ALEX
Giorno 2
Il mio cervello si sveglia un centesimo di secondo prima del mio corpo e percepisco all' istante di non essere in camera mia. Sussulto per la paura ed i miei occhi si approno. Mi guardo intorno spaventato, ma capisco subito di essere in ospedale cosí il mio cuore rallenta; aspetta un momento....che accidenti ci faccio io su una sedia della sala d'aspetto di un ospedale?!
Ripenso con la testa un po' sottosopra a tutto quello che é successo ieri:
Sveglia, corsa a scuola, raggiungo Hope, mi fa male lo zigomo, a Hope piacciono gli scacchi, legge il diario di suo padre, arriva Lucas, lei lo picchia, vanno dal preside, io vado alla fermata dell'autobus, perdo il bus perché aspetto Hope, mi giro di scatto e vedo Hope e Lucas picchiarsi, lei mi fá segno di restare dove sono, prende un pugno nello stomaco e Lucas se ne va, corro verso di lei, la aiuto ad alzarsi, lei é in piedi e mi lascia il braccio, cade a terra svenuta, panico totale e pensieri annebbiati.
Va bene adesso so perché io sono qui. Ma dov'é Hope? Mi precipito verso la reception, dove ad "aspettarmi" trovo una ragazza sui vent'anni che appena mi vede arrivare sfoggia un sorriso a trentadue denti; ci conosciamo? Poco importa, faccio ancora due passi e sono davanti al bancone.
<<Ciao, come ti posso aiutare?>> mi chiede arrotolandosi un ciuffo di capelli con un dito.
<<Sto cercando la stanza di Hope Witheness, mi puoi dire dove si trova?>> le chiedo cercando di non mostrare quanto, nel profondo del cuore, sono nervoso.
<<Certo>> si mette a cercare nel database con una lentezza che pure il bradipo di Zootropolis la supera. Ma perché penso ai personaggi dei cartoni che guarda mia sorella?
<<Allora bel ragazzo, come hai passato la notte?>> e si mette pure a chiaccherare.
<<Non molto bene. Hai trovato la stanza?>> le chiedo con sempre meno pazienza.
<<Non ancora...e questa Hope é la tua ragazza?>> ma seriamente?
<<Amica. Fatto?>>
<<Ancora un momento. E cel'hai una fidanzata?>> avrei fatto meglio ad andare dalla nonnina seduta accanto a lei.
<<No. Ma la fretta cel'ho eccome. Quindi?>> mi guardo nervosamente in giro, vedo che la parte della scrivania del bancone (quella a cui io sto davanti) é piú bassa, intorno ad un metro e trenta.
<<Suddai non avere fretta. Ho quasi fatto>> mi passa un bigliettino e penso subito che é il numero della stanza. Invece no. É un numero di telefono.
Ora sono davvero stufo e facendo ricorso ai cinque anni di atletica, metto le mani sul bancone e ruotando i fianchi verso sinistra salto oltre la scrivania accanto alla ragazza che mi guarda bianca come un fantasma; i miei occhi cadono sul computer davanti a lei.
Ma che....
Vedo che questa invece di cercare il numero di stanza di Hope cerca me su Instangram. Ma che problemi ha?
Rimpicciolisco la finestra e ingrandisco quella del database (ho fatto un corso di medicina per un anno nel quale ci hanno insegnato anche la gestione reception) scrivo il nome completo di Hope nel database e la stanza mi compare subito: Sesto piano, camera numero 785.
Poso il mio sguardo sulla tipa ancora sotto shock che mi guarda sbalordita.
<<Se cazzeggi un'altra volta cosí, ti faccio ingoiare il computer con tanto di mouse.>> le dico.
<<Vaffanculo.>> tenta di tenermi testa.
<<Ci sono giá tesoro!>> le rispondo mentre sono giá in corsa verso l'ascensore. Premo il pulsante e guardo lo schermo in alto per vedere quanti piani deve fare sto coso per arrivare.
UNDICI PIANI?!?! Ma siamo matti? Al diavolo il confort.
Mi metto a correre per le scale cosí veloce che per poco non mi cade addosso una vecchiata; oggi le signore anziane cel'hanno proprio con me.
Okay ci sono quasi: Quarto piano, la mia velocitá diminuisce.....Quinto piano, tutta la mia forza si concentra nelle mie gambe e corro piú forte che posso.....Sesto piano, il mio cuore perde un colpo.
<<Jenny vieni c'é un codice rosso!>> sento mentre salgo gli ultimi gradini.
<<Che stanza?>> chiede la presunta Jenny.
Arrivo in cima e mi fermo all'inizio del corridoio: <<Sette e ottantacinque.>>
Per poco non svengo. Non so come, ma in un batter d'occhi mi ritrovo fermo sullo stipite della porta a guardare come rianimano Hope. Poi sento una voce femminile che appartiene ad una bimba molto piccola che mi tira i jeans con le manine minuscole; Hannah. Se prima tutta quella scena era a rallentatore, adesso é tutto velocissimo. In un attimo prendo in braccio la piccola che piange e la porto verso le sedie all'altro capo del corridoio. Lei non ha la minima intenzione di staccarsi da me, sono l'unica persona a parte Hope di cui si fida.
Cerco di tranquillizzarla e le do un bacio sulla testa. Quando vedo che si é calmata le chiedo cos'é successo.
<<Stava dormendo ma era agitata e cosí le ho cantato over the raimbow perché anche lei me lo cantava quando dormivo male.>> mi ha detto tra un singhiozzo e l'altro.
<<Ma si era svegliata?>>
<<No.>>
<<E poi cos'é successo?>> forse non ho fatto bene a chiederglielo cosí direttamente ma lei non é l'unica ad avere bisogno di spiegazioni.
<<Come ho finito di cantare le ho dato un bacio sulla guancia perché quando lo faceva lei con me dopo facevo sempre sogni belli. Ma poi ho sentito invece del bip-bip lento un bip lunghissimo e i medici sono entrati con due aggeggi tipo piccoli specchi che le hanno messo sul petto; e infine sei arr....>> non ha finito la frase che giá si é rimessa a piangere. Povera bambina.
É passato un quarto d'ora dopo tutto ció ed il respiro di Hannah si é fatto piú pesante; si é addormentata.
Vedo arrivare lentamente un'infermiera che si ferma davanti a me, vorrei alzarmi ma non ho intenzione di svegliare la versione mini di Hope che dorme beatamente su di me.
<<Sei tu il ragazzo di prima sullo stipite della porta?>> mi chiede.
<<Sí sono un'amico di Hope. Hai novitá su di lei? Sta bene?>>
<<Sí.>> voce fredda <<Lei é...>>
*Spazio autrice*
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Aggiornerò a 5 visual e 3 stelline!
Ringrazio dollymeda perché mi ha fatto venire l'idea dei like e delle visual e la suspence di lei é....
Un saluto,
Aries
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HOPE: La speranza incisa nel nome
Ficção AdolescenteQuanti anni vi restano? Settanta? Ottanta? Hope non sa nemmeno se nel prossimo minuto sará ancora viva. Ogni secondo che passa é un secondo in piú di vita che ha vissuto, ed uno in meno che le resta da vivere. Lei sta giocando. Sí sta giocando in un...