiusto e così stramaledettamente crudele.
Saprai sicuramente che ha un cancro che la sgretola secondo dopo secondo.
Saprai che ha da qualche settimana interrotto le cure.
Saprai che i medici l'hanno data per spacciata, così ha voluto tornare a casa e vivere gli ultimi istanti nella pace che merita, circondata dalle persone che ama.
"Voglio sistemare le cose," mi ha detto.
Sai, sono stato io-non il mio patrigno, nessun altro parente- a parlare con i medici.
Ero io, solo nel corridoio bianco, che crollavo senza farmi vedere.
Mi hanno detto, col volto fermo e impassibile di tutti i dottori, e gli occhi freddi e distaccati, che non aveva più tempo, che aveva al massimo una manciata di mesi, che non c'era più niente da fare.
E sì, me lo hanno sbattuto in faccia quanto passi veloce un minuto, un giorno, una vita.
Quando ti rendi conto che a tua madre restano trenta o pochi più giorni di vita ti monta nel petto una rabbia furiosa e incontrollabile.
Perché, perché, perché lei, perché non io, perché non chiunque altro al mondo purché non sia lei.
Ti supplico Dio non portare via lei.

Ma le preghiere non servono, e daresti tutto per avere un poco più di tempo ancora perché ti rendi conto che me hai sprecato fin troppo.

Avrei voluto portarla più volte fuori a cena per vederla sorridere, avrei dovuto stare più spesso a casa e darle una mano con le gemelle, finché potevo, avrei potuto dirle di più, abbracciarla di più, viverla di più.
Sono un idiota, non è vero?

Johannah, ti amo più del cielo, di un'infinità infinita, più grande dell'universo.
Te lo dicevo da bambino e te lo dico ancora e te lo direi per sempre, se solo potessi.
Meriteresti altri mille anni su questa terra, ma forse il paradiso ha qualcosa di più da offrirti.
Forse è quello il posto che fa per te.
Forse ci vedremo lì, un giorno.

Vorrei poter dire di essere stato un buon figlio, ma è chiaro che non posso.
Devo chiederti scusa, anzi, per tutte le volte che ti ho trascurata, che non ti ho dedicato abbastanza attenzioni, per averti dato solo delusioni.
Perché è un dato di fatto.

Mi ricordo quando ti confessai della mia omosessualità.
Sapessi quante paranoie mi ero fatto nei mesi precedenti.
Ero terrorizzato all'idea di scoprire che mi avresti guardato con occhi diversi.
Pensavo che non avresti saputo accettarlo, perché quale madre vorrebbe un figlio così diverso?
Quale madre non desidererebbe dei paffuti nipotini da accudire?
Te l'avevo detto così, durante una cena io e te, in quel ristorante intimo e piacevole.

"Ti vedo silenzioso, tesoro, cosa c'è che non va?"
Mi sono sempre chiesto come facessi a leggere ogni mia emozione all'istante, come se potessi entrarmi nella testa e nel cuore.
Non ti ho lasciata nemmeno finire.
"Sono innamorato di Harry, mamma."
L'ho sputato fuori così, come un boccone amaro, nonostante mi fossi preparato un discorso da premio Nobel che avrebbe fatto commuovere un sasso, passando ore e ore nella mia stanza a ripeterlo.
Eppure quella frase mi è esplosa dentro, e non potevo dire nient'altro se non quello: sono innamorato di Harry, che era, in quel momento, l'unica cosa certa della mia vita.
Non mi ricordo perfettamente quella serata, tutte le parole con cui provasti a rassicurarmi.
Però ricordo il tuo sorriso, il tuo bianco sorriso avvolgente che mi strinse come un caldo abbraccio.
Ricordo il sollievo quando ho guardato i tuoi occhi che splendevano ancora luminosi, dopo la mia confessione.
E capii in quell'istante che tu saresti stata accanto a me sempre e con tutte le tue forze.

Ricordi quando ho invitato a cena Harry presentandolo come il mio ragazzo?
Santo cielo, l'hai guardato come se fosse la conoscenza più entusiasmante che potessi fare.
L'hai ringraziato come se ti avesse salvato la vita.
E ricordo le lacrime che velavano i miei occhi quando gli hai parlato per la prima volta e l'hai chiamato tesoro, perché per te faceva già parte della famiglia.
Sei stata la prima a capire che Harry era la mia persona, che il nostro amore era follemente sbagliato ma noi due insieme meravigliosamente giusti.

Morirò, mamma.
Forse sono già morto da un pezzo.
Perdonami, perdonami, perdonami se puoi.
So che sembra ridicolo chiedertelo, ma voglio farlo lo stesso: ti conosco abbastanza per sapere che proverai davvero a capirmi, mettendo da parte il rancore.
Vorrei passare con te tutti gli istanti che ti restano, ma non riesco a sopportare l'idea di vederti spegnere, di dover toccare la tua pelle fredda di morte, davvero.
Per me sarai sempre calda e splendida, vivrai fino alla fine del mondo.

Te lo dico ancora una volta.
Vorrei dare la mia vita in cambio della tua, che muori quando sei stata un sole per tante persone, io vivo quando non ho fatto altro che danni.
Ma te lo giuro, che se esiste qualcosa dopo la morte, se non svanirò sotto terra insieme al mio corpo inerme, veglierò su di te e su tutte le tue bellissime creature.
Mi assicurerò che ci sia sempre qualcuno a prendersi cura dei piccini.
Anche Lottie lo farà.
Ti ho amata più di qualsiasi altro, sei la risposta ad ogni domanda, sei una meraviglia.
Ti amiamo tutti noi, mamma, i tuoi figli e chiunque abbia avuto l'onore di conoscere un fiore come te.
Ci rivedremo presto, lo spero con tutto me stesso.
Boobear

Ps. Ti prego, Haz. Se sei ancora in tempo, leggi questa lettera a mia madre. Bada a lei e agli altri. Non farla sentire sola nei suoi ultimi istanti. Stringile la mano come farei io. Abbraccia il suo cuore.
Ti amo.

Boobear. || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora