28.

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Sono le 18:30 quando mi sveglio.
Il letto è vuoto, solo ora ricordo quello che è successo.
Apro la porta.
Jack è li, seduto a terra, con le ginocchia al petto.
«Amore...» alza lo sguardo
Ha gli occhi rossi, gonfi, e il cuore a pezzi.
«È tutto ok.» mi chino davanti a lui e lo bacio.
Le sue labbra sono morbide, salate dalle lacrime.
Si alza da terra e mi abbraccia, continuando ad accarezzare la mia pancia.
Vado in bagno a fare una doccia con lui, che finisce in una scopata.
Usciamo dalla doccia, mi asciugo e mi metto le mutandine.
Apro la porta del bagno, guardo nel corridoio e non c'è nessuno.
«Ferma. Tu non esci di qui senza...» non finisce la frase che io mi metto a correre nel corridoio per andare in camere e lo sento imprecare.
Metto il vestito, dei semplici tacchi bianchi e una collana di perle che mi aveva regalato Jack.
Sistemo i capelli in uno chignon alto, fermandolo con delle forcine.
Metto un po' di mascara, fard e rossetto rosa pallido con sopra un po' di lucido, del profumo e sono pronta.
Sono le 19:45, la festa inizierá a breve.
Esco dalla camera, Jack è al piano di sotto a parlare con Estela, dicendogli di non preparare la cena.
Escendo le scale, Jack si gira e resta a bocca aperta.
«Wow... Sei...» resta li, imbambolato, mentre io arrivo all'ultimo scalino
«Perfetta» mi guarda, mi viene in contro e mi bacia.
«Brent è giá alla macchina, andiamo»
Andiamo nell'ascensore.
«Togli le mutandine» sussurra
Io mi giro di scatto e faccio di no con la testa.
«Togli. Le. Mutandine.» ripete, io zo gli occhi al cielo e le tolgo.
Le prende, e le tiene in tasca.
Arrivati nel garage, Brent mi apre la portiera dell'auto e io entro, idem Jack dopo di me.
Davanti a noi, c'è uno vetro di un color grigio scuro, quasi nero.
Non capisco a cosa serva ma ok.
Brent accende la macchina ed esce dal garage, iniziando a guidare.
Jack appoggia una mano sulla mia coscia e piano piano...inizia a salire.
Gli fermo la mano e guardo Brent tramite il vetro scuro.
«Questo vetro è fatto apposta. Lui non vedrá nulla, stai tranquilla.» dice, con voce sussurrata
«Ma...può sentire.» la voce mi trema un po'
Jack preme un tasto, sul bracciolo del sedile e dice «Brent, metti della musica.»
«Subito signore.»
Una musica delicata si sente nell'anitacolo.
Jack mi accarezza la guancia «Ora non può sentirci.» dice e mi bacia.
Mi accarezza dolcemente il seno da sopra il vestito.
Appoggio la mano sui suoi pantaloni, e sento giá qianto è duro.
Mi fa mettere a cavalcioni su di lui e lentamente inizio a strusciarmi sulla sua erezione.
Geme mentre mi bacia e mi da un colpetto al sedere, in segno di aumentare il ritmo.
Si sbottona i pantaloni e li abbassa, liberando la sua erezione.
Mi abbasso su di lui, iniziando a muovermi piano su e giù.
Ansima e mi stringe dolcemente i fianchi, muovendomi più velocemente su di lui.
Gemo, e lui mi zittisce con un bacio.
Veniamo insieme e quando l'auto si ferma davanti casa di Jack, noto la grande dimensione dell'abitazione.
Ci ricomponiamo e usciamo dall'auto.
Amelia apre la porta di casa, l'ingresso è pieno di persone di persone.
Molti colleghi di Jack, suo padre Loris, sua sorella minore Vanessa e suo fratello della quale non ricordo il nome.
Tutti iniziano a fargli gli auguri fra baci e abbracci e io ridacchio vicino a lui.
Una ragazza dai cappelli rossi gli va incotro.
Lui la saluta in maniera molto fredda e poi si allontana, venendo da me.
«Tutto bene?» gli chiedo, accarezzandogli la guancia
Lui annuisce e sorride, baciandomi la fronte.
La ragazza, è sudata sul divano vicina a un collega di Jack.
Lei non fa altro che fissarlo, quansi spaventata.
Jack si accorge che la guardo, cosi si gira di scatto e l'espressione della ragazza cambia.
Abbassa subito lo sguardo e Jack torna a guardarmi.
«Chi è quella ragazza?» chiedo, guardandola
Jack mi prende per mano e mi porta in terrazzo.
«Quella ragazza è Isabel. È...un'amica.» dice.
È visibilmente a disagio a parlare di lei.
«Amica? E perchè non la conosco se è amica tua?» chiedo, un po' aggressiva.
«Ne parliamo quando torniamo a casa.» dice e fa per allontanasi ma io lo fermo.
«No. Ne parliamo adesso.» dico quasi urlando.
La madre di Jack appere vicino a noi, avendo sentito il nostro litigio.
«Ragazzi...la cena.» ci annuncia.
Noi la fulminiamo con lo sguardo e lei, preoccupata se ne va, lasciandoci di nuovo soli.
Appena la madre di Jack esce dalla stanza, entra quella ragazza.
Io oltrepasso Jack e vado verso di lei, ma Jack mi ferma.
«Che cosa vuoi?» chiedo, urlando in faccia a quella ragazza.
È l'opposto di me.
Ha i capello rossi e un po' ondulati, gli occhi azzurri ed è alta quasi quanto me.
«Chi sei?» urlo.
La ragazza fa un passo indietro, terrorizzata.
«I-isabel...» dice.
Ha una voce quasi da bambina, gli trema.
«Amore...» Jack mi prende per mano e fa voltare per far si che lo guardi.
«Quando te ne sei andata...ho promesso che non ti avrei più fatto quelle cose...» mi accarezza le nocche delle mani e continua «ma non sono riuscito a smettere. Ne sentivo la mancanza... Cosi ho chiamato lei. Era la mia sottomessa prima di te e...» tolgo le mani dalle sue e faccio diversi passi indietro.
Li guardo e mi viene quasi la nausea.
Lui non è Jack. Il mio Jack.
Non è il padre di mio figlio, non è il mio futuro marito.
«Madis..» alzo uno mano come per zittirlo.
«Non mi chiamare ne cercare più. Non voglio più vederti.» dico, uscendo dalla stanza senza cercare di piangere.
Brent è vicino la porta, a parlare con il padre di Jack.
Lo prendo per mano e lo attiro a me.
Mi avvicino al suo orecchio «ti supplico portami via.» dico in un sussurro, con voce rotta per le lacrime trattenute.
Lui mi guarda preoccupato ma poi vede Jack e quella Isabel.
Apre la porta ed esce con me.
Quasi correndo andiamo verso la macchina di Jack.
Brent accende la macchina e io mi siedo al posto del passeggiero, accanto a lui.
Vedo Jack dallo specchietto, premo un pulsante e blocco tutte le portiere della macchina.
Brent accende l'auto e fa retromarcia nel vialetto.
Jack contiuna a dirare pugni al finestrino ma io neanche lo guardo.
Brent accellera e dallo specchietto vedo Jack seguirci correndo e in quel momento, le lacrime iniziano a rigarmi le guance.
Come ha potuto farmi una cosa del genere?
Andare a letto con un altra quando sono incinta di suo figlio?
Dopo circa un'ora, arriviamo davanti a una casa.
«È casa mia.» dice Brent «vado fino a casa sua a prendere tutti i tuoi vestiti. Resti a casa mia stanotte.» dice e io lo abbraccio, sussurrando un 'grazie' all'orecchio.
Lui mi da le chiavi di casa sua e scendo dall'auto, entrando in casa.

Dopo circa un ora, Brent arriva a casa con tutti i miei vestiti dentro delle valige.
Posa tutto nella camera degli ospiti e torna in soggiorno.
Io sono sul divano, continuo a fissare la parete e a sperare che questo si solo un brutto sogno.
Ma non lo è.
Lui mi ha tradita, ormai il danno è fatto.
Ho dovuto spegnere il telefono dalle troppe chiamate e messaggi stavano arrivando.
Brent mi accompagna nella camera degli ospiti, posa le valige a terra.
«Ora dormi, stai tranquilla.» dice, mi bacia la fronte se ne va.
Il mi metto un pantaloncino e una maglia per dormire e mi infilo sotto le coperte.
Mi rigiro e rigiro continuando a pensare che si tutto finto.
Ma non è finto.
È reale.

You are my slaveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora