11° capitolo

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N.B.
Prima di leggere il capitolo,sappiate che in esso sono presenti delle scene molto spinte.

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ANNIE

L'invito alla festa di Bill da parte di Robert fu inaspettato. Accettai di buon grado la sua proposta. Non ci trovavo nulla di male. Dopo di che continuammo a parlare tra di noi. Era da tanto che non succedeva.
«Ehi voi due, cosa combinate?!», domandò Kellan, cogliendomi alla sprovvista.
«Assolutamente niente. Stavamo solo parlando come vecchi amici», risposi.
«Siamo sicuri?! Non è che vi stavate comportando come due perfetti innamorati?!», disse Kellan divertito e prendendoci in giro. Diventai immediatamente rossa e Robert gli rispose, prendendo le mie difese.
«Ma come siamo spiritosi, Kellan?! Sei il solito simpaticone! Quando ti deciderai a crescere un po?!», lo guardò male.
«Suvvia, stavo solo scherzando! Con voi due non c'è gusto a scherzare», disse "offeso".
«Kellan, devi capire che non a tutti piace scherzare come fai tu», disse Peter raggiungendoci proprio in quel momento. Io lo guardai e lo ringraziai. Lui mi sorrise.
«Ok, vi chiedo scusa. Non era mia intenzione esagerare», disse Kellan.
«Non è a me che devi chiedere scusa... », disse Robert e mi guardò. Non so perché, ma diventai di nuovo rossa.
«Scusami Annie, non volevo esagerare! Mi spiace!», si scusò Kellan.
«Non fa niente, Kellan. Non sono arrabbiata con te», dissi.
Anche gli altri ci raggiunsero e tutti insieme tornammo in albergo.

Nei giorni successivi non accadde nulla di speciale. Le riprese erano quasi finite. Ancora una volta Bill chiese il mio parere su di esse. Stava facendo davvero un ottimo lavoro! Il film sarebbe piaciuto a tutti!
Il giorno della festa, non avendo nessuna ripresa da fare, Ashley, Nikki e Kristen mi vennero a chiamare. Avevano saputo, in qualche modo, che Robert mi aveva invitata ad andare alla festa con lui. Andammo a fare acquisti in città. Entrammo in quasi tutti i negozi, in cerca del vestito adatto. Nessuno di quelli che avevo provato mi convinceva al 100%, poi trovai quello giusto. Era un vestito non troppo lungo color turchese, mono spalla, e un maglioncino color beige. Le ragazze mi invitarono a provarlo subito.
«Come sto?», domandai uscendo dal camerino e facendo una giravolta su me stessa.
«Stai benissimo, tesoro», risposero all'unisono.
«Non è troppo elegante?», domandai poco convinta.
«Assolutamente no! Sei perfetta», rispose Kristen.
«Però manca qualcosa...», disse Ashley e si guardò intorno. «Oh sì, ma certo... Mancano le scarpe!». La vidi andare in giro, per tutto il reparto calzature, in cerca delle scarpe che andassero a pennello con l'abito. Dopo di che tornò da noi.
«Prova queste!», disse.
Presi le scarpe, mi sedetti e le provai. Erano color argento, si allacciavano lungo il polpaccio ed il tacco non era troppo alto.
«Che ve ne pare?», domandai nuovamente, alzandomi in piedi.
«Sei uno schianto!», rispose Ashley. Tutte sorridemmo.
Rientrai nel camerino e tolsi l'abito indossando i miei vestiti ed andammo a pagare alla cassa. Successivamente uscimmo dal negozio e facemmo ritorno in albergo. Arrivata una certa ora, andai a fare la doccia, poi le ragazze mi truccarono, mi sistemarono i capelli e mi aiutarono a indossare l'abito e le scarpe. Una volta pronte, scendemmo di sotto. Nella hall c'erano tutti ad aspettarci. Appena Robert mi vide, rimase a bocca aperta.
«Sei bellissima!», disse avvicinandosi a me. Non potei che diventare rossa. Aspettammo che ci raggiunse anche il regista, poi ci dirigemmo nella grande sala, messa a disposizione dall'hotel, dove Bill aveva fatto preparare la festa. La sala era davvero grandissima! Appeso al soffitto c'era un grandissimo e bellissimo lampadario tempestato di cristalli. Lunghi tavoli erano stati addobbati con ogni ben di Dio e c'era anche un'orchestra che suonava dolci note.
«Mi concederesti l'onore di questo ballo?», domandò Robert all'improvviso.
Non sapevo che fare. Non ero molta portata per i balli lenti. Di solito, in camera mia, ballavo un altro tipo di musica.
«Non sono molto brava, dovresti saperlo», risposi.
«Certo che lo so... Potresti affidarti a me, che ne dici?!», disse.
Alla fine accettai. Robert mi prese per mano e mi portò al centro della sala, dove iniziammo a ballare. Eravamo stretti l'uno all'altra. Subito sentii le guance andare a "fuoco" ed il cuore battere a mille. Non capivo cosa mi stesse accadendo. Era la prima volta che mi succedeva.
«Tutto bene, Annie?», domandò Robert.
«Sì, tutto bene», risposi.
«E come mai sei diventata, tutto ad un tratto, rossa in viso?», domandò ancora.
«No, non è vero!!», dissi sulla difensiva.
«Invece lo sei e ciò ti rende ancor più bella, di quanto tu non lo sia già», disse. Quelle sue parole mi fecero arrossire ancor di più. Proprio non riuscivo a capire cosa mi stava capitando. Continuammo a ballare. Mi sentivo leggera e serena.
«Sicura di star bene?», domandò preoccupato.
«Sì, non preoccuparti», gli risposi.
«Vuoi prendere un po' d'aria fresca?», domandò gentilmente.
«Forse è meglio», risposi. Mi prese di nuovo per mano ed uscimmo fuori sul balcone. Il cielo era di un blu intenso e mille stelle brillavano, come anche la luna.
«Oh guarda! Stasera c'è la luna piena», dissi. «Come brilla! È bellissima!», aggiunsi.
«Hai ragione, ma niente è paragonabile alla tua bellezza», disse con voce calma e dolce. Diventai rossa. Per un attimo, ci fu una folata di vento che mi fece rabbrividire un po'. Robert si tolse la giacca e me la mise sulle spalle. Alzai lo sguardo per ringraziarlo e mi sorrise. In quel momento lo osservai attentamente. Notai che era davvero bello! Guardai i suoi bellissimi occhi azzurri e mi persi in essi. Erano talmente azzurri, che sembrava di essere in pieno oceano. Molto lentamente si avvicinò a me, fece per baciarmi, ma distolsi lo sguardo.
«Sarà il caso di rientrare. Fa un po' freddo!», dissi leggermente a disagio.
"Annie ci sei o ci fai?! Lui ti sta per baciare e tu che fai?! Ti scansi, distogliendo lo sguardo?! Sei una sciocca?!", disse la vocina della mia coscienza. Aveva perfettamente ragione! Ero stata una vera sciocca!
«Come vuoi, ma mi chiedevo se ti andava di fare una passeggiata. Che ne dici? Non dire di no, ti prego», mi supplicò.
"Accetta, che aspetti?! Quando ti ricapita un'altra occasione come questa?! Lascia da parte il tuo stupido orgoglio, ed ascolta il tuo cuore!", disse nuovamente la vocina della mia coscienza. Feci come mi consigliava ed accettai la proposta di Robert, il quale sorrise felice. Sempre prendendomi per mano, mi fece strada. Non riuscivo a capire dove mi stesse portando, ma lo seguii senza protestare. A ogni passo sentivo il cuore aumentare di battiti. Era quasi impazzito.
«Dove mi stai portando, Robert?», domandai curiosa.
«Presto lo vedrai. È una sorpresa!», disse sorridendomi. «Fidati di me, ok?!», aggiunse.
«Mi fido di te!!!», ed era vero.
Continuammo a camminare e ad un tratto ci fermammo. Lui mi coprì gli occhi, con i palmi delle sue mani, e mi diede le indicazioni affinché non cadessi o non mi facessi male. Poi ci fermammo.
«Pronta?!», domandò sussurrando al mio orecchio, provocandomi altri brividi. Annuii e liberò i miei occhi. Gli aprii e non credetti a ciò che stavo vedendo. Davanti a me c'era il paradiso. Era il posto più bello che avessi mai visto in vita mia! Era una stanza, messa a disposizione forse da quelli dell'hotel, dove era stato allestito un piccolo gazebo, sotto il quale c'erano dei cuscini per terra ed un piccolo tavolino con sopra alcune prelibatezze e due flûte vuoti. Accanto al tavolino c'era una bottiglia di champagne, all'interno di un portaghiaccio.
«È... È... », non riuscivo a parlare. Ero senza parole.
«Ti piace?», domandò.
«Moltissimo, ma non capisco... Per chi è tutto questo?», domandai confusa.
«È per te... per noi... », rispose. Continuavo a non capire.
«Per noi? Non ti seguo»
«Ho preparato tutto questo per stare con te... solo con te», rispose.
«Perché?», domandai voltandomi verso di lui.
«È la mia sorpresa», si limitò a dire.
«Sì, ma non capisco il senso di tutto ciò. A cosa devo questa sorpresa? Che ho fatto per meritarmi tutto ciò?», continuai a domandare.
«Deve esserci per forza un senso o un motivo specifico?!», disse guardandomi serio. In quel momento mi sentii davvero una stupida. Era ben chiaro il perché di tutto ciò e cosa significava, ma ero testarda!! Decisi di starmene zitta e di non chiedere ulteriori spiegazioni. Lui sorrise e mi condusse sotto al gazebo, dove mi aiutò a sedermi sui cuscini ed iniziammo a mangiare tutte quelle prelibatezze. Mi sentivo davvero bene, come mai prima d'ora. Dopo che eravamo lì da un bel po' di tempo, che a me sembrava un'eternità, lo guardai. Era davvero bellissimo! Eccome se lo era! Lui si accorse che lo stavo osservando e distolsi immediatamente lo sguardo, abbassando la testa. Lui mi prese il mento e mi alzò il viso.
«Sei davvero bellissima, Annie!», disse dolcemente.
Diventai rossa.
«Grazie», mi limitai a dire.
«Mi piace quando diventi rossa», aggiunse.
«Robert perché mi hai portata qui?», domandai. Alla fine non ero riuscita a trattenermi nel non fargli altre domande. Era più forte di me.
«Perché volevo parlarti... », disse.
«Di cosa?»
«O meglio volevo scusarmi... »
«Scusarti di cosa?»
«Di come mi sono comportato... »
«A cosa ti riferisci?»
Non rispose. Rimaneva, lì davanti a me, completamente in silenzio e perso nei suoi pensieri.
«Rob?», lo chiamai.
Lui alzò lo sguardo e si decise a parlare.

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