15° capitolo

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ANNIE

Non poteva essere successo davvero! Robert non poteva aver detto sul serio quelle cose. È vero avevo sbagliato a non dirgli subito del test, ma pensare che l'avessi incastrato, che fossi andata con qualcun altro prima di metterci insieme era inaccettabile! Non potevo tollerare una cosa del genere!
Dopo avermi detto tutte quelle cattiverie, Robert uscì lasciandomi sola nella roulotte.
«Non preoccuparti piccolo. Tuo padre non dice sul serio. È solo arrabbiato. Volevo aspettare il momento adatto per dargli la lieta notizia. Ho sbagliato, lo so», dissi rivolgendomi al mio piccolo mentre mi accarezzavo la pancia. Mi asciugai le lacrime ed uscii anch'io dalla roulotte. Andai a cercarlo. Dovevo scusarmi con lui, dovevo spiegargli come stavano le cose. Lo cercai dappertutto, ma non lo trovai da nessuna parte, poi un addetto alla scenografia mi disse dove poteva essere. Mi diressi immediatamente dove mi aveva indicato e lo trovai che parlava con il regista.
«Robert possiamo parlare!?!», dissi.
Lui e il regista si voltarono verso di me. Robert mi guardò con odio. Si scusò un attimo con il regista, mi prese per il braccio e mi trascinò con lui. Quando fummo abbastanza lontani, mollò la presa.
«Non abbiamo nient'altro da dirci! Ho preso la mia decisione e tale rimane! Non voglio più saperne di te e tanto meno di questo bambino!!! Voglio che sparisci dalla mia vista e dalla mia vita!!!!», disse furioso.
Non credevo alle mie orecchie! Non poteva essere davvero lui! Robert non mi avrebbe mai parlato in quel modo! Era arrabbiato, lo capivo bene e per questo non lo biasimavo.
«Rob, ti chiedo scusa per non avertelo detto prima, ma aspettavo di trovare il modo e il momento adatto per dirtelo... », dissi iniziando a piangere.
«Bugiarda!!! Non me lo avresti mai detto! Oppure l'avresti fatto quando ormai la pancia si sarebbe vista», disse sempre furioso.
«Non è vero!!! Io ti amo!!!!», dissi continuando a piangere.
«È un tuo problema! Inoltre risparmia le lacrime. Non mi lascio commuovere, sai?! Non voglio più vederti!!!!», aggiunse.
«Rob... ti prego... »
«Smettila!!! Sono sincero e, che ti piaccia o no, tra noi è finita!!! Ora devo andare. Il regista mi sta aspettando!!!», dopo aver detto quelle parole se ne andò, lasciandomi nuovamente sola. Non poteva andare a finire così. La nostra storia non poteva finire in quel modo. Avevo commesso un errore, ma non pensavo portasse a tutto ciò.
Nei giorni successivi provai a farmi perdonare da Robert, mi scusai con lui, ma fu tutto inutile. Non voleva saperne più di me! Alla fine presi una decisione...
Andai nell'appartamento che avevamo affittato per il periodo delle riprese e preparai le valigie. Una volta finito chiamai un taxi e mi feci portare all'aeroporto. Avevo lasciato una lettera a Robert. Era l'unico modo per comunicare con lui, visto che non voleva saperne di ascoltarmi. Giunta in aeroporto, pagai il taxista, mi diressi al check-in e, successivamente, salii sull'aereo per LA. Arrivata a destinazione, mi diressi verso casa nostra, entrai dentro e mi recai in camera mia, dove mi buttai sul letto e piansi tutto il tempo. Robert sarebbe rimasto a Toronto ancora una settimana per terminare le riprese.

La settimana passò e Robert fece ritorno a casa. Decise che, da quel momento in poi, sarebbe ritornato a dormire in camera sua. La mattina, quando facevamo colazione in cucina, non ci parlavamo per niente. Mi rivolgeva la parola solo per via del lavoro, rimanevo pur sempre la sua agente.
Nelle settimane successive, iniziai ad avere le prime nausee, la pancia non era ben in vista, ma era leggermente aumentata. Per mia fortuna ero magra e, quindi, non si vedeva. Mentre ero sola a casa che mettevo un po' di ordine, squillò il telefono ed andai a rispondere.
«Pronto?», dissi.
«Ciao tesoro, come stai?». Era Nikki.
«Ciao Nikki. Io sto bene», risposi. «E tu?», domandai a mia volta.
«Anch'io sto bene», rispose. «Sei sicura di star bene, mi sembri strana», aggiunse.
«Si, sicura. È solo che sono in dolce attesa ed ogni tanto ho la nausea», risposi.
«Davvero? Non lo sapevo. Congratulazioni!!! Robert che ha detto? Come l'ha presa? Come ha reagito?»
Nikki era all'oscuro di tutto. Non sapevo se dirglielo. Era mia amica, con lei mi ero sempre confidata per ogni cosa. Era stata lei, insieme ad Ashley, ad avermi convinta a rivelare i miei sentimenti a Robert. Però non volevo farla preoccupare con i miei problemi.
«Annie tutto bene? C'è qualcosa che non va?», domandò preoccupata.
«Va tutto bene Nikki, non preoccuparti», risposi.
«Sarà ma ho come l'impressione che ci sia qualcosa che non mi vuoi dire», disse ancora.
Ci pensai su e alla fine decisi di dirglielo. Le raccontai tutto. Nikki era incredula. Neanche lei riusciva a credere a ciò che era successo.
«Mi spiace, tesoro. Non avrei mai pensato che Robert reagisse in questa maniera», disse dispiaciuta per me. «Certo hai sbagliato a non dirglielo subito, ma ciò non gli permette di dirti tutte quelle cose. Tu sai che non le pensava sul serio, vero?! Era solo arrabbiato», aggiunse cercando di tirarmi su il morale.
«Non lo so, Nikki. A me non sembrava. Credo, invece, che le pensasse sul serio. Non mi ama più!! Ormai l'ho perso!! Ho provato in ogni modo a farmi perdonare, ma non ne vuole più sapere di me, soprattutto del bambino», dissi convinta di ciò che dicevo.
«Vorrei aiutarti tesoro», disse triste Nikki.
«Non c'è niente che tu possa fare», le dissi.
Continuammo a chiacchierare tra di noi, poi ci salutammo. Ripresi a fare ciò che stavo facendo. Più tardi Robert tornò a casa. Mi guardò, ma non disse niente.
«Ciao amore», lo salutai.
«Ciao», si limitò a dire.
«Com'è andata la giornata?», domandai.
«Come sempre», rispose distante.
Ad un tratto ebbi una nausea. Corsi verso il bagno e vomitai. Una volta finito, mi sciacquai la bocca.
«Stai bene?», domandò sempre con tono distaccato.
«Sì, non preoccuparti», risposi.
«Bene... Vado in camera», disse.
«Robert?», lo chiamai.
«Che c'è?», domandò freddo.
«Dobbiamo continuare ancora per molto? Per quanto tempo andremo avanti così?», domandai.
«Non lo so», rispose.
«Mi dispiace davvero di non avertelo detto prima. Volevo aspettare il momento adatto. Non potevo dirtelo come se niente fosse. Temevo che non l'avresti presa bene», gli dissi sincera.
«Credo che il tuo timore sia diventato realtà!!», disse con freddezza.
«Mi spiace», dissi nuovamente.
«Non ha più importanza»
«Che ne sarà di noi? Che ne sarà del bambino?», domandai.
«Non lo so», rispose e se ne andò.
Era davvero una brutta situazione. Cosa sarebbe successo tra me e Robert?
Nei giorni successivi non facevo che pensare a cosa fare con il bambino. Una parte di me voleva tenerlo, continuare la gravidanza; mentre l'altra voleva interromperla, visto che era la causa di tutta quella situazione per la quale avevamo litigato e per la quale mi aveva lasciata.

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