Capitolo 4

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Clara.
<<Sono tornata!>> urlai non appena varcai la soglia di casa. Nessuna risposta. <<C'è qualcuno?>> Silenzio, come ogni giorno, solo il silenzio. <<Ei?>>
Perfetto, ero sola in casa, come al solito. Misi lo zaino in camera mia, scesi le scale e andai a prepararmi il pranzo, canticchiavo mentre lo facevo, era così che mi tenevo compagnia. Accesi la Tv nel salone per non aver paura di ogni rumore che poteva esserci e tornai in cucina, occupata nei miei pensieri che andavano sicuramente a lei, non riuscivo a togliermi dalla testa Evil, i suoi capelli neri che facevano venir voglia di accarezzarli, i suoi occhi in cui avrei voluto tanto perdermici dentro, era impossibile non pensarla.
<<Clara?>> sobbalzai dalla paura e mi voltai di scatto vedendo mia madre di fronte a me. <<Cosa stai facendo?>>
<<Niente, preparo il pranzo, dove eri?>>
<<A lavoro, come ogni persona adulta, dovresti cercarti lavoro, magari essere una di noi e aiutarci a cacciare demoni, sai come sarebbe orgoglioso tuo padre...>> la interruppi subito.
<<No, no grazie mamma, non fa per me, odio la guerra e lo sai.>>
<<Lo so cara, ma è così il mondo.>>
<<E io non ne voglio far parte se deve essere così per forza, mi dispiace.>>
<<Come vuoi, vado nel mio studio, a dopo.>>
Girò sui tacchi e scomparí nel corridoio principale. La mia giornata era finita, non potevo uscire, non potevo invitare un'amica a casa, niente, finita.
L'orologio segnava le 6 del pomeriggio, probabilmente mi ero addormentata sul divano mentre guardavo un film, ma l'ansia e la noia presero il sopravvento, mi alzai dal divano stanca di essere me stessa e provai a pensare a cosa si provava ad essere più forti, più autorevoli. Gironzolavo per il corridoio come una maniaca, stavo fissa davanti la porta dello studio dei miei, avanti e indietro davanti a quella maledetta porta che poteva essere o non essere il mio futuro e l'idea di aiutarli vagava per la mia mente, forse la pace non era l'unica soluzione a tutto, forse a volte ci doveva, o meglio, poteva, essere la guerra ed io, io avevo preso la mia decisione e oltrepassai quella porta prima di pentirmene. Parlai a lungo con mia madre, mi spiegò, felice di vedermi li dentro, com'è che funzionava la vita là fuori, chi erano i demoni, cosa facevano e perché, quale era il compito dei cacciatori di demoni, tutto.
<<Clara...>> guardai mia madre mentre mi porgeva alcuni fogli. <<Se non sei sicura, non importa, sono comunque fiera di te.>>
<<Sono sicura, farò le lezioni di preparazione con l'organizzazione e un giorno sarò pronta ad essere un cacciatore di demoni.>> presi i fogli e diedi un occhiata a cosa c'era scritto sopra. Era una lista di nomi dei più temuti demoni, coloro che non avevano prove per essere incolpati, i più bravi, solo un nome mi colpì, "BLACK".

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