Alle prime luci dell'alba, il maggiore Nazista Weimar e la sua squadra arrivarono nella cittadina, Viktor fu avvisato immediatamente anche perché le urla tedesche erano incomprensibili.
Arrivato Viktor la situazione ricominciò a tornare alla normalità."Dobbiamo formare dei gruppi e inoltrarci nei boschi per trovare i due ostaggi nazisti presi dai partigiani immediatamente! Il maggiore ci aiuterà con la sua squadra" spiegò Viktor ai soldati italiani. "Non possiamo partire così...serve..serve..preparazione, armi, non abbiamo fatto finora spedizioni nei boschi sono pericolosi ...il capitano non..".
"Il capitano deve sottostare ai nostri comandi soldato, e ora fate come vi ho detto!" Ribatté Viktor.
Non tollerava che qualcuno non facesse ciò che lui diceva di fare. La sua parola era e doveva essere un ordine da eseguire immediatamente.Nel bosco era tutto estremamente e stranamente silenzioso, fin troppo. "State attenti potrebbero esserci delle mine interrate.." disse Viktor.
"Mine cosa???" Domandò preoccupato Luigi un soldato appena di 20 anni
"Bombe che possono aver nascosto nel bosco...chi lo conosce bene che può fare da guida??" Chiese Viktor con estrema calma.
"Io signore, lo conosco bene il bosco posso dirle che secondo me si sono accampati nella radura vicino alla chiesa sconsacrata al di sopra di questa vallata"
"Bene portaci lì allora Luigi".Camminarono per ore, senza risultati quando si sentirono delle voci in lontananza.
"Siamo vicini, ora serve strategia dobbiamo dividerci così da non farci notare e fare un imboscata, liberare i prigionieri e uccidere tutti i rivoltosi, mi sono spiegato? Nessuno escluso, sparate."
Annuirono all'unisono, Viktor era molto convincente e non era certo consigliabile contestarlo.Riuscirono nell'imboscata, Viktor si ritrovò faccia a faccia con il capo del gruppo di partigiani, il suo mitra era puntato verso il capo quando.."metti giù subito quel mitra sporco tedesco! Se non lo fai vi uccideremo tutti!" Urlò da dietro di lui un altro partigiano
"No non lo farete vi dico io come andrà, se abbasso il mio mitra non ci sarà un lieto fine per voi.." rispose Viktor.
Il partigiano si mise a ridere "si certo, metti giù il mitra! O giuro che riempio di piombo quella testa da sporco nazista che sei!"
"Ok come vuoi tu" con un sogghigno abbassò il mitra e dopo neanche mezzo secondo un colpo di fucile colpí dritto a metà testa del partigiano.
"Ehi! Ferma! Ci arrendiamo..raggiungiamo un accordo, vi restituiamo un prigioniero è teniamo l'altro come garanzia di buona uscita" esordi il capo gruppo.
Viktor sorrise per poi tornare subito serio "Entrambi o niente"
"È una garanzia se no chi mi dice che non ci farete tutti fuori?!"
"Hai la mia parola che non alzeremo un dito se ci restituisci i prigionieri"
"Balle, non mi fido di un nazista.."
"Vedi tu, può andare in due modi o ci restituisci i prigionieri e la scampi oppure muori, a te la scelta"
"Restituite i prigionieri!"
"Bene. Bravo. Ora avete altri in giro per i boschi o siete solo voi?"
"Solo noi"
"Perfetto"
"E il nostro accordo?"
Arrivarono gli altri nazisti imboscati nel bosco e presero come prigionieri i partigiani rimasti legandoli con delle funi.
Viktor così caricò la sua pistola la puntò alla fronte del capo.
"Davvero credevi di sopravvivere? Tu mi hai insultato, mi hai chiamato sporco nazista, non meriti di vivere, ora inginocchiati e chiedi perdono"
"Non mi inchino davanti a te, non vali niente!" gli sputò in faccia
Viktor si levò lo sputo dalla faccia e si pulí sulla giacca del partigiano e gli tirò un pugno dritto al naso che lo fece svenire a terra.
"Prendetelo e legatelo" disse ai soldati italiani.
Tornando verso casa nessuno parlava.
Tornarono a Rivabella con i prigionieri.
Il capitano Corelli disse subito a Viktor che non doveva agire senza il suo ordine che se fosse morto qualcuno nella spedizione quel sangue sarebbe stato sulle sue mani.
"Capitano, ho agito perché dovevo e i suoi uomini hanno fatto il loro dovere, non so se ha capito ma qui gli ordini non li detta più lei, il maggiore Weimar mi ha dato le giuste istruzioni, non ho bisogno di alcuna raccomandazione, ci serve un patibolo per l'impiccagione."
"Noi non agiamo così!!" Ribatte il capitano.
"Capitano Corelli, non ci sono altre alternative"
Così appesero le corde su un patibolo in legno adibito ad altro, ma che faceva giusto al caso loro e impiccarono tutti i prigionieri, i soldati italiani non riuscirono a guardarli morire al contrario Viktor, il maggiore Weimar e gli altri nazisti guardarono tutta la scena, fumando pure un sigaro e scambiando battute in tedesco.
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Rivabella
RomantiekViktor Wagner un tenente tedesco inviato dal Terzo Reich a Rivabella un paesino dell'Italia centrale per sovrintendere e controllare la zona occupata da truppe fasciste. Freddo e scontroso di carattere. L'amore arriverà a scaldare il suo cuore? Leg...