46 capitolo

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-Certe volte mi domando come fai ad essere così stupida- dico alzando gli occhi al cielo

-do- tossisce -dovresti conoscermi..Faccio le minchiate, però poi sto bene.- dice Jade mostrando un sorriso.

Uno dei pochi sorrisi veri che fa'...peccato che poi non sorriderà più.

-Stavo pensando...E se non succedesse?- Domando abbassando lo sguardo

-Cosa?- Domanda con quei suoi due occhioni marroni

-Voglio dire: se non ti risvegliassi più?- una lacrima che cade nella sua mano piena di fili

-Allora il mio lavoro sarebbe compiuto- dice

-Smettila.- dico

-Ma è vero.- dice ma senza accorgersi del suo tono acido

-Ti ho detto smettila.- ribatto fredda

-Il mio lavoro è non svegliarmi più.- dice girando la testa verso il macchinario che tiene la frequenza del suo cuore

-SMETTILA.- urlo piangendo e accasciandomi a terra

-Tu non sai cosa significa vivere qui. Vivere tra ospedale, casa, scuola, ospedale psichiatrico. E poi di nuovo. Stare attenta ad ogni movimento della madre o del patrigno. Stare giorno dopo giorno sotto i farmaci e andare dallo psicologo. Tu non sai che vita di merda è la mia. Tutto grazie ad i miei professori, che a 13 anni avevano detto che dovevo essere aiutata. Ma non capivano che mi stavano uccidendo, avevo un vuoto che si stava lacerando, avevo dei dubbi che mi massacravano la testa, mi stavano uccidendo. Mi stavate uccidendo tutti.- dice.

Dalla sua voce si capiva il dolore, sembrava stesse piangendo.

-Ci sono sempre stata io...Sempre- dico

-Sì...ma non potevo raccontarti cose che appartenevano solo a me...Era il MIO dolore, non il tuo. Tu avevi già le tue.- dice portandosi una mano in faccia e asciugandosi le lacrime, che ormai, gli avevano riempito il volto.

-Sai che io sono una maso- non mi fa finire che continua

-che sei una masochista? Sbagli. Tu non sei masochista. Tu non dai peso alle parole che tu dicono, Ah no, giusto...Tu non sei mai stata presa di mira come me...Tu hai sempre avuto la vita da regina..Io posso dire di essere masochista..Perché io mi cerco il dolore.- dice

Sapevo che infondo aveva una ragione tremenda. Era vero io avevo sempre avuto una vita pregiata, non mi sono mai accorta della vita delle altre persone, Non ho mai visto ne' capito io loro dolore...ma ora posso dire che lo sto vivendo in primis

-Disturbo?- Domanda uno strano signore entrando nella stanza

Quella persona mi assomiglia molto a qualcuno...Ora ricordo

Guardo immediatamente Jade e la vedo più bianca di com'era ed è anche immobile

-il suo nome?- Domando

-Oh giusto io sono Steve collins- dice porgendomi la mano

-Vattene..SUBITO- urla Jade

-Jade calma..- dice Steve

-Ho detto Va viaa- Urla ancora

-Okay okay ma calmati.- dice abbassando la testa e uscendo

-vuoi...incontro breve ma intenso signorina collins- rido dando un pugno a Jade

-Dillo ancora e ti spezzo ogni dito che ti trovi nella mano- dice guardandomi male e girandosi -Lasciami sola- continua fredda

-Jade,Dai, scherzavo..- cerco di rimediare

-Ho detto lasciami sola- dice acidamente

Cerco di metterle una mano sulla spalla...Però è meglio fare come ha detto

Ritiro la mano prima di appoggiarla ed esco dalla stanza

-allora? Che ha detto? Cos'è successo? Chi era quello?- fa domande su domande Samanta

-Suo padre è tornato.-

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