Inzio di un'autolesionista

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Ho iniziato a tagliarmi nell'ottobre 2016, vi chiederete: "Perché?", vi racconto un po'.
All'inizio della scuola ero una ragazza abbastanza grassa, perciò i miei amici scherzavano molto volentieri con me:
"Il  tuo panciotto è veramente molto carino."
Fino a qui ci siamo.
A metà settembre questi "amici" iniziarono a prendere confidenza con me.
Finalmente avevo degli amici veri, che mi accettavano per quello che sono.
Pensavo male. Molto male.
Questi "amici" hanno iniziato a chiamarmi: "Balena", "Cagna", "Puttana"
Iniziarono a farmi male, dandomi calci e pugni.
Diventai vittima di bullismo, condiviso anche dal ragazzo più figo della scuola.

Ci stavo seriamente molto male, perché ero molto sensibile. Continuarono per giorni e tornavo sempre a casa piangendo.
Il pomeriggio facevo i compiti, presi le forbici per tagliare della carta, ma pensai...
"Se queste possono tagliare la carta, possono tagliare anche le mie braccia?"
E feci un lungo taglio. Vicino al gomito.
Non era doloroso. Le forbici erano a punte arrotondate. Continuai così per molti giorni, ma non ero soddisfatta.

Le critiche continuavano a dominarmi, ma le forbici non mi facevano quel male che io desideravo, ma non sapevo con cosa altro farmi male, finché notai un oggetto nel mio astuccio che usavo sempre per le mie matite, il mio temperino.
No, non mi sentivo pronta, le lamette fanno davvero molto, molto male.
Restai a guardare quel temperino per molto tempo, mi vennero in mente tutte le cose che mi dicevano, quel ragazzo di cui mi innamorai, anche se eravamo distanti, lui pugliese, io siciliana...
Quel ragazzo era veramente molto simpatico, ma era ovvio che non poteva durare per sempre.
Lui ora è fidanzato, non ho più speranze.
Il peso che avevo sulle spalle era troppo, nella mia testa c'erano solo mostri. Basta, non ne potevo più.
Presi un cacciavite, senza farmi vedere da mia madre, e svitai quella lametta dal temperino. Non volevo provarla in quel momento, se mi vedeva mia madre sarebbero stati guai.
"Proverò stanotte" pensai, non vedevo l'ora di soffrire.

Quella notte mi svegliai alle 4, presi quella lametta e feci un piccolissimo taglio, non molto profondo, vicino alla vena.
Il sangue aveva già sporcato tutte lenzuola
"Questo piccolo oggetto può togliermi la vita, ma sarà il mio segreto, solo mio." pensai io.

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