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B.T.S.
Bangtan Sonyeondan.
Ragazzi a prova di proiettile.
Il nostro corpo non può essere perforato.
Ma la nostra mente si.

Namjoon stava scrivendo sul suo taccuino di pelle nera, come al solito, in un noioso pomeriggio d'estate, quando d'improvviso un pensiero lo colpì, come un fulmine a ciel sereno, rimbombando nel suo cervello, sconvolgendolo completamente.

Cosa si prova a cadere sapendo che quelli sono gli ultimi attimi di vita?

Cancellò e nascose quel pensiero velocemente, cercando di dimenticarlo, era uno di quei pensieri inquietanti che si fanno normalmente, uno dei tanti... o forse no.

Uscì dalla camera, se ci fosse rimasto oltre non sarebbe riuscito ad ignorarlo.

"Jin sei libero?"
Bussò alla sua porta, sperando di poter uscire con qualcuno.

"Si certo Namjoom, adesso arrivo"
Poco dopo sentì la porta aprirsi, e i loro sguardi incrociarsi.

"Ti va di uscire?"
Chiese un po' incerto.

"Certo, dove andiamo?"
Sorrise dolcemente, avvicinandosi a lui

"Conosco un parco, dove i ciliegi sono sempre in fiore, è bellissimo"
Mentre lo diceva gli si illuminarono gli occhi e Jin non poté rifiutare.

Iniziò a scendere le scale correndo, uscendo di casa e trascinandosi dietro Jin, portandolo in quel parco.

"È bellissimo Namjoon"
Disse, con gli occhi che brillavano, se ne era innamorato a prima vista.

"Lo so"
Sorrise e si avvicinò ad una panchina, facendogli posto affianco a sé, dove si sedette subito dopo Jin.

"Nam ti devo dire una cosa"
Si torturava la mani, era chiaramente nervoso.

"Cosa?"
Si gira per poterlo vedere meglio, era bellissimo nella luce della luna.

"Namjoon tu mi piaci"
Trattenne il respiro, aveva paura, la tensione lo stava uccidendo.

Psychopath Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora