17.

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È passata solo una settimana da quando sono tornata a casa.
Non sono uscita mai di casa, ne dalla mia camera da letto per quattro giorni.
Sono una cazzo di zombie.
Dopo aver scoperto che Jack mi ama, tutto si è fatto più complicato.
Anch'io lo amo.
Ma se il mio ruolo nella sua vita fosse solo essere la sua schiava e non la dua ragazza?
Tutto sarebbe più facile forse.
Dominatore e sottomessa.
Solo sesso.
Nessuno prova sentimenti.
Sarebbe tutto più facile, invece no.
Una cosa chiamata amore si è messa in mezzo a rompere i coglioni.
«Madison, è pronta la cena.» dice Samantha, entrando in camera mia.
«Non ho fame.» dico, e mi giro dall'altra parte.
«Non mangi da tre giorni. Vuoi finire in ospedale? Vieni a cena forza.» urla.
Io mi tappo le orecchie con il cuscino e lei mi tira via le coperte.
«Vattene lasciami stare!» mi alzo dal letto e la butto fuori dalla mia camera.
Lei quasi spacca la porta fra pugni e calci ma io non apro.
Torno a letto a dormire, sperando di riuscirci.

Il telefono squilla.
È Brent. Da quando ho il numero di Brent?
«Pronto?»
«Madison, sono giorni che ti chiamo. Come stai?» chiede.
«Non lo so neanch'io come sto.» dico, sdraiandomi di nuovo sul letto.
«Potresti venire qui?» chiede.
«Li? A fare che?» dico mentre accendo un po' la tv e inizio a fare zapping da un canale all'altro.
«Devi parlare con lui. È due giorni che piange. Non è uscito dalla sua camera per tutta la settimana. Se sa che ti ho chiamata mi uccide.» dice più a bassa voce.
Jack che piange?
Mi sta prendendo in giro?
Sono mesi che lo conosco e non l'ho mai visto piangere.
«Sta esattamente come sto io.» confesso.
Immaginare Jack che piange minsi spezza il cuore, anche se è stato uno stronzo.
«Madison...» la voce di Brent si fa più bassa.
«Ieri sera mentre piangeva gli ho sentito dire "sono un mostro, non merito di vivere" potrebbe commettere qualche sciocchezza senza di te.» dice
Io mi alzo di scatto dal letto e mi sto giá mettendo i jeans.
Infilo una felpa che è una delle felpe più brutte che abbia mai comprato.
Sembra l'abbigliamento di Piper in Orange is the new black.
Prendo le chiavi della mia macchina ed esco dalla camera.
«Sei uscita finalmente.» dice Samantha mentre continua a finire la sua cena.
«Devo andare. Ciao!» dico, aprendo la porta di casa.
«Ma» sento dire a Samantha ma io sono giá nell'ascensore.
«Cristo Jack. Non puoi farlo.
Ti prego non lo fare.»
Continuo a pregare che Jack non si tolga la vita per colpa mia.
Anche se la colpa non è mia perchè lo stronzo è stato lui.
Arrivata al piano terra esco dall'edificio ed entro in macchina.
Sta piovendo a dirotto.
Appena arrivo davanti al grattacielo dove abita Jack, vedo Brent fuori che apre il garage sotterraneo.
Esco dall'auto e Brent e accanto alla macchina.
Sono fradicia dalla testa ai piedi solo per aver fatto il tratto dal portone di casa fino alla macchina.
Entriamo nell'ascensore.
Mi strizzo i capelli e sento Brent ridacchiare.
Gli do una gomitata e lui scoppia a ridere.
«Sembri uno spaventapasseri.» dice ridendo e io lo guardo male.
Arrivati nell'appartamento di Jack non si vede neanche l'ombra.
Brent mi indica l'ufficio e io mi precito di corsa.
Apro la porta e lui e li.
Seduto alla sua scrivania.
Ha i capelli spettinati e il viso pallido.
«Padrone...» dico
Lui alza lo sguardo e il suo viso si illumina.
Viene verso di me.
Mi accarezza la guancia e mi bacia.
Un bacio dolce e lento che mi fa tornare subito viva.
Sento le sue lacrime bagnarmi il viso e quando mi stacco da lui, i suoi occhi sono rossi.
Gli asciugo le lacrime, baciandole una a una.
«Ti amo. Ti amo, ti amo, ti amo.» ripete, abbracciandomi sempre più forte e io fra quelle braccia mi sento davvero a casa.
«Mi dispiace di essermene andata padrone. Dopo quello che è successo mi sentivo troppo male e non riuscivo a capire nulla.» dico.
«Jack.» dice lui
Io lo guardo confusa. Va verso la scrivania, prende dei fogli e li strappa in mille pezzi e li butta per aria.
«Non sono più il tuo padrone. Sono Jack ora per te.» dice
Gli vado in contro e lo bacio.
Lui mi prende in braccio e mi fa girare.
Urlo e lo sento ridere per la prima volta.
Mi appoggia a terra, mi guarda negli occhi e sorridendo dice: «mi vuoi sposare?»


You are my slaveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora