Prima parte: QUANDO IL SOLE SCOMPARVE

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                         ALEX

Giorno 1

Storia. Aula numero 15. Caldo pazzesco ed orologio scarico.

Hope è seduta accanto a me: capelli neri, carnagione chiara, sportiva e alta all'incirca un metro e settanta, con occhi di un verde acceso che cambiano sfumatura -e a volte colore- a seconda della luce e forse anche delle emozioni.

Solitamente anche lei si annoia a storia, ma oggi stranamente non si vuole perdere neanche un pezzo della lezione. A quanto pare ha un debole per i continenti orientali.

Il professore non la smette di parlare del sesto secolo dopo Cristo in India e mi sembra come se la temperatura in classe stesse aumentando. Hope scrive senza sosta, e quando per caso alza lo sguardo per qualche attimo, vedo i suoi occhi felini brillare per la curiosità.

Mi fa male lo zigomo.

Non troppo tempo fa, una sera d'estate, mi raccontò dei suoi genitori; mi disse che era orfana da quando aveva dodici anni.

Lei e la sua famiglia ebbero un incidente un pomeriggio mentre stavano tornando a casa dal supermercato. Stavano passando vicino ad una prateria quando una Volkswagen color argento li tamponó frontalmente. Poco prima Hope si era slacciata la cintura per raccogliere da terra un giocattolo che la sua sorellina Hannah aveva fatto cadere, ed è solo grazie a questo che si è salvata. Quando la macchina sbatté contro la ringhiera sul ciglio della strada, la parte destra della macchina -dove sedeva Hope- si disintegrò per... il 70%? Non lo so non sono mai stato un genio in matematica. Beh al diavolo le percentuali, diciamo solo che è un miracolo che non sono morti tutti quel giorno. 

Ricapitolando Hope era ancora distesa sui sedili e di conseguenza si ferì solo il fianco dove ha ancora una grande cicatrice. Hannah si salvò essendo stata nel seggiolino dalla parte sinistra dell'auto, ma loro padre morì subito dopo l'incidente, così la madre disperata per la perdita e straziata dal dolore delle ferite, chiese di essere addormentata per sempre qualche giorno dopo.

Da allora lei e sua sorella andarono di mano in mano tra le loro famiglie, finché non ne incontrarono una dove riuscivano a tenere sotto mano i problemi di Hope e ad amare Hannah.

In qualche modo Lucas seppe di questa storia, e quando iniziò ad infastidire -come al suo solito- Hope, lei non ci fece caso e venne subito da me. Non venne a cercarmi per trovare conforto, bensì per darmi la colpa. Ricordo alla perfezione quel giorno. Ero appena uscito dalla classe di algebra quando lei mi prese per il colletto della maglia e mi spinse con forza verso il muro che si trovava alla mia sinistra.

Era infuriata e mi chiese spiegazioni che io non sarei riuscito a fornirle e intanto teneva il suo avanbraccio spinto forte sulla mia gola. Io non feci niente per sottrarmi a tutto ciò, sapevo che lei ne aveva bisogno. Poi peró mi diede un pugno sulla guancia, così io mi girai di scatto e da quel momento era lei quella con le spalle al muro. Ero arrabbiato quindi le urlai in faccia con tutte le mie forze <<Ma che cavolo ti è venuto in mente di fare?!>> ; infine le diedi uno schiaffo al quale pensai che sarebbe crollata, ma non l'ebbe fatto. Aveva gli occhi lucidi ma non le scivolò giù per la guancia neanche una lacrima.

<<Vaffanculo>> mi disse secca mentre stava cercando di liberarsi dalla mia presa. Al secondo tentativo riuscì nel suo intento e se ne andò indifferente passando in mezzo ad un gruppetto di persone che si era formato intorno a noi. Tempo zero ed il gruppetto di persone era sparito.

Probabilmente il mio zigomo si era rotto, ma non mi importava, detestavo i dottori. Così ho lasciato che guarisse sola mettendo ghiaccio e vivendo di antidolorifici per una settimana. Inutile dire che quasi sicuramente è guarito male, ma neanche Satana mi constringerá a mettere piede in un ospedale.

Forse me lo sono meritato, ma è da quella volta che ogni due per tre mi fa male lo zigomo.

HOPE: La speranza incisa nel nomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora