꒰ ˢᵉᵗᵗᵉ ꒱ؘ ࿐ ࿔*:・゚

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«È solo un pensiero» mormorò Tomie distogliendo lo sguardo. Dazai aveva ancora la bocca socchiusa dalla meraviglia, lo scatolo con il piccolo medaglione turchese abbandonato sul divano. Lo prese in mano alzandolo davanti agli occhi come per vedervi attraverso. La luce al neon del soggiorno si stagliò sul piccolo gioiello facendolo brillare.
Non sentendo alcuna risposta da parte del compagno Tomie lo guardò di sottecchi.
Stava sorridendo.
Dazai stava davvero sorridendo con genuinità e solo in quel momento la ragazza si rese conto che non lo faceva da quella notte in cui la vita del loro migliore amico era stata strappata via dai suoi occhi, dalle sue mani solitamente calde e dal sorriso che ancora, dopo il suo ultimo respiro, aveva continuato ad aleggiare sul suo viso segnato dal tempo e da sogni che mai si sarebbero realizzati.
Senza dire una parola Dazai si alzò dal divano facendo cadere a terra con un tonfo sordo il libro che stava leggendo, ma che aveva chiuso e abbandonato sul suo grembo per concedere le sue attenzioni a Tomie. Le accarezzò piano i capelli per poi abbracciarla. La strinse a sé dolcemente sorridendo mentre le mani di lei gli accarezzavano la schiena con movimenti lenti e rassicuranti.

«Grazie Tomie.» sussurrò al suo orecchio.

«E' solo un pensiero.» ripeté senza staccarsi da lui.

Ancora un po', pensò; voglio restare così ancora un po'.

Non le era mai parso giusto riporre tutta se stessa in un'altra persona, perché le persone erano solite rovinare le cose belle, non erano fatte per custodirle. Eppure, in quel momento, con le braccia del ragazzo attorno al suo esile corpo, non riuscì a credere che potesse esserci del male in lui.
Non riusciva a capacitarsi che lui stesso fosse convinto di appartenere a quel mondo di strazio e oscurità da cui erano fuggiti insieme. C'era sempre stata della luce in lui, debole, fioca, ma c'era. Lei e Oda l'avevano colta immediatamente e avevano fatto di tutto per tenerla accesa, per farla crescere. Lei lo sapeva che prima o poi quella luce avrebbe fatto scoppiare un incendio, ma non aveva paura di bruciarsi.
Tomie si appoggiò ancora un po' al petto di Dazai e la sua attenzione ricadde su uno dei suoi quadri. Fin da ragazzina le era piaciuto dipingere soprattutto con gli acquarelli e quando lei e Dazai avevano fittato quell'appartamento in periferia, lontani dal porto, la prima cosa che lui stesso aveva proposto era stata di appendere i suoi lavori alle pareti. Per lei ogni quadro racchiudeva un pezzo di se stessa, un po' della sua anima. Non aveva mai pensato di venderli sebbene anche Oda glielo avesse proposto; erano sempre rimasti appesi alle pareti o ai cavalletti. Le piaceva riguardarli, perdersi in quel paesaggi che la sua mente partoriva senza sforzo e, magari, notare piccoli errori che non avrebbe tentato di correggere. Ogni colore mescolato, ogni forma da essi assunta, ogni piccola minuzia racchiudeva una melodia che solo lei riusciva a udire. Qualche volta Dazai si sedeva accanto a lei a guardarli e insieme si godevano il silenzio. Lui le prendeva la mano e lei sorrideva perché sapeva che capiva, capiva meglio di chiunque altro.
Con un sospiro Tomie si allontanò a malincuore da quel tepore che quel corpo tanto amato emanava e guardò Dazai con un sorriso. Un ciondolo del suo colore preferito non sarebbe mai bastato per esprimere ciò che lei racchiudeva in sé, le cose che Dazai sapeva lei provava, ma che lei stessa non riusciva a spiegare. Per il momento quello era l'unico modo che aveva trovato per dirgli 'sono qui, siamo qui e io ti amo più che mai'.

«Meglio che vada a fare la spesa prima che i supermercati chiudano.» esordì alla fine.

Dazai annuì. Dopo qualche minuto rimase da solo con ancora il rumore della porta che si richiudeva alle spalle della giovane rimbombare nel silenzio della sua testa. Sorrise.
Rimirò ancora una volta il pendente turchese contro la luce della luna che aveva fatto timidamente capolino dalla finestra, ma dopo qualche secondo avvertì una strana sensazione. Mancava qualcosa.
Abbassò il piccolo gioiello e i suoi occhi si scontrarono contro la parete dove quella mattina era appeso uno dei quadri di Tomie. Il dipinto di una radura illuminata dal sole era stato sostituito da un freddo intonaco bianco.


Angolo autrice

Abbiate fede miei cari lettori, poiché codesta ingrata scrittrice ha deciso di concedervi (udite udite) una gioia. Ma non ora. Portate pazienza.

P.s.
Secondo voi che fine ha fatto il quadro?






𝐏𝐚𝐫𝐚𝐥𝐥𝐞𝐥 || 𝐷𝑎𝑧𝑎𝑖 𝑂𝑠𝑎𝑚𝑢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora