5.

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La stanza è a dir poco inquietante.
Le pareti sono di un colore rosso acceso e appese ad essere ci sono una serie di cose.
Fruste, manette e molto altro.
In fondo alla stanza c'è un enorme letto a baldacchino con le lenzuola di un color rosso scuro quasi bordeaux.
I tavoli e le sedie sono di un legno molto scuro e anche un grande armadio alla mia sinistra, vicino alla porta.
Mi appoggio al muro.
Mi manca il respiro e sono nel panico.
«Ti senti male?» chiede Jack, toccandomi i fianchi mentre io cerco di respirare tranquillamente ma non ci riesco.
Annuisco e lui mi porta subito fuori dalla stanza.
Mi appoggio con la schiena alla parete  e mi lascio cadere sul pavimento.
Jack si siede in ginocchio davanti a me.
Alzo lo sguardo e lo vedo visibilmente preoccupato.
Io ho ancora quella sensazione che avevo lì dentro.
Mi manca un po' il respiro.
Si avvicina a me e mi prende in braccio, sollevandomi come se non pesassi niente.
Cammina per tutto il corridoio e dopo poco, entra in una stanza.
Non si stacca da me neanche per un secondo.
Si sdraia sul letto e io sono ancora in braccio a lui.
Sono ancora sotto shock.
Cosa significa tutto questo?
Vuole picchiarmi?
Con quelle cose?
Perchè?
«Stai meglio?» mi chiede, io alzo lo sguardo e i suoi occhi sono dritti nei miei.
«V-vuoi picchiarmi?» dico, con voce tremante dalla paura.
Lui sgrana gli occhi ma poi si addolcisce.
«No, non ti farei mai del male. Io...» si ferma un secondo e poi continua. «Sono un dominatore.» dice.
Io lo guardo confusa.
Cosa vuol dire?
«Dominatore?» chiedo e lui annuisce.
Mi guarda ancora negli occhi.
«Cosa significa?» chiedo ancora.
Lui è sorpreso.
«Voglio che diventi mia.» dice
Mia...
Quella parola mi risuona strana nella testa.
Non riesco a capire cosa vuole.
«Che divento tua? Come?» chiedo per l'ennesima volta.
Ma questa volta mi alzo dal letto e mi allontano un po' da lui.
«Con un contratto. Con regole e termini molto dettagliati. Lo leggerai e mi dirai cosa vorrai fare.» dice semplicemente.
«Sarai la mia sottomessa se accetterai. Io avrò te e tu avrai me.» dice e sorride.
«Contratto?»
Si alza dal letto ed esce un momento dalla stanza.
Io mi alzo come per seguirlo ma pochi secondi dopo, torna con una serie di fogli.
«Ecco. Questo è il contratto. Leggilo con attenzione e se c'è qualcosa che vuoi chiedermi non esistere a farlo.» dice mentre mi porge il contratto.
Apro la prima pagina e ne leggo una parte.
«La sottomessa acconsente ad essere legata?» dico.
Mi rendo conto subito di aver letto ad alta voce anzi che nella mente.
«S-scusa...» dico mentre giro le pagine del contratto.
«Non preoccuparti. Possiamo tranquillamente parlare di tutto.» dice e si siede ai piedi del letto.
Continuo a leggere il contratto nella mente.
Una parola attira la mia attenzione.
«Safeword?» dico, alzando lo sguardo per guardare Jack che mi osserva attentamente.
«La safeword è molto importante. Permette alla sottomessa di fermare il dominatore se qualcosa non va. Se non sopporti il dolore ad esempio, dirai la safeword e io mi fermerò subito.» spiega e io annuisco.
«Bondage?» chiedo ancora
«Essere legata. Con manette, corde, polsini di cuoio e altro.» spiega ancora.
Tutto questo mi spaventa a morte.
Come faccio a sopportare tutto questo?
Ne sono in grado?
Mi alzo dalla sedia e vado in contro a Jack che appena mi vede si alza con me.
«Ci posso pensare?» chiedo, tenendo in mano il contratto.
«Certo. Siamo a venerdì giusto? Per lunedì mi darai una risposta.» dice e mi sorride.
Poso il contratto sulla sedia.
Mi giro e lo guardo.
Mi abbasso la zip del vestito e lo tiro giù, spogliandomi davanti a lui, restando solo in reggiseno e mutandine.
Jack sgrana gli occhi.
Ha la bocca aperta e la sua evidente erezione che si nota dai pantaloni.
Mi tolgo il reggiseno.
Sono spaventata per quelle cose di poco fa, ma non mi importa.
Voglio fare l'amore con lui, come lo voglio fare da ore.
Jack mi viene in contro e mi prende a cavalcioni.
Mi butta sul letto a gambe aperte.
Si toglie in fretta la giacca e la camicia.
Io gli sbottono i jeans nel mentre, abbassandoli insieme ai boxer neri, liberando la sua erezione.
Mi divarica le gambe toccando la mia intimità.
Gemo e gemo ancora mentre continua a toccarmi.
Entra tutto dentro di me.
I stringo le cosce ma lui me le tiene ferme.
«Sei molto stretta. Stai bene?» chiede, accarezzandomi l'addome e il seno.
Io non riesco a risponde.
Ho la testa completamente immersa nel piacere che Jack mi sta dando.
«Piccola, rispondi. Non voglio farti male. Stai bene?» chiede ancora e io annuisco semplicemente.
Si muove piano dentro e fuori da me, dandomi un piacere immenso.
«Lasciati andare. Vieni, voglio che vieni per me.» dice muovendosi più velocemente e io raggiungo l'orgasmo, venendo insieme a lui.

You are my slaveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora