꒰ ᵠᵘᵃᵗᵗʳᵒ ꒱ؘ ࿐ ࿔*:・゚

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Il silenzio la svegliò.

I raggi del sole si insinuarono attraverso le tapparelle socchiuse andando a illuminare il viso addormentato di Dazai.
Tomie rimase a fissarlo intrappolata nel suo abbraccio con un piccolo sorriso intenerito che non sembrava intenzionato a lasciare le sue labbra.

Eri una visione al mattino
quando entrava la luce,

I capelli castani del detective solleticavano le guance della giovane, la quale era tentata di toccarli per tastarne la morbidezza, ma non si mosse per paura di svegliarlo. Chiuse gli occhi avvertendo le palpebre farsi nuovamente pesanti. Kunikida sarebbe andato a prenderli direttamente a casa e li avrebbe svegliati con le sue urla isteriche dovute al fatto che, ancora una volta, avevano fatto tardi o, addirittura, saltato il lavoro, ma Tomie non se ne curò.
Avvertendo un movimento da parte di Dazai tornò vigile: il detective si era appena svegliato e, con gli occhi ancora impastati dal sonno, stava guardando la ragazza accanto a lui.

Lei sorrise.


-Buongiorno.

Dazai ricambiò il sorriso.

-Buongiorno a te. Dormito bene?

-Mi stavo leggermente sciogliendo dal caldo dato che ti sei attaccato a me come un koala, ma tutto sommato ho dormito meglio così.

Il castano ridacchiò nascondendo il viso nei capelli di lei abbracciandola ancora di più.

-Che ore sono?

-Non ne ho idea- mugugnò Tomie accoccolandosi contro il petto bendato del compagno.

Credevo nella religione
solo quando ero sdraiata con te.

-So solo che Kunikida non ha ancora sfondato la porta, quindi deve essere presto.

Prima che il destino mi porti via da te

-Beh di questo non devi preoccuparti.

-Uh?

stringimi ancora un po'.

-Può darsi che gli abbia incollato la porta di casa con della colla super attack.

La mia anima dannata si purifica nei tuoi occhi.

-D-dici davvero!?

-Dovrebbe ringraziarmi, è sempre così stressato! Restare un po' in casa gli farà bene.

-Le senti anche tu?

-Cosa?

-Le sue bestemmie.

E io mi abbandono alla vita.

-Dazai.

-Sì?

-Ho fame.

-Mh...

-Perché quella faccia?

-Per un attimo ho pensato che mi dicessi "ti amo".

-Vuoi che te lo dica?

"Può un cuore spezzato continuare a battere?"

-Sì.

Tomie rise alla faccia imbronciata di Dazai.
Il neo detective la guardò inarcando un sopracciglio con aria maliziosa iniziando a far scorrere le mani sul corpo della giovane in modo lascivo per poi iniziare a farle il solletico.
-N-no no! Fermo! Dazai ti prego!- scoppiò a ridere Tomie dimenandosi nella speranza di sfuggire alla sua tortura, ma senza successo. Si buttò sul fianco dando le spalle al ragazzo che continuò a infliggerle quel piacevole supplizio.

-Dillo!

-Non respiro!

-Finché non lo dici non la smetto!

-Sei il diavolo in persona!

-Risposta sbagliata!

Credevo non fosse possibile.

Sto ancora imparando ad amare.

-E va bene, lo dirò!

Dazai si fermò permettendo a Tomie di riprendere fiato, perdendosi a osservarla come se fosse la prima volta. Era bellissima.

Un cane randagio non è abituato a ricevere carezze dopotutto.

-Allora? Sto aspettando~

Tomie lo guardò continuando ad ansimare e lentamente si mise a sedere.
I suoi occhi incontrarono quelli dell'amante: i capelli in disordine, il sorriso luminoso.

"Vorrei rimanere così per sempre."

-Dazai.

Le labbra si mossero piano, dolcemente, rosee come l'alba.

Ma non ha senso se tu non ci sei.

Pochi centimetri separavano i loro visi, ma Tomie non gli avrebbe dato soddisfazioni, lo sapeva.
Infatti non se ne sorprese quando, con un'espressione beffarda, gli sussurrò: -sto morendo di fame.
Con una mossa fulminea si allontanò cercando di alzarsi in piedi, ma lui fu più veloce: l'afferrò per i fianchi e la riportò nel letto, bloccandole i polsi con delicatezza.
-Non così in fretta Tomie-chan- cinguettò Dazai con un'espressione tutt'altro che rassicurante.
Un brivido percorse la schiena della povera ragazza, ora bloccata dal peso del detective bendato.

-Adesso che me lo hai fatto notare anche io ho una certa fame.

Si avvicinò al suo viso.

-Infatti stavo pensando di fare colazione con te~

-Che doppio senso! Ti sei impegnato, vedo.

-Nah, con te le cose mi vengono spontanee.

Una risata gutturale, occhi negli occhi.

Solo un sussurro smorzato osò infrangere la quiete mattutina.

'Vorrei che tu fossi qui.'

Perché no; tu non ci sei.

E io mi sveglio ancora ogni mattina,
ma non con te.

𝐏𝐚𝐫𝐚𝐥𝐥𝐞𝐥 || 𝐷𝑎𝑧𝑎𝑖 𝑂𝑠𝑎𝑚𝑢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora