18.

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'Mi vuoi sposare?'
Quella frase... L'ha detto davvero?
Mi ha chiesto di sposarlo?
Da quando gli ho detto che voglio pensarci, Jack è strano.
È sempre pensieroso, nervoso, la maggior parte del suo tempo l'ha passato nel suo studio.
Non sono stata molto a casa sua e questo ha fatto tornare in lui l'ansia che me ne fossi andata di nuovo.
Al secondo giorno che non c'ero a casa sua, al mattino, mi sono trovata molti messaggi.
"Non posso vivere senza di te"
"Ti prego torna"
"Non sono niente se non ho te"
E molti altri.
Tutto questo è cosi strano.
Non riesco a credere a quello che è successo.
Fino a poco tempo fa ero solo un oggetto per lui.
Un oggetto da usare a suo piacimente, e ora? Non può vivere senza di me?
Non riesco a crederli.
E non riesco a non pensare che se accettassi, tutto tornerebbe come prima.
Non sarei più la sua sottomessa ma sua moglie. Ma nella circostanza 'camera da letto' sarei la sua sottomessa.
O mi tratterebbe come tale.
Ma io non voglio essere trattata cosi se sarò sua moglie.
Il telefono squilla e per la terza volta è Jack ma io non rispondo.
È cosi difficile stargli lontano ma allo stesso tempo ho bisogno di stare da sola, cosa che lui non mi permette di fare facilmente.
Samantha ha deciso di presentare Edward alla sua famiglia che vive a Denver, in Colorado.
Mi ha invitato ad andare con lei per qualche giorno, cosi forse riuscirò a distrarmi e ha non pensare a Jack.
Samantha sta facendo le valige.
Ha portato cosi tanti vestiti che sembra debba trasferirsi a casa dei suoi.
Io in un semplice zaino, ho messo tre pantaloni di tuta, due jeans, delle maglie e i mio beauty con qualche trucco.
«Solo questo?» chiede Samantha sorprese
Annuisco e lei scoppia a ridere.
Edward e in soggiorno con la sua valigia.
Ha un borsone tipo quelli da calcio.
Stanno insieme da qualche mese ma in realtá non so praticamente nulla di lui.
Ci siamo incontrati pochissime volte e non abbiamo mai parlato molto.
Il taxi è in anticipo.
Io inizio a scendere e porto il mio zaino nel taxi.
Per alzare la valigia di Samantha, dobbiamo stare tutti è tre a reggerla.
Se aggiungeva qualcos'altro esplodeva.
Per fortuna la valigia di Samantha entra nel porta bagagli e partiamo per l'aereoporto.

Un ora e mezza più tardi siamo giá sull'aereo.
Il mio posto è vicino al finestrino, in mezzo Edward e poi Samantha.
Le porte si chiudono, vengono elencate e le procedure di sicurezza e ancora prima di rendermene conto siamo giá in volo.
Sono molto felice di incontrare Miriam e Daniel, i genitori di Samantha.
Non li vedo da molto tempo.

Qualche ora più tardi, allacciamo le cinture e si inizia la discesa.
Edward e Samantha hanno dormito per tutto il viaggio.
Io invece, non ho chiuso occhio.
Continuavo a pensare a lui.
Come stará?
Che cosa stará facendo?
Mi passano mille domande in testa, tutte collegate a lui.
Scendiamo dall'aereo e andiamo alla ricerca dei nostri bagagli.

Miriam e Daniel si stanno sbracciando correndo verso di noi appena ci vedono.
«Mamma rilassati. Lui è Edward, il mio ragazzo.» dice, Daniel gli stringe la mano e idem Miriam.
Usciamo dall'aereoporto, la macchina di Daniel non è molto lontana.
Durante il tragitto, Miriam riempie di domande Edward e alla domanda 'come vi siete conosciuti?' Scoppio a ridere ricordando Samantha ubriaca fino alla cima dei capelli che chiama Edward, Edward Cullen.
Samantha mi tira una gomitata e la madre diventa curiosa.
«Perchè ridi Maddy?» non mi chiamava Maddy da tantissimo tempo.
Faccio per parlare ma Samantha mi tappa la bocca e Edward scoppia a ridere insieme a me.
Arriviamo davanti casa loro.
È immensa.
Scendiamo dall'auto e prendiamo i bagagli portandoli in casa.
Quando ero più ragazzina passavo la maggior parte del mio tempo in questa casa, a studiare con Samantha quasi tutti i giorni.
È stata una mia seconda casa.
È esattamente come la ricordavo.
Non è cambiato nulla.
Al piano di sopra, la vecchia camera di Samantha, è ancora piena di libri e pupazzi e molte altre cose di anni fa.
Il suo letto matrimoniale, ha un piumone indica con i cuscini con le federe di tutti i colori.
Alle pareti ci sono appesi alcuni poster di qualche cantante, come Dami Lovato, Katy Perry, Lady Gaga e la sua cantante preferita da sempre Avril Lavigne.
Edward sta portando i bagagli su insieme a Samantha che in realtá finge di portarli per stare vicina al suo boyfriend.
Salgo le scale e vado in camera a prendere il mio telefono.
Appena lo accendo, quasi si blocca dalla marea di messaggi e chiamate.
Vorrei tanto sentirlo.
Mi manca la sua voce.
Uno dei messaggi, il più lungo di tutti, attira la mia attenzione.
"Ciao piccola. Ho sbagliato, lo so. Me ne rendo conto. Sono stato un coglione, un bastardo, un mostro. Volevo farti conoscere il mio mondo, pensando che la cosa sarebbe andata a finite bene, non pensavo degenerasse cosi. Volevo cambiarti, invece tu hai cambiato me. Mi fai provare delle sensazioni mai provate in vita mia. Parlare con te, dormire con te, fare l'amore con te, sono tutte cose che prima non ero in grado di fare. Non ho mai dormito con nessuna a parte te. Non ho mai amato nessuno. Solo te. Se la cosa più bella che mi sia capitata nella vita. So che non ti fidi, e pensi che se accetti tutto tornerá al rapporto 'padrone sottomessa' ma non sará cosi. Non so stare senza te neanche per un momento. Pensare che potresti avermi dimenticato e pensare a un altro, mi fa venire il voltastomaco dalla rabbia. Tu sei mia. Se leggerai questo messaggio è risponderai, saprò che mi hai perdonato, in caso contrario, se tu vorrai, mi dimenticherò di te e sparirò dalla tua vita. Ma sappi però che ti amo, e ti amerò per sempre."
Questo messaggio mi ha tolto certo battiti.
Le lacrime ormai, hanno rigato pure troppo le mie guance.
Non riesco a credere a tutto questo.
E cosi surreale.
Rileggo quel messaggio una decina di volte e a ogni volta perdo un battito.

You are my slaveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora