Capitolo 3

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Evil.
-perché quella ragazza mi fissava oggi in classe?- chiesi a Jack mentre si pranzava.
-boh, l'avrai colpita, piaci a tutti te- rispose ingoiando la pasta che Larisa aveva preparato.
Quel giorno lo passai in casa a giocare con Jack e Damon alla play, niente di nuovo una solita routine.
Verso le sei Jack ritornò a casa, io ne approfittai per riposare un po', ma niente da fare mentre mi stavo per appisolare sentii la porta scricchiolare.
-posso?- era Damon.
-dimmi rompi palle- dissi molto svogliata.
-stasera alle otto dobbiamo essere già pronti, papà ha detto di dirtelo- disse con voce incerta.
-tranquillo- risposi.
-posso venire con te a riposare?-
Alzai la testa da letto, guardai mio fratello, mi domandavo spesso da chi avesse preso quel carattere così dannatamente buono, gentile e altruista, io ero molto più risoluta di lui, molto diversa.
Non dissi niente, gli feci un cenno col capo e si distese vicino a me nel letto.
Prima di dormire diedi un occhiata fuori, quel panorama metteva una certa tranquillità, il tramonto, tutto arancione e sereno, poi senza rendermi conto mi addormentai.
-ragazzi, svegliatevi- due mani leggere e molto delicate, mi sfiorarono il viso svegliandomi.
Guardai l'orologio sul comodino erano le 7:40, mia madre era seduta sul bordo del letto, senza dire niente andai in bagno e mi sciacquai.
-mamma- dissi - dove è la tuta per la caccia?-
-sono nell'armadio giu della palestra- rispose dalla grande sala.
Avevo una casa enorme, quindi se si parlava a distanza rimbombava in tutta casa e si poteva benissimo sentire quello che dicevano.
Insieme a Damon scesi giù nella palestra.
Mi misi la tuta nera, che aveva due lacci incrociati che mi tenevano il busto protetto dagli incantesimi dei cacciatori, la cintura, i pantaloni ben rinforzati e attillati e infine gli stivali.
-bene, solite raccomandazioni- iniziò mio padre -non fatevi beccare dai cacciatori, se potete fateli fuori, e cercate di prendere più persone possibile, Evil...- disse guardandomi infine.
-dimmi-
-stai attenta a tuo fratello, ci vediamo dopo- rispose sorridendo.
Ci diede un bacio a tutti e due e poi andò via con mamma mano nella mano.
-dove andiamo?- chiesi a Damon.
-vediamo al parco se c'è qualcuno- rispose.
Quanto odiavo cercare di ribellarmi, il sistema ci aveva schiacciato completamente, non meritavamo una vita così nascosta dal mondo, infondo noi demoni non siamo cattivi.
Ci incamminammo verso il parco, ceravamo di non fare rumore, e ci riusciva molto bene, la luce per noi non era un problema, al buio avevamo la vista tre volte più sviluppata degli umani, in pratica potevamo benissimo vedere in assenza di essa.
-ci sono due su quella panchina- Damon indicò un posto oltre gli alberi dove ci eravamo nascosti.
-raggiriamoli- dissi.
Feci il giro opposto a mio fratello, trovandomi lateralmente a dove erano seduti due ragazzi sui venti anni.
Mi avvicinai sempre di più, per poi aspettare Dam e a quel punto scattai addosso alla ragazza prendendola da dietro e atterrandola mangiandole la gola, per poi aspirare l'anima.
Tutto questo era crudele, ma io dovevo vivere.
Quando i ragazzi morirono io e Demon dissolvemmo i corpi con la magia, in modo da non farli trovare.
Tutto tranquillo, battei il cinque a mio fratello, e ci nascondemmo di nuovo.
Le emozioni erano sempre le solite, paura di sbagliare e adrenalina in corpo.
Quella non mancava mai, mi faceva sentire sempre in ansia, come se ogni volta fosse la prima, adoravo e allo stesso tempo odiavo quello che facevo.
Alla fine di ogni vittima mi sentivo il cuore sempre a mille ed ero agitatissima, ma ovviamente non mostravo mai una sola emozioni.
Dietro di me sentii scrocchiate qualcosa, mi girai e vidi un uomo nel buio, mi so gelò il sangue, strinsi mio fratello per un braccio, lui stesso si girò e mi afferrò.
Avevamo davanti un cacciatore, che ci scaglio un incantesimo di prigionia contro.
Buttai Damon dalla parte opposta.
-dobbiamo andargli addosso- gridai.
Lui di rimando sbarbò un albero, una nostra caratteristica era che i demoni avevano una specie di super forza, gettandolo addosso al cacciatore, che ne rimase visibilmente ferito a quel punto presi e mi buttati contro di lui, rompendogli l'osso del collo.
-è morto, possiamo continuare- dissi a Demon.
Per un momento ho sudato freddo, non capitava spesso di trovare cacciatori a giro, ma dovevo sempre essere pronta a situazioni simili.
-riprendiamo- disse lui sospirando per il pericolo scampato.

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