15.

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Resto in camera fino a sera a pensare a quello che mi ha detto Jack.
L'ha detto cosi tanto per dire o lo pensa davvero?
Dato il ruolo che ho qui, non penso sia sincero.
Sono circa le 21:00.
Jack è rimasto chiuso nel suo ufficio tutto il pomeriggio.
«Signorina Shaperd?» Estela bussa alla porta.
«Entra pure.» dico, facendo zapping.
«Fra poco arriveranno gli ospiti. Il signor Ryan vuole che lei indossi questo.» dice aprendo l'armadio prendendo un completo intimo.
Il completo è con reggiseno rosso di pizzo, come le mutande con le calze e il reggicalze. I tacchi sono anch'essi rossi e molto alti.
Vuole che mi vesto cosi?
Davanti a degli sconosciuti?
«Devo indossare queste cose?» chiedo esasperata.
Lei annuisce e si stringe nelle spalle.
Esce dalla stanza, e io continuo a fissare quel completo.
Vado nell'ufficio di Jack che sta parlando al telefono e quando mi vede, gli si illumina il viso.
«Ci vediamo fra poco.» e chiude la chiamata.
Mi viene in contro, e mi bacia.
«Dovrei indossare quella roba?» dico aggressiva.
Lui cambia espressione in modo radicale.
«Si, dovrai indossare quel completo. Verranno dei miei amici e voglio che tu faccia bella figura.» dice, appoggiandosi alla scrivania.
«Che tipo di amici?» chiedo, incrociando le braccia.
«Be'? Perchè mi parli cosi? Ti devo ricordare che cosa sono per te?» dice, e io mi ricordo di essere la sua schiava.
Non sono nient'altro.
Sono un fottutissimo oggetto che lui usa a suo piacimento.
E io che pensavo di piacergli.
Ma come cazzo mi è passata per la mente una cosa del genere?
Sono una stupida.
Ora, solo ora capisco cosa sono realmente per lui.
Mi inginocchio davanto a lui, con il capo chino e le mani sulle cosce.
«Mi scusi padrone. Farò come desidera.» dico semplicemente.
Jack si inginocchia davanti a me e mi fa alzare il viso.
Io lo guardo e di colpo, mi fa mettere a cavalcioni sulle sue ginocchia.
Mi bacia il collo e mi tocca il seno.
Mi prende in braccio e mi fa sedere sulla scrivania.
Bacia con passione le mie labbra, mordendole.
Mi accarezza la guancia e mi guarda negli occhi.
«Signore, gli ospiti sono arrivati.» dice Estela bussando alla porta.
Jack sbuffa e mi fa scendere dalla scrivania.
Usciamo dall'ufficio.
Gli ospiti sono tutti in cucina per la cena, cosi io ho il tempo per mettermi quel completo.
Salgo le scale e vado in camera da letto.
Apro l'armadio e inizio a vestirmi...se cosi di può dire.
Metto i tacchi scelti da Jack, una vestaglia rossa per coprirmi per arrivare in sala e son pronta.
Esco dalla camera, scendo piano le scale e vado in sala da pranzo.
«Signori, lei è Madison.» dice Jack, indicandomi e tutti si girano verso di me.
Nella sala ci sono cinque uomini, tutti con un completo nero e cravatta.
La cena inizia.
Jack è seduto a capo tavola e io fra due uomini sulla quarantina.
Se non sbaglio si chiamano Thomas Guliver e Richard York.
Thomas avrá circa quarantadue anni. È alto, muscoloso con capelli neri e occhi verdi.
Richard invece ha i capelli biondo cenere e occhi castani. Rispetto a Thomas è un po' più giovane e meno affascinante, ma è comunque carino.
La cena inizia con anatra all'arancia e patate al forno.
Il piatto preferito di Jack.
Tutti iniziano a mangiore.
Parlano del più e del meno e di come vanno gli affari.
«Così tu sei Madison. Jack ci ha molto parlato di te.» dicd Thomas mentre addenta un pezzp di anatra.
Io annuisco, continuando a mangiare.
Thomas appoggia una mano sul mio ginocchio e mi sale il panico.
Lo guardo e il suo sorrisetto malefico mi da la nausea.
Faccio finta di niente e continuo la mia cena.
Appena tutti finiscono la cena, ci alzano da tavola e vanno in salotto.
«Madison, spogliati.» la voce di Jack risuona nel mega salone.
Mi tolgo la vestaglia e sento tutti parlare a bassa voce fra loro e fare commenti di apprezzamento.
Jack mi prende per mano e mi fa andare al centro della sala, davanti al mega divano dove tutti sono seduti.
«Inginocchiati.» dice uno degli uomini.
Mi giro a guardare Jack e lui annuisce.
Io mi inginocchio davanti a loro e prima che me ne possa rendere conto, qualcuno mi abbassa le mutandine in pizzo ed entra dentro di me.
Gemo di dolore.
Stringo i pugni a terra mentre quel qualcuno si muove con forza dentro di me.
Davanti a me, si mette Richard.
Abbassa la zip dei suoi pantaloni, liberando la sua erezione.
Si avvicina alla mia bocca e io giro la testa.
Mi afferra forte per i capelli, costringendomi a voltarmi ed entra nella mia bocca, spingendosi sempre di più a fondo.
Jack è li, accanto a me seduto sul divano che non dice una parola.
Alcuni degli uomini in torno a me si stanno segando, venendo poi sul mio corpo.
Mi sale un conato quando sento Richard venire nella mia bocca.
Uno degli uomini mi afferra per i capelli e mi trascina verso di lui.
«Ehy! Che cazzo fai?» urla Jack, alzandosi dal divano.
«Che cazzo vuoi? È solo uno lurida puttana.» urla l'uomo addosso a me.
Uno schiaffo mi arriva in piena guancia e poi dall'acqua.
«Figlio di puttana!» urla Jack.
Lo afferra per la giacca, tirandogli una testata e una ginocchiata nelle palle.
L'uomo cade a terra, Jack, ancora sopra di lui, lo riempie di pugni.
La faccia dell'uomo è piana di sangue, come le mani di Jack.
Thomas li divide, portando Jack in cucina.
Tutti se ne vanno e l'uomo, che è ancora a terra cerca di alzarsi e quando ci riesce va via anche lui insieme agli altri.
Mi alzo barcollante da terra, salgo piano le scale e vado nel bagno.
Mi tolgo quel completo e quelle scarpe, entro nella doccia, levando via tutto quello schifo dal mio corpo.
Mi sento cosi sporca.
Neanche una doccia di 24 h basterebbe a farmi sentire pulita.
Prendo un'asciugamano e mi asciugo per bene.
Poi esco dal bagno e vado nella mia stanza a prendere solo una vestaglia e vado nella stanza rossa.
Chiudo la porta e mi sdraio sul divano.
Le lacrime, che per tutte queste ore non ci sono state, emergono dal profondo di me.
Urlo e piango contro il cuscino.
Un pianto liberatorio per sfogarmi da tutto quello successo.
Appoggio la testa sul cuscino.
Chiudo gli occhi, e aspetto, e aspetto.
Finchè non mi addormento.




You are my slaveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora