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In quel periodo ebbi una ricaduta, uscirne non è facile, e da soli è ancora peggio.
Ero tornato nella mia camera buia e fredda, credevo non avrei provato più quella sensazione di sbagliare sempre qualsiasi cosa facessi, di essere in più, di essere tornato punto a capo, e invece ero di nuovo là, seduto sul letto a guardare il nulla, il corpo avvolto nel freddo.
Non mi tagliai quella volta, mi obbligai a non tornare in tutto quello, non volevo né potevo concedermelo, dovevo aiutare Jungkook non importava di me in quel momento.

Fu in quella settimana che Jungkook caddé definitivamente nella spirale della depressione.

Alcune volte non importa quanto vorremmo aiutare gli altri, anche noi siamo umani alla fine e anche noi abbiamo bisogno del tempo per riprenderci.
Non importa chi sia la persona che incontri, che tenda ad aprirsi o a tenere tutto per sé, chiunque sia ha un limite e una battaglia che sta combattendo, chiunque sia ha bisogno dei suoi spazi e del suo tempo.
In fondo si hanno solo due scelte: diventare forti abbastanza da riuscire a sopportare tutto da soli oppure aspettare che qualcuno ci salvi.

Io avevo bisogno di una settimana per riprendermi e a Jungkook bastò una settimana per crollare, fu un caso che le due settimane coincisero, caso molto sfortunato, ma un caso.

Fu un caso che il giorno che decisi di andare a parlare con Jungkook fu proprio il giorno in cui aveva deciso di porre fine alla sua vita.

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