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Matthew’s P.O.V.

Qui seduto nella cella mi metto a pensare a ciò che era successo poco prima:
mentre Alessandra parlava, entrarono i soldati, cercarono di sparare a Jack, ma lui ebbe i riflessi abbastanza pronti da buttarsi dalla finestra, mettendo in salvo anche mia sorella.
Giorni prima, Sparrow mi aveva promesso che, se mi fosse successo qualcosa, avrebbe badato lui a Selene durante il viaggio e non avrebbe permesso di farle accadere niente, e così è stato. Chi l’avrebbe mai detto, un pirata ha tenuto fede al suo giuramento, pensando subito a lei, forse ancora prima di pensare a se stesso. Dopodiché, venni ammanettato, mentre Alessandra giurava di essere appena entrata nella stanza, e di aver trovato noi pirati a parlare di una mappa nascosta nelle gallerie sotto la città; ovviamente era una bugia, ma le serviva un diversivo per potersela filare, mentre mi guardava facendomi l’occhiolino. Sono sicuro avesse qualcosa in mente, ma, qualunque cosa fosse, spero solo la faccia in fretta, non sopporto di stare qua dentro.
Passano le ore, a breve comincerà ad albeggiare, e comincio seriamente a preoccuparmi, non vedendo nessuno venire in mio soccorso; mi hanno detto che verrò impiccato quella stessa mattina con accusa di pirateria, e ormai il momento è molto vicino.
Dopo qualche minuto, sento una voce nel corridoio, sembrerebbe di Alessandra, ma non riesco a capire una parola, in quanto sta parlando in italiano, forse dialettale. Subito dopo si ode un tonfo, e vedo la nostra nuova alleata correre dentro:
-Alessandra, siete venuta!-
-Non potevo mancare, è molto più difficile salvarvi il deretano mentre siete appeso ad una corda.-
In mano ha la chiave della mia cella, che apre velocemente, per poi prendermi la mano e cominciare a correre, io la seguo, non so dove mi stia conducendo, ma mi fido di lei.
Riusciamo finalmente ad uscire da lì, e passano di corsa dei soldati, probabilmente in cerca del nuovo fuggitivo, così lei mi spinge dietro a dei balloni di fieno per nascondermi durante la loro ricerca.
-Matthew, per ora potete stare da me, ma tra poche ore dovrò vedermi con Jack e Selene, e voi dovrete andarvene, non posso farmi trovare con un pirata in casa.- Annuisco velocemente, continuando a seguirla per strada, per poi fermarmi dietro di lei all’ingresso di un palazzo enorme.
-Questa è casa vostra?-
-Era di mio marito, ma poi l’ho ucciso, ed ora è tutta mia. La servitù non c’è, l’ho mandata via appena sono tornata da palazzo, non potevano vedervi.-
Entro guardandomi intorno, quel posto è incredibile! E’ pieno di cose costose, mobili di lusso, quadri di artisti famosi… mi chiedo se le abbia rubate o ereditate. Mi indica la stanza che suppongo sarà mia per le ore successive.
-Riposatevi, ne avete bisogno. Non toccate niente, se quando entrerò mancherà qualcosa, state pur certo che vi taglierò le mani, e non scherzo.- 
Incredibile come parlasse in modo cordiale, dandomi del “voi”, e allo stesso tempo mi minacciasse, quella donna era sempre più interessante.
Mi stendo sul letto, chiedendomi dove fossero Selene e il nostro capitano, ero meno preoccupato per lei da quando avevo visto Jack salvarle la vita, ma ero pur sempre suo fratello, e temevo per la sua incolumità.
In poco tempo chiudo gli occhi e mi lascio trascinare dal caldo abbraccio di Morfeo, sognando la tanta agognata vendetta nei confronti di Barbossa, di tornare a casa e di non dover mai più vedere Jack per il resto della mia vita.

Jack’s P.O.V.

La sera precedente ho riportato Selene sulla nave, ormai eravamo stati visti e ogni tentativo di chiedere una stanza in una locanda era svanito.
La guardo dormire silenziosamente… ma che schifo, sbava nel sonno! Bleah. Jack Sparrow, capitano della Perla Nera, ritrovatosi al fianco di una donzella che, durante il sonno, sembra un bulldog francese, ci potrebbe essere qualcosa di peggio? Come non detto, ora russa anche. No aspetta, non sta russando, sta mormorando qualcosa; mi avvicino a lei per sentire meglio le sue parole.
-Uhm… Jack… biscotti… rum- Stava sognando me, allora la sua bava è a dir poco giustificata.
-Va via… no… voglio anch’io il biscotto… dammelo… porco.- Quella ragazza non si può accontentare di insultarmi tutto il giorno, deve farlo anche mentre dorme! Continua a farfugliare qualcosa, ma non capisco, quindi mi avvicino sempre più a lei con l’orecchio rivolto verso la sua bocca (nella speranza che non ci sbavi sopra), ad un certo punto perdo l’equilibrio e le cado addosso.
-Aaaah!-
-Aaaah!-
-Jack cosa stai facendo? Perché sei sopra di me?-
-La vera domanda qui è: perché tu sei sotto di me?- Selene era confusa e arrabbiata, non si ricordava niente della sera precedente?
-Noi due l’abbiamo… l’abbiamo fatto?-
-Con tutto il rispetto, non andrei mai a letto con un bulldog francese.-
-Cosa?-
-Niente!- Lei si alzò e guardò intorno, poi vide che indossava ancora gli abiti della scorsa serata, tra cui uno scomodissimo corsetto.
-Aiutami a togliere questa robaccia.-
-Non me lo faccio ripetere due volte!-
-Parlavo solo del corsetto, il resto sono in grado di toglierlo anche da sola, ma grazie per esserti offerto.- Mi alzo anch’io e cerco di slacciare quello strumento di tortura dalla ragazza, ma non riesco nell’impresa.
-Cosa stai aspettando?-
-E’ incastrato.-
-Come sarebbe a dire?-
-Sai, quando una cosa è totalmente inamovibile…-
-Non sono stupida, sono arrabbiata! Levamelo subito di dosso, per favore!- Non so che fare, mi guardo intorno in cerca di una leva, ma trovo qualcosa di meglio: un coltello.
Taglio via il corsetto a partire da in mezzo alle scapole, scendendo fino alla fine della schiena. Selene salta al mio tocco, non so se per la sorpresa, o se per la piacevole sensazione dell’aria nei polmoni.
-Grazie.-
-E’ stato un piacere, milady.- Mi esibisco in un buffo inchino che la fa ridere, per poi diventare di colpo seria.
-Mio fratello. Hanno preso mio fratello. Come sta?-
-Non lo so ancora, tra poco dovremo incontrarci con Alessandra, ce lo dirà lei.-
-Dobbiamo andare a liberarlo!-
-Non dire sciocchezze, siamo ricercati, andare nella prigione a liberare un pirata prigioniero è come infilare la testa nel cappio. Cambiati, c’è da andare subito alla locanda ad aspettarla, ne parleremo con lei e solo dopo decideremo cosa fare.-
Selene sembra profondamente contrariata dalle mie ultime parole, ma non sa come controbattere, quindi esce dalla mia cabina e si dirige verso il baule dove teneva gli abiti da usare a bordo. Dopo appena trenta secondi eccola qua, con pantaloni, capelli raccolti, cappello e camicia, così abbigliata sembra quasi un uomo, se non fosse per i delicati lineamenti del viso e le forme che si intravedono da sotto la camicia.
-Quindi? Andiamo?-
-Impaziente come al solito. Io non verrò, sono troppo riconoscibile, portala qua appena puoi.-
Selene si incammina a passi svelti verso la locanda, con gli stivali di due taglie più grandi che sbattono rumorosamente contro i ciottoli. Mi ricorda tanto Elizabeth, chissà che fine avrà fatto, le mancherò? Che domande, sono sicuro di mancarle. E Will, vecchio furfante alla guida dell’Olandese Volante… non mi è mai piaciuto quel tipo.

I Pirati dei Caraibi e La Grotta dei Sogni.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora