Ogni giorno era un supplizio, andavo a letto e speravo solo di non aprire più gli occhi, nulla mi piaceva più, non avevo nessuna ispirazione, nessun sogno, niente di niente.
Ero sempre solo, anche se avevo delle persone intorno la solitudine mi perseguitava e giocava con me, ero un'isola abbandonata in mezzo all'oceano, nessuno poteva superare i muri che avevo creato attorno a me.
Vivevo solo perché non potevo morire, ma non c'era nulla che volessi fare.Quel pomeroggio stavo per fare l'annesimo taglio, questa volta sulla coscia, il lenzuono era già bagnato del risultato dei tagli precedenti, quando mi fermai. Alzai il viso allo specchio e inorridii del mio orribile aspetto, abbassai lo sguardo e vidi la lettera di Taehyung sotto al letto, la presi in mano e la lessi, questa volta con più calma.
Tae rimpiangeva di non essere stato abbastanza forte da proteggere Jimin.
Un po' lo invidiavo, lui aveva qualcuno, qualcuno che voleva proteggerlo.
Io non avevo nessuno, nessuno mi aveva mai chiesto come stavo o se avevo bisogno di aiuto.Ma, alla fine, perché mi stavo infliggendo tutto quel dolore?
Non era colpa mia se mi avevano usato, poi accartocciato e buttato in un angolo.
Non era colpa mia se avevo dei sentimenti e un cuore pulsante.La lametta scivolò dalle mani e caddé a terra, il tonfo che risuonò tra le pareti della piccola camera rimbombò mille volte più forte nella mia mente.
Io non mi meritavo tutto quello, non avevo mai fatto nulla di male eppure ero li a soffrire.
Non era giusto.
Non ero io quello che doveva soffrire.
Mi alzai e andai in bagno, a medicare per la prima volta le mie ferite.
Una volta finito presi un pennarello nero e scrissi solo una parola su entrambi i polsi: "alive".
Io ero vivo, ora dovevo vivere.
Mi sciacquai il viso e mi cambiai i vestiti.
Bastava aspettare.
Nessuno mi avrebbe mai salvato.
C'ero solo io, era stato così e lo sarebbe stato per sempre.
Sarei stato io stesso a cambiare tutto.
STAI LEGGENDO
Psychopath
Fiksi PenggemarIl cervello umano è meraviglioso, un ottimo servo ma un pericoloso maestro. Non ti far guidare da lui ma assoggettalo al tuo volere, o lui giocherà con te e tu non sarai altro che un burattino, un giocattolo destinato a rompersi. [Tratto dalla stori...