꒰ ᵈⁱᵉᶜⁱ ꒱ؘ ࿐ ࿔*:・゚

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And I remember when I met him, it was so clear that he was the only one for me.
We both knew it, right away.

Non appartengo a questo posto.

-Dovrai lasciarmi andare prima o poi.
Le mani di Tomie giocherellano con le ciocche del detective accarezzandolo di tanto in tanto.
Dazai tiene la testa sul suo grembo e gli occhi chiusi beandosi del tocco di lei come un elisir.

Non è qui che dovrei essere, lo so bene.

La radura è immersa nel suono delle cicale e in lontananza è possibile udire il cinguettio di qualche uccello.
I suoi occhi si aprono piano.
-Lo sai che non posso.

L'unica a cui appartengo sei tu.

-Sì che puoi- replica lei quasi duramente.
-Il problema è che non vuoi.

Ma anche i petali del fiore più bello cadono.

Cosa c'è di male? pensa il detective. Lei è l'unica cosa bella che gli sia mai successa. È già stato privato di tante cose, perché deve rinunciare anche a lei? Semplice, perché di tutto ciò di cui può fare a meno lei è ciò che non avrebbe mai lasciato andare; proprio per questo motivo ora è costretto a farlo, costretto a privarsene in cambio di una cosa che nemmeno vuole e mai ha voluto. È un codardo, ma non vuole rimanere di nuovo solo, non vuole, non ce la farebbe a sopportare il freddo che gli stringe il collo anche -soprattutto durante le giornate più soleggiate, non avrebbe trovato la forza per liberarsi dalla presa di mani invisibili che lo avrebbero spinto sul fondo di un abisso color pece. Il solo pensiero gli fa venire voglia di scappare il più lontano possibile finché non riuscirebbe a dimenticare chi è e perché sta correndo, chissà dove, con il fiato sospeso e i piedi che bruciano. Tuttavia sa bene che nel momento in cui si sarebbe voltato indietro, si sarebbe reso conto con dispiacere che non aveva mosso nemmeno un passo.

And as the years went on, things got more difficult--
we were faced with more challenges.

-Dovresti smetterla di pensare a me e andare avanti- sospira Tomie facendo ricadere lo sguardo su una primula accanto a lei.
Il detective alza un sopracciglio.
-Ed io che pensavo ti desse fastidio quando ci provo con tutte quelle ragazze- risponde con un sorriso che Tomie non sa mai se prendere a schiaffi o baciare fino a consumarsi le labbra.
Dazai è scorretto, ma alla fine lei sa che il suo è solo un modo per sviare il discorso. Nemmeno lei, nel suo egoistico e umano desiderio d'amore, vuole lasciarlo andare, ma aveva promesso a se stessa di essere migliore -aveva promesso a Oda, guardando il cielo silenziosamente, che mai e poi mai avrebbe intralciato la felicità che il detective ha guadagnato con tanta fatica. Lei non avrebbe più interferito.
-Ancora mi chiedo come io abbia fatto ad innamorarmi di te- dice lei alzando giocosamente gli occhi al cielo.
Dazai sorride e chiude gli occhi ancora una volta.

No, sono io a chiedermi perché, tra tutte le persone, tu abbia scelto proprio me.

La ragazza fa scorrere le dita sulle sue guance, tracciando piccole carezze con i polpastrelli. Fissa pensierosa un punto impreciso mentre, come un automa, ripete parole che per lungo tempo le sono rimaste dentro, ma che ora devono uscire o sarebbero marcite insieme a lei.
-Dazai, alla fine siamo tutti cani randagi raccolti dalla strada che diventano fedeli al primo che li salva; spesso, però, dimentichiamo che fidandoci diamo il diritto e il potere di distruggerci.
Dazai solleva una mano posandola sulla guancia di lei avvertendo una lacrima scendere dalle sue orbe azzurre.
-Tu non potresti mai distruggermi- dice, poi sorride.
Tomie abbassa la testa lasciandosi andare al contatto della sua mano.
"L'ho fatto quando ti ho portato qui la prima volta", pensa con rammarico.
-Mi dispiace... sai anche tu quanto io voglia restare con te- abbozza un sorriso, ma questo va ad affievolirsi come un fiore piegato dal vento, ma che mantiene comunque la sua bellezza.
-No... la colpa è mia. Ho fatto un casino- sussurra Dazai ispirando profondamente.

𝐏𝐚𝐫𝐚𝐥𝐥𝐞𝐥 || 𝐷𝑎𝑧𝑎𝑖 𝑂𝑠𝑎𝑚𝑢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora